Marvel NOW!: Gerry Duggan parla di Deadpool, Madcap e l'arte di Matteo Lolli

Il legame fortissimo di Gerry Duggan con Deadpool e con i colleghi disegnatori della serie, tra cui il nostro Matteo Lolli

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Gerry Duggan è sempre felice di parlare del personaggio che, negli ultimi anni, porta sempre più la firma del suo umorismo e della sua spregiudicatezza di autore. Ovviamente, stiamo parlando di Deadpool, che, come un po' tutti i personaggi della Casa delle Idee, si appresta ad affrontare i cambiamenti che porterà il mese prossimo il finale di Civil War II, con il rilancio Marvel NOW!.

Inoltre, per il mercenario chiacchierone, si approssima il venticinquesimo anniversario dalla creazione.

Deadpool #21, copertina di Mike HawthorneMadcap è tornato e ha sentimenti di grande rancore personale nei confronti di Deadpool. Probabilmente, ha anche ragione, dato che è rimasto intrappolato nella sua mente per un sacco di tempo. Questa storyline l'ho ereditata e sono stato fortunato di avere l'occasione per rendere Madcap un cattivo di notevole importanza.

Su Deadpool #21, disegnato da Matteo Lolli, lo vedremo prendere l'iniziativa. All'inizio sembrerà velleitario, il suo tentativo di distruggere Wade, ma presto prenderà corpo. Il prossimo sarà un arco narrativo breve, rispetto alla media, ma quando vedrete a cosa si spingerà Deadpool pur di sconfiggere Madcap capirete quanto valga. Nemmeno lui ha mai affrontato qualcosa del genere e sono curioso di vedere come reagirà la gente ai colpi di scena all'orizzonte.

Sono un tipo fortunato, per quanto riguarda i miei collaboratori. La Marvel mi ha affiancato Tony Moore, Scott Koblish e poi Mike Hawthorne. Il loro lavoro è stato fondamentale per stabilire il tono e l'atmosfera della storia di Deadpool e sono tutti narratori fenomenali. Ora Matteo è salito a bordo ed è una delle persone più simpatiche con cui abbia mai lavorato. Dal suo lavoro su Occhio di Falco contro Deadpool era già evidente la sua qualità, il suo agio con l'azione e con la comicità.

Deadpool #20, copertina di Tradd Moore

Non so da dove scaturisca la mia particolare connessione con Deadpool. Da scrittore, sono sempre in cerca di sfide, anche in termini di nuovi generi, ma lavorare con i miei colleghi su questa serie pare che non mi stanchi mai.

Ultimamente, mi è capitato di leggere una bella storia a fumetti in cui l'eroe salva una ragazza che vuole saltare da un palazzo semplicemente parlandole. Mi sono trovato a pensare che la poverina era fortunata che quell'eroe non fosse Wade, e che io non avrei mai potuto scrivere una storia di quel tipo. Poi, ho realizzato che, proprio in forza di quella convinzione, avrei dovuto provarci. Ed ecco che è nato Deadpool #20, che vede il nostro eroe alle prese con una persona in crisi.

Se le battute sono divertenti, se quel che c'è in ballo in termini drammatici è valido, la sfida vale sempre la pena accettarla. Trovarsi di fronte a una storia che, di primo acchito, sembra pessima per il Mercenario Chiacchierone e cercare un modo per farla diventare adatta e di successo, è una delle cose che mi fa amare questo personaggio così tanto.

Così come l'equilibrio precario fra le classiche sparate e la violenza di Wade e il lato più sentimentale di quel che racconto. La possibilità di farvi ridere in una vignetta e colpirvi allo stomaco in quella successiva è qualcosa che mi fa sempre star bene. Ed è così che capisco se sto lavorando nel modo giusto: se riesco a farvi piangere e subito dopo ridere, vuol dire che sono dritto sui binari.

Restando in tema Wade Wilson, vi segnaliamo anche il ritorno di Deadpool 2099, che farà capolino su Deadpool #19, disegnato da Scott Koblish. Proprio suoi sono i bozzetti che vi mostriamo qui sotto, che ritraggono non Wade, ma Warda Wilson, la sua ipotetica figlia, che ne ha raccolto il manto e tiene prigioniero il padre nel tentativo di convincerlo a vuotare il sacco su mamma Shikla. Evidentemente, tra i due non corre buon sangue.

A farsi chiamare Deadpool anche l'altra "figlia" del Mercenario Chiacchierone, Ellie Preston, figlia di Emily, l'agente S.H.I.E.L.D. che ha brevemente condiviso il corpo con Wade. Warda ha tutte le intenzioni di essere l'unica in circolazione ad avere diritto a quel nome. E la situazione riporterà il vecchio signor Wilson per le strade.

Deadpool #19, bozzetti di Scott Koblish

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Fonti: Marvel | Comic Book Resources

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