Marvel, Secret Empire: Tom Brevoort sul significato e la natura del finale
Brevoort sulle connessioni tra Secret Empire e la contemporaneità, dalla genesi al significato del finale
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Dare giudizi sulla qualità della storia non è lavoro per me, ma compito dei lettori. Quello che posso dirvi è che la saga ha venduto davvero, davvero bene. Gli ultimi tre numeri erano tutti nella top ten delle vendite dello scorso mese. Quindi abbiamo tenuto vivo l'interesse fino alla conclusione. Certamente si tratta di una storia controversa, come previsto. Un sacco di gente ha protestato, lancia in resta. Ma come spesso succede, sono proprio le storie più discusse ad avere più successo. Quindi, da questo punto di vista, possiamo dirci più che soddisfatti. Posso dire che chi è stato coinvolto ha dato il massimo e ha lavorato al meglio delle sue possibilità. Il resto lo deciderà il pubblico.
So che molti non mi crederanno, ma la storia che avete letto è esattamente quella che avevamo in mente sin dall'inizio. Non abbiamo cambiato nulla di sostanziale, lungo la realizzazione. E nemmeno dall'uscita di Captain America: Steve Rogers #1 abbiamo avuto ripensamenti. Persino prima, all'uscita di Avengers: Standoff, il piano era già completo, come lo avete visto svolgersi.
Nessuno poteva prevedere che Secret Empire sarebbe uscito nella situazione politica odierna, la quale ha presentato una serie di sfide. Capisco che sia facile crederlo, dati i paralleli con quel che sta succedendo nel mondo, ma non è nulla di progettato. Abbiamo ideato la storia nella primavera prima delle elezioni americane e all'epoca eravamo invece preoccupati del fatto che i suoi temi sarebbero sembrati superati, che la radicalizzazione della politica sarebbe stato un argomento vecchio, all'uscita. Quindi no, non abbiamo doni di preveggenza. Gran parte del nostro Paese è rimasto sorpreso dal cambiamento dell'atmosfera politica e noi con esso.Molti lo hanno pensato e non mi stupisce, ma dal mio punto di vista, non c'è un singolo momento di Secret Empire in cui abbiamo cercato di far passare il concetto per cui Hydra Steve sarebbe l'eroe e il suo punto di vista sulle cose quello corretto. Dalla prima all'ultima pagina, è stato il cattivo della nostra storia. Tuttavia, l'esperienza di lettura è una cosa del tutto personale, quindi, se qualche lettore ha una visione diversa dalla mia, non sono nessuno per dire che non ha validità. Nel senso che ogni lettore legge e dalla storia trae quello che vuole. Ognuno di loro è partecipe del processo narrativo.
Credo che molto di quel che è stato visto nella storia abbia a che fare con lo spirito del tempo odierno, dei giorni in cui questa storia ha visto la luce. Si tratta di un periodo decisamente confuso e difficile per un sacco di gente e per un sacco di ragioni. Il fatto che questa avventura sia uscita ora, invece che in un'epoca di maggiore stabilità, ha comportato il fatto che le reazioni siano state più potenti ed estreme. Direi che l'ottanta percento della risposta emotiva è dovuta ai contenuti e almeno il venti al modo in cui si sentono i lettori riguardo al mondo in cui vivono.
Il che ci regala una prospettiva interessante sull'Hydra, che prosegue nei suoi piani, dopo la fine di Secret Empire. Non sono più un gruppo di persone semplicemente innamorate del fascismo e che tentano di governare il mondo intero seguendo questo ideale. Ora sono un'organizzazione che ha avuto il mondo in mano, convinta che fosse suo e ad oggi sicura del fatto che gli sia stato sottratto illegittimamente.
Ora l'Hydra è convinta che gli Alleati abbiano usato il Cubo Cosmico per cambiare la realtà e cercherà di fare tutto il possibile per restaurare le cose come dovevano essere. Questa dicotomia da gatto di Schrodinger impedisce di capire cosa sia davvero reale e cosa no e crea un dilemma davvero interessante.
Quale dei due Steve Rogers è quello reale? Tecnicamente, entrambi lo sono. Solo uno di loro avrà un fumetto tutto suo, nei mesi a venire, ma lo Steve dell'Hydra ha vissuto una vita molto simile al suo omonimo sotto moltissimi punti di vista, e ricorda tutto quel che ha passato. Ha creato legami, combattuto guerre e creduto in ideali con la stessa determinazione e convinzione del nostro Steve. Ci mostra che basta poco, bastano un paio di scelte perché le persone che conosciamo finiscano per essere completamente diverse da come sono.
Due persone similissime, quindi, se non per alcune decisioni, per i modi in cui vogliono ottenere quello in cui credono. Ma Brevoort sottolinea come siano proprio le scelte che facciamo, non la natura del nostro spirito, a renderci un eroe oppure un malvagio. Ma la natura di Secret Empire è complessa: del resto, fa notare il redattore di Newsarama, tutti quanti conoscevamo già il finale, tutti quanti sapevamo che al suo termine sarebbe tornato il vero Capitan America.
Se davvero fosse così, la gente non avrebbe reagito con tanta rabbia ad alcune nostre scelte. In realtà avevano paura che, avendo compiuto certe azioni, Capitan America non sarebbe mai più stato lo stesso, si sarebbe macchiato per sempre, e leggere le sue storie come un tempo sarebbe stato impossibile. Ma la storia non cade in questo tranello, spero. Siamo felici di essere riusciti a sorprendere comunque tutti quelli che credevano di conoscere già il finale. Abbiamo promesso per dieci numeri che non avremmo usato il Cubo per cancellare semplicemente quello che era successo. Alcuni sono convinti che l'abbiamo fatto, ma non è affatto così.
Fonte: Newsarama