Marvel, Spider-Men II: Bendis spiega perché ha riunito i due Tessiragnatele

Brian Michael Bendis parla della conclusione della miniserie evento Spider-Men II

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Brian Michael Bendis non ha ancora detto l'ultima parola su Spider-Men II. Ecco le sue ultime dichiarazioni in merito alla storia disegnata da Sara Pichelli con cui dà l'addio a Peter Parker e a Miles Morales, dopo un'intera carriera alla Marvel in cui ha scritto ininterrottamente storie ragnesche per diciotto anni.

Nello specifico, si parla di Spider-Men II #5, ultimo numero della miniserie, e dei suoi temi portanti.

Spider-Men II #5, copertina di Sara PichelliLa ragione per cui ho deciso di tornare a parlare della relazione tra Peter e Miles è che sono affascinato dal modo in cui emozioni complicate nascano dall'eredità di essere un Uomo Ragno. Da un lato c'è Peter, divenuto Spider-Man non per dar vita a una dinastia di persone con poteri ragneschi, ma solo per affrontare le proprie sfide. Dall'altro, ecco Miles, che ha raccolto il manto in maniera probabilmente più profonda di quanto abbia mai fatto chiunque altro. Tranne Peter, ovviamente. Per quanto abbia avuto il benestare del suo mentore e il suo cammino sia stato onesto e corretto, si domanda se sia davvero quest'ultimo gli appartenga. C'è grande confusione, in lui.

Il suo migliore amico, Ganke, gli ha detto che è chiaramente una figata essere Spider-Man e avere l'avallo dell'originale, ma forse Miles è semplicemente il grande chitarrista di una cover band. Sta suonando la canzone di qualcun altro. Benissimo, per carità. Ma forse non è la sua, e non sarà mai l'originale.

Taskmaster è un cattivo meraviglioso, un grande mercenario e un personaggio che comunica grande passione, ma anche ingordigia di denaro. Averlo in una storia come questa è sempre interessante, perché a seconda dei casi mostra un volto diverso. Ogni volta è un mistero. Persino la fonte dei suoi poteri cambia di volta in volta, e io lo adoro. Trovo che sia un prodotto perfetto dell'Universo Marvel moderno.

In Spider-Men II ha un ruolo fondamentale anche Kingpin, che Bendis ha utilizzato moltissimo in toni noir su Daredevil. L'amore per questo personaggio viene dal fatto che sia un personaggio realistico, che ha vissuto un'esistenza di grande cultura e ricca di interessi. Sostenuta, incidentalmente, da una vita di efferati crimini. Il che lo rende un antagonista emotivamente potentissimo.

L'idea del rapporto tra lui e il Miles Morales di Terra-616 è interessante perché permette di mostrare che, se vuole bene abbastanza a qualcuno, può sopportare che quest'ultimo sfugga al suo controllo. Questo è il dono d'affetto più grande che Wilson Fisk possa concedere.

La storia di Kingpin è fondamentale per la mitologia di Spider-Man. Ai tempi di Ultimate Spider-Man l'ho usato per far passare il concetto secondo cui, nel mondo degli adulti, la verità e la giustizia non sono valori condivisi da tutti. Mi è anche servito a mostrare come, a volte, i cattivi escano vincitori. Per Peter e Miles, confrontarsi con uno come lui, così umano e così leggendario nel suo essere malvagio, è altrettanto interessante.

Fonte: Marvel

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