Marvel: l'arte di Adam Gorham per la nuova serie di Rocket

Il disegnatore di Rocket parla del modo in cui l'ha rinnovato e l'ha fatto diventare più tosto che mai

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Parla, dalle pagine del sito ufficiale Marvel, Adam Gorham, disegnatore della serie Rocket, che racconta le gesta del procione umanoide più famoso dei fumetti, per i testi di Al Ewing.

Ecco cos'ha dichiarato l'artista, che ha anche mostrato un piccolo saggio del suo lavoro sulla serie.

Rocket #1, anteprima 01

Ci saranno sia vecchie conoscenze con i loro costumi classici che nuovi personaggi nella serie. Per la prima volta, vediamo Rocket in un abito elegante, come una star del cinema di Hong Kong. Il mio intento generale è comunque quello di regalare un nuovo sapore al personaggio, dal punto i vista visivo. Il mio stile tende ad essere ricco di neri pieni, oscuro e ruvido, come la serie richiede. Mentre Rocket, di solito, bazzica con gente dai costumi sgargianti, io lo ritraggo con uno stile decisamente riconoscibile e diverso.

Inoltre, è per me un privilegio poter disegnare, sugli sfondi e nelle scene di massa, una serie di alieni e di individui delle razze cosmiche Marvel. Che siano Skrull, Strontiani o Kymelliani, è sempre divertentissimo. Mi sembra di avere a disposizione una scatola gigante di giocattoli.

La storia è quella di un intricato colpo, tipo truffa. Mi sembra di costruire un'architettura, nel raccontarla con le immagini e, con il tempo, conoscendoci meglio, io e Al lavoriamo sempre più consapevoli delle caratteristiche dell'altro. E lasciatemi dire che uno dei punti forti della serie è la sua creatività di autore. Leggere le sceneggiature in anteprima è un privilegio.

La sfida, per me, è fare in modo che alcune delle informazioni vitali che Al mi sottopone siano chiare al lettore dal disegno. Il che mi mette nelle condizioni di avere sempre dei punti fermi visivi su cui appoggiare l'improvvisazione. Un po' come quando devi montare un mobile: le istruzioni sono asciutte e matematiche, ma l'operazione a volte diventa estremamente personale.

Rocket Raccoon lavorerà assieme ai Technet, cacciatori di taglie spaziali che lo aiuteranno a portare a termine il suo colpo. Gorham non li conosceva prima di disegnare questi personaggi estremamente cartooneschi su cui ha dovuto lavorare parecchio prima di trovarsi a suo agio.

Rocket #1, anteprima 02Ho dovuto imparare a conciliare il loro aspetto bizzarro con la storia noir e a muso duro che li accoglie. Non semplice, ma è stato un gran godimento quando ce l'ho fatta. Ho trovato la mia via e vedrete questi personaggi nella versione Gorham, decisamente più tosta rispetto al passato.

Del resto ho voluto fin da subito rendere molto mio anche Rocket. Una delle prime cose che ho fatto è stato disegnarlo un gran numero di volte, finché non ho iniziato a trovare un senso alla mia versione. Non volevo restare incollato all'aspetto che ha nei film, anche se certamente c'è una componente.

Pensavo: sulla Terra ci sono umani, nello spazio ci sono umanoidi e Rocket è un procionoide. Come un procione, ma libero di essere se stesso, qualcosa di diverso. Quindi ho usato una serie di riferimenti: il mio bambino di sette anni, il mio cane, i panda rossi e, tra gli altri, anche dei procioni. Rocket si evolve un po' ad ogni numero e, ogni volta che lo disegno, diventa un po' più mio.

Rocket #1, anteprima 03

Fonte: Marvel

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