Marvel: Peter David e il segreto del successo di Spider-Man 2099
Peter David, creatore di Spider-Man 2099, riflette sulle strade che prenderebbe oggigiorno se avesse a che fare con l'universo di Miguel O'Hara
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
L'ultima parte dell'intervista di Newsarama scaturisce da una domanda molto semplice: cosa farebbe Peter David se dovesse lanciare oggi una nuova storia ambientata nel 2099?
David - Non so quanti e quali sarebbero i cambiamenti, perché devo dire che mi piacciono ancora un sacco di cose che facemmo all'epoca. Mi piaceva la struttura sociale corporativa, mi piaceva l'Alchemax, mi piaceva la Stark-Fujikawa. Magari assumerei un approccio alla Futurama. La cosa che mi interesserebbe maggiormente sarebbe prendere un personaggio dell'attuale Universo Marvel e portarlo in quello del 2099, perché così avrei modo di mostrare un approccio in prima persona a quel mondo, mentre la storia si sviluppa. Dovrebbe essere un eroe di profilo medio-alto. Questa sarebbe una cosa interessante: regalare al lettore di oggi qualcosa di rilevante sul 2099.
Il problema che si incontra sempre, quando si ha a che fare con le realtà e gli universi alternativi, è dare al pubblico l'idea che ci sia qualcosa di realmente grosso in ballo. Ecco perché l'Universo 2099 non sarebbe in grado di sostenersi da sé, ecco perché il New Universe non fu in grado di fare altrettanto, ecco perché ogni evento che ha come tema gli universi paralleli non funziona. La premessa stessa rende difficile il sentirsi coinvolti fino in fondo, secondo me.Non saprei dire quali delle potenziali previsioni che facemmo all'epoca fossero sbagliate: non siamo ancora nel 2099, quindi molte potrebbero ancora avverarsi. Certamente abbiamo azzeccato l'importanza sempre maggiore della rete. Vi mostrammo la gente che se ne andava in giro con quei piccoli affari sempre connessi anni prima del Bluetooth. Certamente, in termini di comunicazioni e reti, ci abbiamo visto giusto, anche se ancora la tecnologia non proietta le persone dentro quello spazio. Ma Dio solo sa cosa accadrà nei prossimi decenni. Vedremo se davvero costruiranno al di sopra dei grattacieli di New York, se le città smetteranno di crescere in ampiezza e lo faranno ancor più in altezza.
Che altro? Non sarei sorpreso se in futuro vedessimo davvero le nostre auto a propulsione magnetica, dato che è sempre più ovvio che i carburanti fossili faranno la fine dei dinosauri da cui provengono, prima o poi. Non avevamo pensato alle auto ibride, ma immagino che nel 2099 saranno superate. Ma la cosa triste è che non saprò mai veramente se e quanto io abbia sbagliato le mie previsioni. Non mi ci vedo a respirare ancora su questa Terra, nel 2099. Al massimo, sarò una testa vivente di Futurama, appunto.
Al che, Peter David viene stimolato a parlare di uno dei personaggi più oscuri, ma anche a suo modo adorabili, della saga di Spider-Man 2099: Bloodhammer, criminale di infimo livello e personaggio divertentissimo.
David - Mi attraggono tantissimo i cattivi di terz'ordine. Quel tizio era il peggior criminale di sempre, convinto di essere il migliore di ogni epoca. Era completamente fuori dal proprio elemento. Non ne aveva idea, ma era sicuro di essere il padrone del mondo. Mi è sempre piaciuto. In particolare, mi piaceva il fatto che Miguel lo deridesse pesantemente mentre tutti gli altri si voltavano, semplicemente, da un'altra parte. Di tutti gli albi disegnati da Rick Leonardi, quello in cui compariva Blodhammer è uno dei miei preferiti, specialmente perché Miguel è senza costume per gran parte della storia.
Tutta la storia di Gabriel O'Hara che era Goblin, invece, era una stupidaggine. Era una delle ragioni per cui diedi di matto con gli editor, quando mi dissero che quella era la decisione. Lo avevamo già fatto. L'altro fratello di Miguel era malvagio. Doveva essere Padre Jennifer, perché aveva delle ottime ragioni per essere Goblin. Non ricordo quali fossero, in questo momento, ma c'erano. Se non sbaglio, credo che avesse creato il Goblin del 2099 come una figura che voleva essere positiva, ma poi le cose le sfuggirono di mano, come fanno sempre.
Aveva perfettamente senso che lo Spider-Man del 2099 godesse di un gruppo di accoliti. Non sono io ad aver inventato il culto di Thor, dopotutto. Fu una delle cose a cui pensai subito quando dovetti sviluppare l'Universo 2099: aveva senso che in quell'epoca la figura di Spider-Man fosse venerata come una divinità, come quella di Thor lo era dai Vichinghi. Anche perché Thor stesso, un dio, aveva vissuto assieme a Spider-Man.
Un'idea fra le tante che poi, anni dopo, sarebbe stata ripresa in altri contesti. Ancora oggi, David non si capacita del fatto che il pubblico faticò a digerire le ragnatele organiche dei film di Sam Raimi dedicati a Spider-Man, quando lui le aveva introdotte nelle storie 2099 anni prima. Non erano affatto una novità. Stessa cosa accadde per gli uncini che Miguel aveva sulle mani per arrampicare e che poi anche Toby McGuire si sarebbe ritrovato sui palmi.
David - Non chiedetemi il perché dell'affetto, ancora vivo, per quelle storie. Chiedetelo ai fan. Sono l'ultima persona che saprebbe rispondervi. Ho scritto storie che consideravo molto, molto migliori e che sono finite nel dimenticatoio. Ma la gente adora Spider-Man 2099. Non si può mai sapere cosa colpirà i cuori dei lettori, cosa catturerà il loro interesse e cosa ricorderanno, Qualcosa, ovviamente, ha creato una risonanza.
Quel che mi ha fatto male, invece, è stato quando in tanti mi hanno accusato di riciclare le mie idee, quando ho riportato alla luce l'Universo 2099 nelle mie storie su Captain Marvel. Quando altri hanno fatto la stessa, precisa, identica cosa su Exiles, ecco che tutti li hanno lodati per avergli regalato un bel viaggio nella nostalgia. Ma come? Non che abbiano fatto una brutta cosa, ma perché io fui preso a pesci in faccia? Mistero.
Fonte: Newsarama