Marvel, Spider-Men II: Brian Bendis, il rapporto con Sara Pichelli e il mistero di Miles Morales
Spider-Men II esplora le implicazioni della migrazione di Miles dall'Universo Ultimate a quello Marvel
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Bendis ha parlato della questione e dell'importanza di questa storia per il giovane personaggio.
Una delle ragioni per cui sono così felice di scrivere questa storia è che le cose sono cambiate moltissimo rispetto a cinque anni fa, a Spider-Men, e Miles ha avuto un sacco di esperienze. Ha un'età diversa, vive in un altro universo ed è cambiato un sacco. Ma c'è una domanda piuttosto ingombrante al centro di questo fumetto.
Peter Parker ha detto che Miles è Spider-Man, ma se non ci fosse stato prima lui a seguire quella strada, che cosa sarebbe diventato Miles? C'è qualcosa di più nel suo destino? Qualcosa oltre quello presente? Essere un eroe è solo una tappa verso qualcos'altro? Queste sono le domande che il giovane uomo si pone e che noi abbracceremo quest'anno, in Spider-Men II e oltre.
Il fatto che Miles provenga da un universo distrutto gli provoca un enorme senso di responsabilità. Ovviamente, la forma assunta dal Multiverso va oltre il suo controllo, ma lui ne ha contezza parziale e già questa è una cosa enorme che lo confonde. Parleremo anche di questo e di come influenzi la sua esistenza e le scelte che fa per andare avanti nella vita.
Nei primi due numeri della serie, il Miles Morales originale dell'Universo Marvel sembra essere un ragazzo molto ricco e compromesso con la malavita. Già nel terzo numero, promette Bendis, ci saranno spiegazioni precise sui misteri che lo riguardano e sui motivi per cui nessuno ne ha mai sentito parlare. Si tratta di ragioni importanti che coinvolgono grandi personaggi di Terra Prima.
Si tratta di un classico team-up in stile Marvel, un'avventura che ci porta in giro per il mondo, ma che contemporaneamente, come la miniserie originale, lascia emergere emozioni molto profonde, che si insinuano nella storia. Abbiamo la possibilità di vedere questi due personaggi insieme mentre fanno emergere, in un certo senso, l'uno l'onestà dell'altro.
La prima miniserie parlava di perdita e di solitudine, mentre questa parla di eredità, oltre che di controllo sul mondo circostante, che si vorrebbe ma che non si può mai davvero possedere. Si tratta di questioni e temi che uniscono Peter e Miles in maniera curiosa e di cui entrambi hanno modo di parlare con ben poche persone.
Da quando ho incontrato Sara Pichelli, credo che non ci sia mai stato un momento in cui io e lei non abbiamo lavorato assieme a qualche progetto. Non avrei mai scritto Spider-Men II se non ci fosse stata lei alle matite. Difficile descrivere il mio rapporto con Sara. Continuerò a scrivere la serie regolare senza di lei e con la sua benedizione. La serie regolare è sempre sua, se la rivuole, ma non riesco a immaginare di raccontare questa storia in particolare con qualcun altro. In parte perché il progetto è molto emotivo e in parte perché parla dell'eredità che corre da Peter a Miles.I suoi personaggi sono vivi, respirano. Mette un sacco di personalità nei loro abiti. C'è una storia dietro a ogni vestito che indossa Barbara Rodriguez, la nuova ragazza di Miles. Sara mette un impegno incredibile in questa parte del suo lavoro. Ecco la differenza tra un buon artista e un grande artista. Ed ecco perché Sara è una grande artista.
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Fonte: Comic Book Resources