Marvel: Nathan Stockman e l'esaltante esperienza di disegnare Spidey
Il disegnatore Nathan Stockman parla di Spidey #10 come di un sogno ad occhi aperti, in cui può disegnare il suo eroe accanto a Capitan America
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Ecco come ha parlato di questa esperienza l'artista della serie scritta da Robbie Thompson.
Pressione quando mi hanno detto che mi avrebbero affidato Spidey, come debutto alla Marvel? Figurarsi! Stiamo solo parlando di uno dei personaggi più popolari ed amati del mondo. Cosa vuoi che vada storto? Onestamente, credo che il mio entusiasmo abbia prevalso, stordendomi. La pressione più forte proveniva da me stesso, dato che volevo a tutti i costi rendere giustizia a un personaggio che amo da sempre.
Disegnare gli adolescenti, in generale, è complicato. Questo Spidey è al suo primo anno di carriera, il che significa avere un quindicenne o sedicenne per le mani: magro, ma non scarno, eppure non ancora fisicamente costruito come Pete da grande. Anche i suoi movimenti non sono ancora fluidi, la sua postura è differente. Probabilmente ha anche un carattere più lunatico e il classico odore di ormoni degli adolescenti.Credo che il principale tratto che lo differenzia sia la mancanza di fiducia. Il suo atteggiamento tradisce la sua età e il fatto che sia ancora un imbranato. Da adulto, Peter ha un contegno che questo giovane Uomo Ragno deve ancora apprendere.
Cap, che comparirà nella serie, ha invece esperienza da vendere, è una leggenda vivente. Cosa che metterà Spidey in soggezione, convinto di non essere all'altezza. Capitan America è comodo nei propri panni, conosce il proprio ruolo nel mondo e sa quale sia il suo dovere. Ho sempre pensato che gli piaccia essere un eroe e ho cercato di mostrarlo nella sua interazione con la gente. Non vuole far altro che essere nel giusto e aiutare.
Bizzarro il modo in cui i due personaggi si incroceranno: Peter, convinto che Zia May debba trovare un nuovo compagno, convincerà Iron Man a presentarle Steve Rogers. Un attacco dell'Hydra interromperà il potenziale e bizzarro idillio.
Sono convinto che Robbie Thompson sia il più grande americano che abbia mai vissuto. Non posso dirlo con certezza solo perché non ho conosciuto tutti gli americani di sempre, ma è in quella categoria. Quindi, ovviamente, lavorare con lui è una benedizione, perché sa trasformare in realtà tutti i miei ragno-sogni e ha una tale consapevolezza dell'universo di Spider-Man che tutti i personaggi che mi fa disegnare sono perfetti.
Una stima che Stockman estende a tutta quanta la squadra che lavora a Spidey, dagli editor fino ai letteristi, che rende l'esperienza di disegnare questa serie una gioia quotidiana, per lui.
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Fonte: Marvel