Marvel NOW!: Gorman e Robson sul ritorno dei Vendicatori dei Grandi Laghi
Zac Gorman e Will Robson, fautori del ritorno dei Vendicatori dei Grandi Laghi, tornano a parlare del rilancio del più assurdo gruppo di supereroi Marvel
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Gorman - Quando mi hanno proposto questa serie, conoscevo già i suoi protagonisti. Probabilmente non ero in grado di ricordare il nome di Doorman, il che è strano, perché oggi è il mio preferito. In realtà, all'epoca stavo lavorando a un'altra proposta per la Marvel, che non ha funzionato, e Tom Brevoort mi ha avvisato che c'era un progetto di rilancio dei Vendicatori dei Grandi Laghi. I personaggi di Serie D sono un po' la mia specialità.
Robson - È successo tutto molto in fretta. Lavoravo su Star-Lord, che ha concluso la sua corsa, e cercavo un nuovo impegno. Ho scritto a un sacco di editori e per fortuna, poche ore dopo, Brevoort mi ha fatto avere questa proposta. Io e Zac ci conosciamo bene, dato che siamo entrambi nuovi alla Marvel. Arrivare sin qui è stato sempre un sogno per me, e ora mi hanno affidato un'intera serie regolare.
Dei Vendicatori dei Grandi Laghi conosco la serie scritta da Dan Slott nel 2005, che mi ha fatto innamorare all'istante di loro. Mr. Immortal è, per me, uno dei personaggi più interessanti della Marvel. Letteralmente, sarà l'ultimo essere umano vivente e osserverà la morte della nostra razza e del pianeta. Pazzesco! Questi personaggi hanno un sacco di potenziale, se ringiovaniti e aggiornati ai nostri tempi.Gorman - Il fatto che il gruppo si trasferisca a Detroit e la loro nuova accettazione nei ranghi dei Vendicatori sono due facce della stessa medaglia. Per ora, posso dirvi solo che la Motor City è proprio il luogo depresso, secondario e dal paesaggio poco attraente dove ti aspetti di trovare questi Avengers di quarta mano.
A Detroit ci ho passato gran parte della mia vita e volevo lavorare a una storia ambientata in un luogo che conoscessi bene, per integrare aspetti della storia nella trama. Al di là dei ridicoli criminali che vedremo, ci sono problemi seri come la gentrificazione, la corruzione, l'inquinamento. Tutte cose che i cittadini di Detroit conoscono molto bene. La tensione che si crea tra il tono della nostra storia, ridicolo e divertito, e queste serissime questioni sembrerà strano, ma sarà interessante, in un modo assurdo e particolare.
Tutti i componenti dei Vendicatori dei Grandi Laghi che sono ancora in vita faranno un'apparizione, anche se non tutti fanno parte della squadra. Il nucleo storico è composto da Flatman, Mr. Immortal, Big Bertha e Doorman, ma ci saranno anche nuovi membri. Doorman, come vi dicevo, è il mio preferito, in fuga dalle sue responsabilità che hanno a che fare con il cosmo: pigro, sarcastico ed egoista, pensa che i suoi poteri siano una specie di posto di lavoro scomodo, da evitare.
Robson - Io adoro disegnare Big Bertha, un personaggio divertentissimo. Sono un grande sostenitore della moda per persone sovrappeso e ho degli amici che lavorano in quell'ambito. E poi Zac ha apportato dei cambiamenti molto interessanti al personaggio. Anche Flatman è divertente, perché non devo preoccuparmi delle anatomie.
Autore di un fumetto così umoristico, Gorman cita Matt Groening tra le sue influenze principali e parla dei Vendicatori dei Grandi Laghi come di un gruppo di personaggi intrinsecamente assurdi, ben più di una semplice parodia di supereroi, che entra in contrasto con un mondo terribilmente normale e terra terra.
Robson - Dal punto di vista visivo io sono un artista molto cartoonesco e mi piace concentrarmi su espressioni facciali e mani. Voglio che i lettori siano sempre perfettamente consapevoli di quel che stanno pensando i miei personaggi solo osservandone le espressioni. Ci sono milioni di modi per disegnare un sorriso, ma le variabili più piccole possono cambiare un volto e un'emozione in un secondo.
In termini di influenze, mi piacciono gli artisti in stile Ryan Stegman, che non credo abbia mai disegnato una faccia uguale a un'altra. Lo stesso vale per John Romita, Greg Capullo e J. Scott Campbell, in grado di raccontare intere storie con le espressioni di un viso, il che rende ogni fumetto entusiasmante.
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Fonte: Marvel | Newsarama