Marvel: Pepe Larraz sulle fonti di ispirazione per House of X

Pepe Larraz, disegnatore della miniserie House of X, ha condiviso con i lettori alcune considerazioni sulla sua formazione artistica e sulle sue influenze.

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Tramite il sito ufficiale della Marvel, Pepe Larraz, disegnatore della miniserie House of X e uno degli ospiti di Panini Comics a Lucca Comics & Games 2019, ha condiviso con i lettori alcune considerazioni sulla sua formazione artistica e le sue influenze.

L'artista spagnolo ha parlato dei suoi autori di riferimento nel mondo dei comics e dei manga, senza tralasciare il Fumetto italiano e quello d'oltralpe:

House of X #4, copertina di Pepe Larraz

C'erano un paio di disegnatori spagnoli, tra cui Francisco Ibáñez Talavera, autore di Mortadelo y Filemón, e Juan López Fernández, creatore di Superlopez. Ma anche René Goscinny e Albert Uderzo, che hanno realizzato la gloriosa serie francese Asterix. Il loro lavoro era ovunque mentre crescevo.

Disegnavo le mie storie di Mortadelo y Filemón, immagino perché fossero le più semplici da copiare, ma cominciai molto presto a sviluppare i miei personaggi, che avevano la stessa testa di Mortadelo ma corpi diversi. Quando ho iniziato a leggere i fumetti americani, i corpi cambiarono, tendendo maggiormente a quelli dei super eroi, con un'anatomia dettagliata, mentre le teste continuavano a essere come quella di Mortadelo. Erano davvero strani.

Ho seguito un gran numero di illustratori e concept artist di film, come Even Mehl Amundsen, Ian McQue, Alberto Mielgo, Marcos Mateu, James Gurney, Pakoto, Mol, David de las Heras e Igor-Albán Chevalier.

Amo anche il lavoro dei pittori russi del Diciannovesimo Secolo, come Ilya Repin, Vladimir Kuinjy e Ivan Bilibin... o anche i pittori Ramon Casas, Joaquin Sorolla, Alphonse Mucha e Hiroshi Yoshida, e gli illustratori americani del Ventesimo Secolo come Norman Rockwell, J.C. Leyendecker, Gil Elvgren, N.C. Whyet e Howard Pyle.

Ho anche studiato il lavoro di alcuni direttori della fotografia cinematografica, per la composizione delle immagini e l'utilizzo narrativo della luce, tra cui Roger Deakins, Emmanuel Lubezky, Janusz Kaminsky, Allen Daviau, Darius Khondji e Adam Arkapaw, giusto per fare qualche nome.

Dragon Ball, di Akira Toriyama

Inoltre, ho un grosso debito con Dragon Ball di Akira Toriyama. Quell'anime fece da pietra angolare alla nostra generazione di disegnatori. Tramite esso abbiamo avuto il primo assaggio di vera epicità. Ho imparato un sacco sul come disegnare un combattimento e come dare il ritmo. Tutto era disegnato con molta personalità, ogni personaggio aveva una silhouette unica. Era favoloso.

Come tanti altri, ho inoltre amato il lavoro per gli anime fatto da Hayao Miyazaki, Katsuhiro Otomo e Masamune Shirow.

Suart Immonen e Olivier Coipel sono probabilmente i migliori, ed entrambi hanno una grande influenza sui fumetti che escono oggi. Stuart è il disegnatore perfetto, un gran progettista con delle abilità narrative eccezionali, un favoloso utilizzo della luce e delle ombre, e una gestione intelligente del layout della pagina. Penso che sia la naturale evoluzione di Alex Toth. Olivier è virtuoso, stravagante ed esuberante, e i suoi disegni sono pura eleganza. Il suo lavoro è un costante promemoria di lasciarmi andare più spesso, giocare e divertirmi, senza complicarmi troppo la vita. È un'ispirazione.

Riguardo a Otomo, quando ero un docente di Fumetto consigliavo ai miei studenti di leggere il suo Akira una volta al mese. È senza alcun dubbio una delle cattedrali del manga e di tutti gli stili di Arte sequenziale. Ha tutto: movimenti perfettamente coreografici, inquadrature mai noiose nel corso di lunghe conversazioni, illuminazione, un design favoloso e un'azione incredibile.

