Marvel, Legacy - Matt Rosenberg: Il mio Punisher è una minaccia geopolitica

Punisher sta affilando la sua nuova, potentissima arma: ne ha parlato lo sceneggiatore Matthew Rosenberg

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


Condividi

Spoiler Alert
Qual è la missione di Frank Castle, ora che si è impadronito di una delle armi più potenti dell'intero pianeta Terra, ovvero l'armatura di War Machine? Ne parla Matthew Rosenberg, lo sceneggiatore di The Punisher.

Punisher, variant cover di Tim Bradstreet

La cosa più interessante della serie sarà definire chi sia Punisher, la sua identità fondamentale. Frank, più della maggior parte dei personaggi Marvel, è refrattario al cambiamento. Che stia combattendo Kingpin o sia di fronte a Daredevil, rimane il Punitore. Che diventi un mostro, che sia di fronte alla fine del mondo, che si trovi nello spazio o nel regno dei morti, è sempre se stesso. Prendere un personaggio del genere e cambiare l'ambiente attorno a lui è un'operazione interessantissima.

Non c'è forza più grande del desiderio di Frank di punire i colpevoli, e ora vedremo cosa significa dargli la possibilità di farlo a un livello inedito persino per lui. Mantenere il personaggio fedele a se stesso e contemporaneamente portarlo dove non è mai stato è la sfida che ho di fronte.

Questa non sarà la storia di Frank che diventa War Machine. Non riguarda il suo equipaggiamento, ma la sua personalità. Tutti gli eroi Marvel cambiano costume, ogni tanto, oppure ottengono nuovi poteri. Ma il loro contenuto umano rimane sempre lo stesso ed è ciò che conta.

Per quanto molti ci abbiano provato, nessuno può diventare Cap semplicemente raccogliendone lo scudo, e Occhio di Falco è sempre lui, anche senza un arco. E così War Machine sarà sempre Rhodey, una versione idealizzata di quel che dovrebbe essere una forza militare. Un eroe, un Vendicatore, qualcuno in grado di ispirare i cuori della gente.

Punisher #218, copertina di Clayton CrainFrank Castle è quasi l'opposto. Ha ricevuto una certa quantità di potere e la usa fino ai suoi estremi più inquietanti. La mia speranza è che, affidandogli l'armatura, avremo sia la possibilità di dare uno sguardo alla sua anima che a quella del compianto James Rhodes. Abbiamo visto cosa possa fare nelle mani di un vero eroe e ora vedremo le conseguenze a cui la porterà qualcuno che fa molta più paura.

Questa storia mostra come Punisher sia in grado di infettare con la propria oscurità tutto quel che tocca. Semplicemente con un pugnale e una pistola in mano, Frank è uno degli uomini più pericolosi del pianeta.

E ora? Ci sono un sacco di criminali su cui non si è mai concentrato per mancanza di mezzi. Ma adesso ha tutti i mezzi del mondo. Nessuno è al sicuro, come mostreremo sin da subito, quando Frank dichiarerà guerra a un intero Paese. Ora è una forza di livello geopolitico.

Rosenberg ha quindi parlato di Guiu Vilanova, il disegnatore della serie, talmente bravo a rappresentare la dicotomia nettissima del personaggio da far pensare allo sceneggiatore che forse le sue tavole sarebbero ancora più efficaci in bianco e nero; bravissimo, secondo Rosenberg, nel comunicare il tono delle scene d'azione e di quelle di tranquillità: le prime sono esplosive e dinamiche, mentre le seconde ne escono malinconiche e oscure.

Fonte: Marvel

Continua a leggere su BadTaste