Marvel - Speciale X-Men Apocalisse: chi è Apocalisse?
Nel film X-Men: Apocalisse si appresta a seminare morte e distruzione, ma nel fumetto è una nemesi storica: riscopriamo l’oscura genesi di En Sabah Nur
Come già avvenuto per gli altri protagonisti e avversari della saga mutante, anche Apocalisse vanta una genesi complessa e una lunga carriera di nefandezze nell’universo fumettistico. Per meglio prepararci alla sua venuta, ripercorriamo assieme origini, tratti essenziali e momenti storici di Apocalisse sulla carta stampata.
Apocalisse compare per la prima volta negli anni 80, nel pieno della “febbre mutante” che, grazie soprattutto all’operato di Chris Claremont, dilagava nel mondo del fumetto americano. Alla serie regolare degli X-Men, guidata appunto da Claremont, si era appena affiancata quella di X-Factor, che riportava in scena i cinque allievi originali di Xavier (Ciclope, Jean Grey, Uomo Ghiaccio, Bestia e Angelo) dopo un periodo di assenza dalle scene. Il team di X-Factor aveva bisogno di una sua nemesi suprema, Magneto era già “impegnato” nella serie regolare (anzi, all’epoca militava addirittura nelle fila dei buoni) e così il team creativo di X-Factor, composto da Walter e Louise Simonson, dopo un iniziale contributo del disegnatore Jackson Jauce, decise di creare la figura di Apocalisse. En Sabah Nur fa la sua prima comparsa in X-Factor #7, dove sfida direttamente il gruppo di mutanti dimostrando una potenza e una crudeltà finora ineguagliate nel panorama degli avversari degli X-Men, e quello non sarà che l’inizio di una lunga serie di scontri che faranno di lui, sotto molti aspetti, la nemesi per eccellenza dei mutanti. Fin dalle sue prime apparizioni Apocalisse metterà subito in evidenza i tratti essenziali che caratterizzano il suo personaggio, vale a dire:
- Il credo della sopravvivenza del più forte: Portando all’estremo le teorie di selezione naturale Darwiniane, Apocalisse non si cura troppo della distinzione tra mutanti e umani: crede nel “filtro di selezione” attuato dai processi più violenti che consentirà ai più forti di sopravvivere e di evolversi e condannerà i più deboli all’estinzione. Quindi per En Sabah Nur c’è poca differenza tra umani e mutanti: il forte prospera, il debole perisce: una differenza che lo pone ad anni luce di distanza da Magneto, che conduce la sua lotta in difesa anche e soprattutto in difesa dei mutanti più deboli.
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LE ORIGINI
Negli anni 90, consolidata la sua figura come avversario di serie A degli X-Men, Apocalisse viene esplorato più a fondo e viene fatta luce sulle sue origini e sulla sua storia passata. Viene confermata la sua antichissima età: En Sabah Nur nasce in epoca egiziana e vivrà i suoi anni di gioventù da schiavo, subendo tutte le angherie e le crudeltà che l’epoca antica riservava a quelle figure, e infondendo in lui una carica di odio e di rancore che non si spegnerà nemmeno dopo vari millenni.
Spinto al punto di rottura dalle percosse e dai soprusi, Apocalisse avrà la prima manifestazione dei suoi poteri mutanti, che lo trasformeranno da vittima a carnefice e che gli consentiranno di creare un culto di seguaci, che, in varie incarnazioni, sopravvivrà nei secoli fino ad arrivare ai giorni nostri, con il nome di Clan Akkabah. Uno dei sovrani egiziani che lo schiavizzavano, Ozymandias, sarà a sua volta soggiogato e trasformato in un essere pietroso costretto a osservare e a immortalare sulla pietra le conquiste di Apocalisse, in un ovvio rimando all’omonima poesia di Shelley.
