Marvel: la continuity secondo Jonathan Hickman e gli altri autori degli X-Men

La continuity è una ricchezza o un ostacolo per gli sceneggiatori delle storie degli X-Men? Rispondono gli autori dell'era Hickman

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Mettete Gerry Duggan, Vita Ayala, Annalise Bissa, Jonathan Hickman, Jordan Blum e Si Spurrier e avete una buona percentuale del team che attualmente sta lavorando alle storie degli X-Men, con una formula comunitaria e fortemente collaborativa, in un periodo in cui, come sappiamo, le direzioni delle varie testate mutanti sono convergenti ed è richiesta parecchia pianificazione.

Ma cosa pensano questi narratori della continuity in una situazione come questa? Raccontare oggi le storie degli X-Men tenendo conto del passato, recente e lontano, e soprattutto di quel che accade parallelamente in altre trame è un vantaggio o uno svantaggio? Ecco le loro opinioni, a volte sintetiche e altrove più elaborate.

Duggan - La nostra è una grande soap opera e ognuno di noi prende quello che vuole, ignorando quel che può lasciar scorrere senza conseguenze.

Ayala - Far penzolare davanti al naso altrui alcune trame è il modo in cui gli scrittori del presente, del passato e del futuro fanno a braccio di ferro tra di loro.

Bissa - Creo che, visto che lavoriamo tutti quanti all'interno dello stesso ambiente, ci divertiamo tutti molto con la continuity e con le dinamiche che ci portano a utilizzarne alcune componenti ignorandone invece altre. Ma capisco molto bene le ragioni per cui i fan ne sono frustrati, alle volte, dato che non è sempre chiaro, per loro, cosa sia intenzionale e frutto di una scelta e cosa invece sia un errore. Ovviamente, nella mia visione delle cose meritiamo che ci sia concesso il beneficio del dubbio.

Hickman - Credo che sia un po' come un puzzle che però non ha né lati né angoli. Si cerca di fare incastrare le cose al meglio, per poi continuare ad aggiungere comunque altri pezzi.

Blum - Per me non è un ostacolo, perché non permettiamo che lo diventi. Invece è una pacchia, perché possiamo davvero avvalerci della ricchezza notevole della storia. Per me è un grande strumento. Ma l'unica situazione in cui una narrazione può effettivamente continuare per sessant'anni e non soffrire di enormi errori di continuity è la vita reale. E persino in quella ci sono diverse incoerenze che a volte s manifestano qua e là.

Spurrier - Ti darò la risposta standard: la continuity dovrebbe essere un grandioso easter egg per coloro che riescono a cogliere i riferimenti, senza mettere i bastoni tra le ruote a quelli che invece non hanno modo.

X-Force

Fonte: AITP

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