Marvel, Running with the Devil: Ed Brisson è pronto a restituirci un tostissimo Bullseye
Ed Brisson parla dell'attuale status quo di Bullseye e del cast di comprimari che ne ribadisce e rinnova la personalità
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Lo sceneggiatore, assieme all'artista Guillermo Sana, è incaricato di raccontare le gesta della nemesi di Matt Murdock: Bullseye.
Credo che Bullseye veda il mondo come il proprio parco giochi, nulla più che una serie di bersagli da colpire e pupazzetti da vincere. Non ha compassione alcuna e non considera il prossimo se non in quanto un mezzo per raggiungere i propri scopi. In alcuni casi speciali, riconosce l'umanità altrui come qualcosa da distruggere completamente, prima di mettere fine alla vita di vittime illustri.
In questa serie, lo troviamo a caccia, in azione, pronto ad uccidere e ad infliggere il massimo danno possibile. I suoi bersagli saranno molteplici, persone che hanno famiglie, lavori, amici. Bullseye potrebbe uccidere qualcuno e dimenticarsene un secondo dopo, ma c'è una rete di affetti attorno alle sue vittime pesantemente colpita dalle sue azioni. E questo elemento sarà centrale nella storia.
Il nostro assassino è fuori dal giro da un po'. Nel ciclo di storie di Daredevil di Samnee e Waid lo abbiamo visto costretto a un polmone d'acciaio e per un sacco di tempo è stato creduto morto. Poi lo abbiamo scovato in una prigione dello S.H.I.E.L.D., prima di essere liberato dalla Mano, nelle storie di Elektra di Blackman e Del Mundo. Insomma, non vede l'ora di rimettersi in azione. Le sue malefatte iniziano a New York, ma presto lo vedremo scatenare l'inferno in Colombia.
Una storia decisamente metropolitana, promette Brisson, in accordo con quelle di Kingpin, Elektra e Daredevil dell'iniziativa Running with the Devil. L'obiettivo è quello di definire nuovamente il personaggio di Bullseye riportando sulle scene anche comprimari storici come Bullet e Shotgun, che appariranno già nel secondo numero e resteranno nei paraggi fino alla fine.
Ho iniziato a leggere Daredevil con il ciclo di Ann Nocenti e John Romita Jr., che ha introdotto questi due personaggi, da cui sono stato ossessionato per lungo tempo. Un tempo avevo una copia di Daredevil #237 appesa al muro, quella con Shotgun sul tettuccio di una macchina a fucile spianato mentre il Diavolo Rosso gli si getta addosso.
La adoravo e non saprei dire quante volte io abbia copiato quella copertina da ragazzino. Mi piacevano Bullet e Shotgun: due semplici mercenari, niente costumi, che diedero a Matt filo da torcere. Ho voluto omaggiare loro e le storie dell'epoca.
Joy Jones, agente dell'F.B.I. con ragioni personali per vendicarsi di Bullseye, si unisce alla banda dei comprimari, come i vari tizi che il killer è assoldato per uccidere, in una storia disegnata da Guillermo Sana che ha stupito il suo sceneggiatore, che prima di collaborare con lui non lo conosceva, per l'abilità di narratore per immagini.
In molti momenti avevo in testa delle scene di cui io stesso dubitavo. Non conoscendo il mio collega, a volte mi trovavo a sperare che capisse, che le immagini riuscissero a tradurre quello che avevo pensato. E, dannazione, Guillermo è sempre riuscito a sorprendermi.
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Fonte: Comic Book Resources