Marvel NOW!: Hulk di Mariko Tamaki ci consegna una Jennifer Walters ferita e fragile

Mariko Tamaki, sceneggiatrice di Hulk, parla di Jennifer Walters e dei traumi che sta affrontando dopo gli eventi di Civil War II

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Si chiamerà Hulk, senza "She", la serie che debutterà a dicembre, con i testi di Mariko Tamaki (E la chiamano estate) e i disegni di Nico Leon (Spider-Man, Ms. Marvel). La protagonista sarà Jennifer Walters che, invece, ha per nome di battaglia She-Hulk, o almeno l'ha sempre avuto. Tuttavia, non sarà proprio la Jennifer potente, ma scanzonata e dalle storie sospese tra supereroismo e comicità che ha consacrato la storica gestione di John Byrne, né quella un po' imbranata e sempre in mezzo ai guai e alla sfortuna vista ultimamente nel ciclo di Charles Soule.

Pare che Jennifer abbia ereditato molte delle antiche preoccupazioni un tempo prerogativa di suo cugino, Bruce Banner. A parlarne, dalle pagine di Marvel.com, proprio la sceneggiatrice di origini giapponesi, a partire dagli eventi di Civil War II.

Hulk #1, copertina di Jeff DekalJennifer è quasi morta per una decisione di Capitan Marvel, e Occhio di Falco, uno degli uomini di Carol Danvers, ha ucciso suo cugino. Il rapporto tra le due donne è stato colpito duramente. Impossibile che non rimanessero scorie da quanto successo e la loro relazione è destinata fatalmente a cambiare. Credo che entrambe siano abituate a vivere eventi traumatici e incredibili, ma la morte ha la tendenza a trascendere persino esperienze come le loro.

Jen ha sempre creduto nella legge e nella giustizia, ma il mondo, sotto i suoi piedi, è come se le fosse stato sottratto. Quando ti succede qualcosa di così inaspettato, inimmaginabile persino per una come She-Hulk, tutto ti appare instabile e precario. E in quei casi, sebbene non sia logico, ti attacchi a qualcosa su cui pensi di poter contare, ti crei dei limiti e ti dai delle regole, cerchi di costruirti attorno un mondo che abbia senso.

Jen non mi sembra una persona che possa affidarsi completamente alla previsione del futuro di un solo uomo, per quanto rassicurante o affascinante, e non penso che, da donna che crede in un giusto processo e in un giudizio sulla base delle colpe e responsabilità, sia disposta a mettere in dubbio questa convinzione, per il momento. Allo stato attuale, cerca solo di riprendere una condizione di normalità, per quanto possibile.

Riguardo al suo recente passato e ai traumi personali subiti, alcuni sono costantemente in cerca di una risposta certa, di qualcosa che somigli a una verità certa, mentre altri cercano di stare più lontano possibile dal dolore. Jennifer ha scelto il piano B, per ora. Non credo che, al momento, si senta di fare una vita da supereroina. Semmai, la vedremo tentare di seppellirsi nel suo lavoro di avvocato. Ovviamente, non tutto andrà come crede.

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Fonte: Marvel

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