Anche tutto il lavoro fatto da Moebius ha avuto una grande influenza: le inquadrature, l'ambientazione, quella sensazione strana eppur familiare derivante da tutti quei mondi. Anche il bianco e nero di Milo Manara mi è stato di grande ispirazione.

X-Men #1, copertina di Olivier Coipel

Record of Lodoss War, di Akihiro Yamada, ha poi avuto una grande influenza sulla mia inchiostrazione, specialmente quella di House of X, rendendola più libera di quanto non fosse prima. Quel lavoro è una fonte di soluzioni grafiche. Visto il quantitativo di dettagli presenti in House of X, e la decisione di non utilizzare delle foto o delle immagini vettore per le aree boschive, ho dovuto trovare una soluzione per ritrarre le vaste aree organiche in bianco e nero, e anche piuttosto velocemente. Il lavoro di Yamada su Lodoss War mi ha fornito molte idee interessanti per farlo, utilizzando l'equivalente digitale della parallel pen o dei retini più organici.

Pasqual Ferry è stata un'altra delle mie più grandi influenze, e mi ha dato una spinta agli inizi della carriera, quando ho avuto la possibilità di aiutarlo su Mighty Thor. Lavorare vicino a uno dei più bravi disegnatori Marvel è stato assolutamente incredibile. Inoltre, hanno voluto che imitassi il suo stile per rendere la transizione tra le pagine più liscia. Perciò, in pratica mi hanno pagato per imparare da uno dei migliori.

David Lafuente e David Lopez ora sono dei miei cari amici, e anche se viviamo in angoli opposti della Spagna, parliamo a lungo mentre lavoriamo con telefonate interminabili, idem con Álvaro Martínez. Ma ero un fan di entrambi i David, prima di averli come amici. Il lavoro indipendente di Lopez su Espiral fu fondamentale per la mia esperienza di narratore e di uomo. Penso di essermi trasferito a Barcellona proprio grazie a quella storia. Lo Spider-Man di Lafuente era uno dei prodotti che ho studiato più da vicino quando cercavo di essere assunto alla Marvel. Il modo in cui ha prestato attenzione a ogni dettaglio, dal costume da super eroe alla tastiera dei computer, era sempre realizzato con il massimo amore per il medium Fumetto.

Parlare con loro è una lezione sul fare fumetti, per me. E ci supportiamo molto tra di noi, quando arrivano le brutte giornate. Senza di loro, il mio lavoro non sarebbe lo stesso, ora come ora. Sono davvero fortunato di averli entrambi dall'altra parte della barricata.

Mighty Thor #7, anteprima 01

Il bello dei fumetti è che le persone da cui hai imparato sono ancora in attività quando inizi a lavorare. Sono stato abbastanza fortunato da poter conoscere e parlare con Alan Davis, R.M. Guera, Mark Farmer, Bill Sienkiewicz, Simon Bisley, Carlos Pacheco, Salvador Larroca e Humberto Ramos. Ho fatto un viaggio in ascensore con Kevin Eastman, e per qualche minuto ho potuto parlare anche con Frank Miller! E ho anche avuto il piacere di conoscere i disegnatori della mia generazione: Paul Renaud, Mahmud Asrar, Valerio Schiti, Sara Pichelli, Yildiray Cinar, Jorge Jimenez, Javier Fernández, Natacha Bustos, Daniel Acuña e Jorge Fornés, oltre ai miei compagni Young Guns. Un altro momento speciale è stato il mio incontro con Jan, il creatore di Superlopez. Custodisco con grande gioia questi momenti, in quanto fan. Ma do anche loro un valore immenso, visto che mi hanno dato la possibilità di conoscere questi artisti di persona. Mi piace scoprire tutti i problemi relativi al lato peggiore di questo mestiere: le infinite ore di lavoro, la solitudine e il modo per restare concentrati.

Da professionista, è sempre una sfida realizzare il proprio design degli eroi classici, o crearne di nuovi, ma è anche davvero bello realizzare la tua versione dei design altrui, aggiungendo qualcosa di nuovo. Mi sto divertendo nel dare la mia visione di Magneto e Xavier in House of X, sono figure fondamentali nella storia degli X-Men.

Mortadelo y Filemon, di Francisco Ibanez Talavera

Fonte: Marvel

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