Marvel: Mark Waid torna a parlare delle storie mai narrate degli Avengers

Cap, Quicksilver, Scarlet e Occhio di Falco al quinto numero delle storie mai narrate della classica formazione di Avengers

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Prosegue la narrazione delle storie mai narrate dei Vendicatori da parte di Mark Waid e Barry Kitson, con Avengers #5.1. Le vicende del quartetto composto da Capitan America, Quicksilver, Scarlet e Occhio di Falco, in sostituzione della squadra originale degli Avengers, proseguono. L'autore ha rilasciato le seguenti dichiarazioni in merito.

Avengers #5.1, copertina di Barry KitsonIl bello di questa serie è potersi tuffare in un periodo denso di emozioni, per me, e di intrighi interpersonali, forse più di ogni altro della storia dei Vendicatori precedente e successiva. L'idea di Cap, liberato dal ghiaccio da qualcosa come cinque minuti, che diventa guida degli Avengers e di una squadra di ex criminali è spettacolare, approfondirla era una tentazione a cui non potevo resistere.

La parte più interessante, per me, è il modo in cui i due fratelli devono acclimatarsi alla cultura americana. All'epoca, non avevano mai visto una televisione, cresciuti poveri in un'area non industrializzata d'Europa. Poter giocare con questa situazione e con il fatto che improvvisamente si siano trovati venerati e rispettati dalla società di massa è stato divertente.

Non approccio questi personaggi in maniera diversa da quel che farei con le loro versioni aggiornate e credo che questo aggiunga interesse alla storia. Usare gli strumenti della narrazione moderna e applicarla a quel che Stan Lee poteva o non poteva fare nel 1965, nel contesto narrativo di una Marvel molto più semplice e molto più ingenua, è un esercizio curioso.

Avengers #1.1, copertina di Barry Kitson

La sfida è assicurarsi che le due cose stiano bene insieme, senza incasinare nulla della storia originale, convincendo i lettori che questi eventi sarebbero potuti tranquillamente essere raccontati allora, un'aggiunta a quelli già noti. Non è facile.

A volte, avevo scene già scritte e io o Tom Brevoort ci siamo resi conto che non erano coerenti con gli Avengers di allora, o che certi personaggi, semplicemente, non si conoscevano ancora. Ma per ora abbiamo sempre trovato una soluzione.

I toni, comunque, non sono un'imitazione di quelli del 1965. Non ne posso più dei pastiche di questo genere. Se avessi voluto usare la voce di Stan Lee, di cinquant'anni fa, probabilmente avrei potuto farlo, ma non è così. La storia è la mia ed è raccontata con gli strumenti odierni, sia narrativi che grafici.

Avremmo potuto inserire lettering e scansione delle tavole di quell'epoca, ma non era ciò che volevamo.

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Fonte: Marvel

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