Marvel NOW!, Paul Renaud: Ecco perché Sam Wilson è un grande Capitan America

Renaud sulla psiche di Sam Wilson, la vita dopo Civil War II e le ragioni per cui lo scudo di Capitan America gli calza a pennello

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Il disegnatore Paul Renaud parla di Sam Wilson e della sua prospettiva alla fine degli eventi di Civil War II. L'artista, che torna sulla serie scritta da Nick Spencer con Captain America: Sam Wilson #14, ha discusso degli effetti della Guerra Civile sul personaggio e della sua arte al servizio della Sentinella della Libertà.

Captain America: Sam Wilson #14, variant cover di Paul Renaud

Mi piace il fatto che Civil War II non abbia comportato grandi differenze nella sua vita. Voglio dire, non importa quale sia la sua posizione, di quanto eroismo ci sia bisogno per mantenerla, quanto importante sia il suo ruolo negli Avengers: Sam deve comunque e sempre affrontare il fatto di non essere stato accettato nel ruolo di Cap.

Detto questo, adoro il fatto che continui a prendere posizioni forti, sia da Vendicatore che da eroe coinvolto in Civil War II, dimostrando di non avere affatto paura di vestire i panni di Capitan America. Semmai, il conflitto ha rafforzato la sua convinzione e ha mostrato che non è assolutamente secondo a Steve Rogers.

Il suo ruolo non cambia affatto il mio approccio di disegnatore. La mia unica preoccupazione è di far capire che Steve è ancora sotto copertura per tutto l'Universo Marvel, il che lo porta a essere più affabile e amichevole di quanto ci abbia abituati in passato. Ovviamente, visto quel che ha in serbo per Sam, dovrà essere particolarmente abile. Da vecchio fan di Steve Rogers, mi sto godendo un sacco le storie di Nick Spencer, devo dire.

Proprio Nick mi ha chiesto di rivedere l'uniforme di Spezzabandiera, personaggio che fa il suo ritorno nel ciclo Take Back the Shield. Il gioco era restare fedeli all'originale, mantenendo riconoscibile l'aspetto, ma modernizzare in senso più realistico. Ecco quindi un costume rinforzato, un look più militare e minaccioso per rendere più realistiche le sue terribili azioni.

Captain America: Steve Rogers #6, copertina di Paul RenaudSam e Steve dovranno vedersela con una complessa situazione e il primo ha il compito di salvare il senatore anti-immigrazione Tom Herald, ostaggio di Spezzabandiera. Lo stesso che ha reso la sua vita un inferno negli ultimi mesi. Non credo che abbia mai dovuto affrontare una situazione del genere e mi ha sorpreso vedere quanto oscura sia la storia di Nick, sinistre le azioni dei soldati di Spezzabandiera e Ultimatum. Questo numero #14 è davvero potente, decisamente traumatico per Sam.

Ho disegnato il personaggio quando Rick Remender era alla guida di Captain America e sono tornato a farlo nelle storie di Spencer. Poter seguire Sam così da vicino in diversi periodi della sua esistenza è una gioia. Credo che la caratteristica che lo rende un Cap grandioso sia che lui stesso non sia del tutto entusiasta di esserlo. Insomma, starebbe bene anche senza quel nome.

Tuttavia, sa che essere sotto i riflettori lo aiuta nella sua lotta alle ineguaglianze, per i diritti dei più deboli e dei dimenticati. Ancora una volta, è una questione di responsabilità, come spesso accade nei fumetti Marvel. Bucky ha sorretto lo scudo per una questione d'onore e di memoria del suo amico e mentore caduto, mentre l'obiettivo di Sam è un altro. Non ha senso, per lui essere Capitan America senza lottare per ciò che è giusto e, nel farlo, si è fatto più nemici che amici.

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Fonte: Marvel

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