Marvel NOW!: Moss e Rivera presentano America, eroina lesbica in cerca di identità
Wil Moss e la sceneggiatrice Gabby Rivera parlano di America Chavez, della sua nuova serie, e del suo percorso di formazione
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Vi riportiamo i passaggi più interessanti dall'intervista in questione.
[caption id="attachment_134646" align="alignright" width="200"] America #1, copertina di Maruerite Sauvage[/caption]
Moss - Da tempo volevamo dedicate una serie ad America, era solo questione di trovare la penna giusta. Ho sondato molto fra gli autori di romanzi per ragazzi, in cerca di una voce nuova, anche perché il nostro pubblico si sovrappone in gran parte con quella fascia editoriale. Ho sentito parlare molto bene di Gabby e, quando ho letto il suo Julieth Takes A Breath, ho capito perché.
Rivera - Io lavoro per organizzazioni no profit di informazione sulla cultura LGBT. Ho ricevuto una mail dalla Marvel proprio mentre ero al lavoro e, improvvisamente, l'incredulità. Ero in ufficio, nel silenzio generale, ho iniziato a urlare, sono corsa fuori e ho chiamato mia mamma con voce più alta del solito di quarantotto ottave. Ero davvero entusiasta, anche perché nessun uomo, prima di Wil, mi aveva mai scritto riguardo al mio romanzo.Non sono una gran lettrice di fumetti, al di là di alcune graphic novel che ho in libreria. La mia famiglia, tuttavia, è piena di appassionati e io sono cresciuta nutrita di fantascienza e Star Trek. Ma devo essere onesta: non pensavo ci fosse spazio per me nel mondo dei comics.
I miei editor mi hanno dato da leggere tutti i numeri di Young Avengers mai scritti, per farmi afferrare la storia di America già narrata. Un altro riferimento importante è la gran quantità di webcomics su donne omosessuali che ho trovato online. Una mia cara amica di nome Mey Rude è una giovane scrittrice gay ed è sudamericana, proprio come America. Quando ha sentito che sarei diventata la scrittrice di America, ho scoperto che era una fan ed è stata utilissima per il mio lavoro.
Non solo latina e omosessuale, America Chavez, secondo la Rivera, è interessante perché è un personaggio sempre positivo. Per questo, l'autrice è consapevole di non dover scrivere questa serie pensando che sia un fumetto di supereroi, ma molto di più: la Marvel l'ha contattata per la gioia e la bizzarria dei suoi lavori precedenti e lei ha tutta l'intenzione di conservarle.
[caption id="attachment_134644" align="alignright" width="199"] America #1, variant cover di Joe Quinones[/caption]
Rivera - In Young Avengers, America era effettivamente parte della squadra, ma era sospinta sempre da ragioni esterne. Qui, la vedremo farsi delle domande su quale sia il suo ruolo come eroina, sui motivi per cui combatte le sue battaglie, invece di andare al college e ricostruirsi una vita stabile. America cercherà di tenere insieme queste due vite, tra viaggi interdimensionali e dubbi esistenziali di una certa rilevanza.
Non sa di preciso quanto sia forte e presto lo scoprirà. I poteri che ha sono destinati ad ampliarsi e dovrà imparare a controllarli, cosa che dovrebbe creare diversi momenti divertenti. Ci saranno diversi personaggi noti che le faranno da mentore e l'aiuteranno a diventare una persona più matura. Anche i suoi antenati saranno coinvolti nel suo sviluppo.
Moss - America proviene da una dimensione utopistica e prettamente femminile. Ha due mamme che si sono sacrificate per proteggere quel mondo e l'intero Multiverso. Quando se ne sono andate, America ha deciso di andare all'avventura ed è giunta nell'Universo Marvel. Ma ora non può più tornare indietro e non ha la minima idea del destino delle sue genitrici.
La Rivera confessa di essere un po' preoccupata: una donna gay che entra nel mondo della Marvel. Il timore che i maschi detestino questa storia e la facciano a pezzi per la mia identità personale esiste, anche solo per un senso di appartenenza non ancora stabile al mondo dei fumetti di supereroi. Ma Wil Moss rassicura: ogni singolo fumetto coraggioso viene attaccato da molti.
Rivera - Non sono tanto gli attacchi a preoccuparmi, quanto la prospettiva di non riuscire a raccontare la storia, non riuscire ad arrivare a quei lettori che vorrebbero leggerla perché, spaventati dall'opinione aggressiva di molti, potrebbero rinunciare. Io ero una troll di internet, quando avevo quindici anni, devo essere onesta, ed ero spaventata dalla prospettiva di essere sincera su me stessa. Per confondermi con gli altri, partecipavo all'aggressività generale verso le lesbiche. Una cosa terribile, ciò che davvero temo.
Con America, voglio rappresentare le donne di ogni genere, non soltanto omosessuali. Io amo le donne, amo me stessa. A volte mi sento come se non fossi considerata una donna, personalmente, solo perché mi vesto in una certa maniera e allora devo per forza essere mascolina. Ma la femminilità è una cosa flessibile, variabile, adattabile e sempre meravigliosa che non dovremmo mai temere e che dovrebbe manifestarsi liberamente.
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Fonte: Refinery 29