Marvel NOW!, Invincible Iron Man: Bendis sul destino di Tony Stark e l'arrivo di Ironheart
Brian Bendis, sceneggiatore di Invincible Iron Man e Civil War II, parla del destino di Tony Stark e della personalità di Riri Williams
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
L'intervista di Marvel.com allo sceneggiatore parte da una domanda molto semplice: Tony Stark, alla luce dei suoi comportamenti, dalla decisione cosciente di scatenare una seconda Guerra Civile dei Supereroi alla scelta che lo ha portato, di fatto, a torturare Ulysses per, si suppone, un bene più grande... è ancora definibile come un eroe o ha perso (nuovamente?) la superiorità morale e il contegno che un lettore Marvel si aspetta?
Un giorno sì e un giorno no, qualcuno mi accusa di aver rovinato il personaggio di Capitan Marvel o di Iron Man, con pari convinzione e passione. Gli uni sono incapaci di vedere il punto di vista degli altri. Del resto, Civil War II è progettato appositamente per mettere in difficoltà i lettori ad ogni finale di albo, obiettivo che, da scrittori, abbiamo trovato fin da subito entusiasmante.
Voi, ad esempio, potreste pensare che Tony abbia perso la sua etica, ma io dissento totalmente. Anche se, ovviamente, non posso rivelarvi perché.
Il fatto è che io sono colui che scrive il personaggio e non voglio rivelare motivi e ragioni che lo portano a compiere le sue scelte. Ogni lettore deve avere il diritto di fare congetture e di sovrapporre la propria morale a quella della storia. Ed è quello che stanno facendo. Mi spiace solo che molti ce l'abbiano con me per questo.In generale, la cosa interessante di questa storia è che tutti i protagonisti sono eroi e tutti quanti pensano di avere ragione al cento percento. Il che è chiaramente impossibile e ci dice che nessuno di loro, probabilmente, è moralmente superiore agli altri. Inoltre, tutti hanno dei demoni personali incredibilmente simili a ispirare azioni che paiono radicalmente opposte.
C'è da dire che moltissimi hanno frainteso il sostegno che l'attore ha concesso a Riri e molti hanno pensato che ci sarebbe stata lei nel ruolo dei film. Un'altra reazione all'annuncio fu che la mia casella mail si intasò di commenti di un sacco di gente che, chiaramente, non aveva letto l'articolo.
Un sacco di attrici di colore di grande talento mandarono le loro foto alla Marvel per proporsi e fu un peccato doverle rimbalzare, perché era evidente quanto ci avrebbero tenuto a ricoprire il ruolo.
Lasciatemi dire una cosa sul cambiamento che sta avvenendo in casa Marvel. Credo che sia stato Joe Quesada, tempo fa, a parlare con Stan Lee delle piccole rivoluzioni che stavamo e stiamo apportando, per sapere cosa ne pensasse, e Stan gli rispose che i lettori, se ci fosse stato ancora lui al comando, avrebbero avuto il loro daffare a riconoscere l'Universo Marvel. Ci rassicurò su quel che pensavamo: cioè che stavamo rinnovando le cose in quanto innamorati dei personaggi e del loro mondo.
Per questo, credo di non avere alcun rimpianto riguardo alle scelte difficili, riguardo a Miles Morales, e non ne avrò su Riri. Se guardo fuori dal finestrino e vedo che l'Universo Marvel è in movimento, allora so di essere sulla strada giusta.
La storia di Riri, comunque, è molto differente da quella di Miles, perché diversi sono il suo passato, le sue prospettive e le ragioni per cui diventerà Ironheart. E queste saranno interessanti da esplorare. La sua è la storia di una giovane donna di grande talento decisa a divenire la migliore versione possibile di se stessa e non c'è nulla di più soddisfacente da scrivere.
Si tratta di un'eroina che pensa costantemente di poter fare di più e di meglio e ha tutta l'intenzione di imparare qualcosa da ogni avventura, spesso qualcosa di se stessa. A poco a poco scoprirà, e noi con lei, quali siano i suoi limiti, soprattutto in termini etici. La gente potrà vedere cosa la motivi, quale sia la sua connessione con l'armatura e molto altro ancora.
Tutti noi siamo passati da quello snodo fondamentale della vita in cui alcuni ti ritengono un adulto mentre altri ti vedono ancora come un ragazzino e tu stesso non sai decidere da che parte stare. La tua maturità ti sorprende quando meno te lo aspetti, spesso proprio quando il mondo ti sta crollando addosso.
L'esuberanza della gioventù, la convinzione di essere indistruttibili e l'incoscienza che ne deriva sono quelli che, quando arriva la consapevolezza dell'età adulta, ti portano a metterti un'armatura, o un costume e a combattere il crimine. Difficile pensare a un uomo di mezza età che faccia quella scelta. Serve una condizione di mezzo tra saggezza, responsabilità e follia giovanile.
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Fonte: Marvel