Marvel, Legacy: Rodney Barnes sui demoni reali e interiori di Falcon
Falcon debutta con una nuova serie e recupera la sua identità originale, abbandonando lo scudo di Cap
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Ecco il piano, nelle parole di Barnes.
Avere in mano Sam in questo momento è entusiasmante, ansiogeno e un onore. Sono cresciuto leggendo le avventure di Falcon in coppia con Capitan America, quindi essere parte della sua vicenda in quest'epoca significa realizzare un vecchissimo desiderio. Sam è un leader e un patriota, due aspetti che devono essere sempre presenti nelle sue storie. Un uomo fiducioso in se stesso, ma sempre realistico riguardo ai suoi obiettivi.
All'inizio della storia, lo troviamo al più alto punto mai raggiunto in carriera: essere stato Capitan America e leader degli Avengers. Con il ruolo prominente che ha ricoperto durante gli eventi di Secret Empire, non è più la fedele spalla di un tempo, e tutto il mondo ne è consapevole. Anche se è visto come un pezzo grosso dall'opinione pubblica e dai suoi stessi colleghi, Sam non ha intenzione di dimenticare i problemi di tutti i giorni della gente normale, solo perché questioni di più altro profilo incombono.
Sente il bisogno di riconnettersi con le motivazioni che lo hanno reso un supereroe al principio. Vuole essere d'aiuto alle persone e, per farlo, vuole ripartire dalle basi. Il nuovo costume è un simbolo di tutto questo, con il suo look diverso da quelli del passato. Ovviamente è orgoglioso del suo servizio come Cap, ma lo ha vissuto più come un dovere che come un obiettivo che aveva in mente. Come Falcon è più a suo agio e riconnettersi alla sua identità è come tornare a casa.
Tra i primi comprimari della serie, spunta Patriot, nuovo partner di Sam. Barnes lo definisce di mentalità modernissima, motivato dalla stessa voglia di aiutare le persone di ogni altro supereroe, ma consapevole dei tempi e dei ritmi del mondo di oggi, che vede con gli occhi di un millennial. Non solo sta imparando a essere un eroe, ma sta crescendo attraverso le difficoltà.
Avere Cuorenero come avversario dell'esordio è stata una scelta di differenziazione. Sapevo di voler parlare di gang, di problemi razziali e di multiculturalità, ma non volevo una narrazione monocorde e prevedibile. Cuorenero mi sembrava la scelta giusta perché, pur non potente quanto suo padre Mefisto, è sempre un personaggio tendenzialmente più temibile rispetto agli eroi che si trova di fronte. Occupa un posto nel secondo livello dell'ideale totem mistico della Marvel, quindi era perfetto per la storia che stavo raccontando e per mescolare i generi narrativi. Dopotutto, questa non è solo una vicenda che parla di mali sociali, ma è anche una storia di supereroi.
Stiamo raccontando una delle avventure più intime della storia di Falcon, che dovrà fare i conti con un demone deciso a soggiogare l'umanità intera e, contemporaneamente, i suoi demoni interiori. Se avete voglia di vedere il nostro eroe messo a dura prova, questa è la storia per voi.
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