Marvel: Matthew Rosenberg e Riccardo Burchielli rilanciano Punisher
Punisher riparte con Rosenberg saldamente alla sceneggiatura e il nostro Burchielli alle matite
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Un ritorno alle basi del personaggio? Sì, per certi versi; no, per altri. Riportiamo in effetti Frank a pattugliare le strade di New York con in braccio un'arma da fuoco e un coltello alla cintola, a sporcarsi le mani. Ma vedremo anche un uomo cambiato dal suo periodo in armatura. Ha sviluppato una certa abitudine a puntare al bersaglio grosso.
Credo che il punto fondamentale sia la sua consapevolezza di poter cambiare le cose in modo più diretto che in passato. Lo vedremo attraversare l'oceano per abbattere un governo e uccidere un leader mondiale, per poi tornare e affrontare, faccia a faccia, uno dei tizi più potenti dell'Universo Marvel. Ha avuto l'occasione di fare danni enormi, provocare cambiamenti importanti, in modi che non gli erano consueti. Si diceva, una volta, che uno squalo che ha attaccato un umano va abbattuto, perché se ci prende gusto non smette più. Vale anche per Frank. Torna per le strade, ma ha assaggiato pesci grossi e non vuole smettere di azzannarli, finché non li avrà sconfitti. O loro non avranno abbattuto lui.Quello che più mi ha sorpreso di Punisher è la facilità con cui l'umorismo emerge nelle sue storie. So che Garth Ennis è stato un maestro in questo, e che altri hanno seguito le sue orme. Penso a Jason Aaron e Becky Cloonan, entrambi dotati di umorismo oscuro, che emergeva appena sotto la superficie. Lo trovo affascinante. Frank ti porta in queste situazioni un po' inquietanti che, però, ti provocano sempre qualche risatina. C'è questa comicità disturbante e bizzarra in lui, che non diminuisce per nulla il dramma delle sue storie. Sperimentarlo è stato molto interessante.
Frank è diretto e onesto. Il suo compito è ammazzare gente e non ha bisogno di discutere con loro a lungo o di dibattere il motivo per cui moriranno. Ma credo che una cosa che pochi colgono, dato che è molto sottile, è il suo asciuttissimo senso dell'umorismo. Dice un sacco di cose che non hanno altro scopo che farlo divertire. Credo sia il duro comico definitivo. La gente pensa che sia sempre triste e serio, ma se scavi dentro di lui, c'è questo umorismo da forca che, probabilmente, è un segno della persona che era.Non posso dirvi molto dei suoi prossimi bersagli, ma vi rivelerò che nel primo numero farà la sua comparsa uno dei più grandi cattivi dell'Universo Marvel e che Frank ha sempre una gran voglia di riformare nazioni intere, in questi giorni. I classici cattivi Marvel sono più saggi di un tempo. Non si limitano ad essere scagnozzi e gangster, stanno diventando sindaci e capitani d'azienda. E re. Ma Frank non smetterà per questo di farli fuori.
Il rapporto tra lui e gli eroi sarà decisamente uno dei temi della serie. Con Secret Empire, l'uso dell'armatura War Machine e quel che sta per accadere, Punisher è tornato ad essere qualcuno che non può essere ignorato. E lui lo sa. Sta operando nel campo solitamente di pertinenza dei super eroi, e questo gli mette un bersaglio sulla schiena. Ma sa anche di essere disposto a fare quel che loro non vogliono, il che gli dà spesso un grande vantaggio su di loro.
In chiusura, applausi per il disegnatore. C'è il nostro Riccardo Burchielli alle matite. Rosenberg si dice grande fan del suo DMZ e del lavoro di Riccardo per Punisher. Apprezzatissimo dallo sceneggiatore il suo livello di dettaglio. Coloro che non lo conoscono, dice, rimarranno senza fiato per il realismo e la tridimensionalità che sa conferire alle sue tavole.
Fonte: Marvel