Nelle origini di Apocalisse hanno una loro incidenza anche i viaggi temporali, ma come spesso accade per questo fenomeno, è una storia complicata su cui non vale la pena di addentrarsi. Più interessante è invece l’influenza che avranno su di lui i Celestiali: nella sua perenne ricerca di potere, Apocalisse finirà per oltrepassare i confini della terra e reclamare alcune tecnologie aliene, per lui incomprensibili, ma di indubbia potenza. Sarà proprio l’empia combinazione tra poteri mutanti e tecnologie celestiali a portare Apocalisse a livelli di potenza ineguagliati e a conferirgli una virtuale immortalità. Allo stesso tempo, questo brucerà in lui ogni residua traccia di umanità, facendone una macchina contorta e malvagia.
L'ERA DI APOCALISSE
Se nel presente gli sforzi congiunti degli X-Men e degli altri mutanti riusciranno sempre ad arginare i propositi di devastazione mondiale con cui Apocalisse vorrebbe mettere in atto il suo processo di “selezione innaturale”, molte sono le allusioni a un futuro fosco e ineluttabile che si verificherebbe o si verificherà quando l’antico despota raggiungerà il trionfo.
Almeno per qualche tempo, questa ipotetica distopia diventa realtà, quando nell'omonimo maxievento di metà anni 90, gli autori Scott Lobdell e Fabian Nicieza mettono in scena L’Era di Apocalisse, vale a dire un mondo in cui gli X-Men (causa la prematura morte del professor Xavier) non sono riusciti a fermare En Sabah Nur, e ora l’egiziano e i suoi quattro cavalieri regnano incontrastati in uno scenario fatto di campi di concentramento, esperimenti indiscriminati su umani e mutanti e un incombente olocausto nucleare.
Caratterizzato soprattutto da versioni alternative e più “oscure” di tutti gli eroi, il mondo dell’Era di Apocalisse lascerà il segno nell’immaginario collettivo e verrà rivisitato più e più volte negli anni a venire (di recente si è guadagnato perfino un posto nella saga di Secret Wars).
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MORTE E RITORNO
L’incarnazione originale di Apocalisse andrebbe teoricamente incontro alla sua fine nel corso della maxisaga mutante denominata I Dodici, in cui i mutanti che danno il titolo all’evento dovrebbero conferire - loro malgrado - ad Apocalisse un flusso di potere sufficiente a trasformarlo in una vera e propria divinità onnipotente. Qualcosa andrà storto e Apocalisse si ritroverà fuso in un’unica entità con Scott Summers, un evento che a tutti gli effetti segna il primo passo sul sentiero “oscuro” che il personaggio di Ciclope sarà destinato a percorrere negli anni a venire. Grazie all’intervento del figlio Cable, concepito tra l’altro per fungere da vera e propria nemesi di Apocalisse, Ciclope sarà salvato e l’essenza di Apocalisse sarà finalmente dispersa nel nulla.
La “morte” di Apocalisse all’epoca era considerata definitiva, e per molto tempo infatti la nemesi degli X-Men sarebbe rimasta fuori scena. Ma molti sono i piani di contingenza messi in atto dal malvagio per sopravvivere o fare ritorno dall’oltretomba: uno dei più interessanti, che faceva uso dei cloni, ha dato origine al personaggio di Kid Apocalypse, una versione giovanile del tiranno che si sforza di conservare il buono che c’è in lui e di evitare di diventare come il suo progenitore.
Le macchinazioni del Clan Akkabah, inoltre, hanno portato nei tempi lunghi al ritorno in scena dell’Apocalisse originale. E naturalmente, in occasione della sua venuta al cinema, non mancherà il suo ritorno in scena definitivo anche nell’universo fumettistico in occasione di Apocalypse Wars, un crossover tematico che questa primavera è destinato a coinvolgere le testate mutanti della Casa delle Idee.
Il conflitto con Apocalisse è dunque destinato a protrarsi in eterno proprio come l’irriducibile mutante egiziano? Solo il tempo lo dirà. Se la visione cinica e spietata di sopravvivenza del più forte sembra parziale e inadatta quando applicata al mondo nella sua interezza, non c’è dubbio che si sia dimostrata valida quantomeno per il suo principale propugnatore: il più forte sopravvive, e Apocalisse si è indubbiamente sempre dimostrato più che forte... e continua a sopravvivere!