Marvel NOW!: Genndy Tartakovski commenta l'esordio di Cage!

Il primo numero di Cage è uscito negli Stati Uniti e Genndy Tartakovsky racconta se stesso e la sua miniserie retrò dedicata a Power Man

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


Condividi

Spoiler Alert
Cage! di Genndy Tartakovsky è una delle chicche Marvel NOW! che più attendiamo, per l'amore viscerale che portiamo nei confronti del suo autore. Ecco perché siamo sempre felici di riportare le parole dello sceneggiatore, disegnatore, produttore, regista, animatore che ci ha regalato perle come Samurai Jack e Le SuperChicche e film come Hotel Transylvania.

Cage! è finalmente uscito negli Stati Uniti, ed ecco i commenti del suo creatore.

Cage #1, copertina di Genndy TartakovskyQuando arrivai negli Stati Uniti con la mia famiglia, negli anni Settanta, mi innamorai dei fumetti e cominciai a desiderare di scrivere e disegnarne uno, in particolare uno della Marvel, che era la mia passione all'epoca, era un sogno. Ho sempre voluto farlo, ma non ho mai pensato di esserne in grado a livello professionale. Il tarlo dell'animazione mi ha preso per primo, ma era una cosa che stava sempre nella lista dei sogni. Un vero, ufficiale fumetto Marvel.

Ero un lettore vorace delle storie di Iron Fist e Luke Cage e di Master of Kung Fu. Quando la Casa delle Idee mi ha offerto un'opportunità, ho subito pensato a Cage, a una storia che ricordasse quelle degli anni Settanta, anche per le atmosfere visive, e che fosse una versione cartoonesca del personaggio. Sin da subito, l'idea era questa.

Sono andato a rivedermi un sacco di vecchie storie, a studiarmi l'aspetto originale di Luke in quegli anni. Qualcosa di cui oggi ridiamo, ma che abbiamo adorato in molti per tanto tempo. Non avevo alcuna voglia di cancellare le origini di un personaggio che amo così tanto, stravolgerlo e ricrearlo. Semmai, la mia voglia era di ricreare le sensazioni che mi dava e restituirle secondo la mia interpretazione.

Cage #1, anteprima 01Si tratta di una lettera d'amore per le storie di Power Man, ma in generale per i fumetti dell'epoca e mi sono divertito un mondo a realizzarla. Ho cercato di riproporre l'uso dell'epoca dei balloon con i pensieri dei personaggi, delle didascalie. Anche il linguaggio. Durante il lavoro mi sono chiesto spesso se ci fosse ancora qualcuno che avrebbe apprezzato, al giorno d'oggi.

Sono anni che non leggo più fumetti, ho smesso quando sono diventati troppo realistici per i miei gusti. Dopotutto, la vita è già abbastanza piena di realtà per tutti, non ho bisogno di trovarne anche nelle storie che leggo e in quelle che racconto.

Da ragazzino non ero particolarmente attratto da personaggi e storie che somigliassero a quel che sarebbe stato il mio stile. MAD Magazine e i fumetti più strambi, che mi hanno influenzato, sono arrivati molto dopo. Ero un purista dei supereroi ed ero soprattutto un fan dei disegnatori. Miller, Perez, Byrne, Smith. Avrei letto le storie disegnate da loro anche se non fossi stato pazzo dei supereroi. Mi sarebbe bastata una loro copertina e avrei comprato anche il peggior fumetto del mondo.

Cage, che ha una storia più che decennale, è un progetto nato, iniziato, abbandonato per anni e poi ripreso. Tartakovsky afferma di averlo sempre avuto in mente, di esserti sentito in colpa per aver deluso la Marvel, quando dovette interrompere la sua realizzazione. Ed ora è felicissimo di averlo portato a termine. Le quattro storie della miniserie erano scritte da tempo immemore e solo i disegni dovevano essere portati a termine.

Dopo tanto lavoro in GCI e tanta regia, è stato meraviglioso tornare a disegnare qualcosa a mano, vecchio stile. Dopotutto sta qui il mio vero amore. Spesso ci dimentichiamo, di questi tempi, la bellezza del disegno manuale, grazie al fascino dell'animazione digitale. Per fortuna, i fumetti sono qui a ricordarcelo costantemente. E mi manca molto disegnare quel che dirigo.

Del resto, sono ancora uno che crede nelle immagini in due dimensioni, nell'originalità dell'esperienza che rappresentano rispetto a quello a cui siamo più abituati oggi. La CGI è dettagliata, meravigliosa per certe cose, ma decisamente realistica e a me non piace moltissimo imitare la realtà, come dicevo prima. Quel che ci rende artisti è la capacità di reinterpretarla e reinventarla.

Nota quasi personale, che crediamo interessi a molti di voi: sul finale dell'intervista, Tartakovsky afferma di essere al termine della decima puntata della nuova serie di Samurai Jack. Non arriverà presto quanto Cage!, ma questo basta ad aumentare la nostra salivazione.

[gallery columns="2" size="large" ids="133565,133566"]

TUTTO SU CAGE! - LEGGI ANCHE:

Fonte: Comic Book Resources

Continua a leggere su BadTaste