Marvel: Jordan D. White e Matt Rosenberg rispondono alle domande dei lettori degli X-Men

L'editor delle testate degli X-Men risponde alle domande dei lettori con Matt Rosenberg

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
L'appuntamento con Jordan D. White sul portale statunitense Adventures in Poor Taste e le sue risposte ai fan degli X-Men sono divenuti ormai una consuetudine per i lettori Marvel americani. Poteva essere diversamente per noi?

Ovviamente no, ed eccoci qui a darvi conto delle dichiarazioni più interessanti dell'editor delle serie mutanti, il quale ha invitato Matt Rosenberg, una delle firme di Disassembled (in partenza tra un mese in Italia) e sceneggiatore unico di Uncanny X-Men per quel che resta della run pre-Hickman.

Uncanny X-Men #21, copertina di Whilce Portacio

Rosenberg - Mi piace un sacco recuperare personaggi da ere diverse. Non credo di averne una che preferisco su tutte le altre. Finora abbiamo recuperato alcuni cattivi degli anni Sessanta, come il Fenomeno e la Confraternita, alcuni dei Settanta, come Sabretooth, altri degli anni Ottanta, come i Reavers e i Purificatori. Tata e il Creatore di Orfani sono sul sentiero di guerra e forse anche Sinistro si profila all'orizzonte. E poi vedrete gente degli anni Duemila come O.N.E. e persino gli Avengers, in un certo senso, come antagonisti.

White - Non credo sia mai stato proposto il ritorno di un personaggio che ho pensato fosse qualcosa di troppo folle. Anche perché non credo esistano personaggi brutti, dipende tutto da come vengono usati e dal fatto che ci sia una storia giusta per loro. Detto questo, ieri ho parlato con Chris Robinson del fatto che Adam-X non tornerà nel prossimo futuro. Mi spiace, gente.

Credo che le uniche idee troppo folli per essere realizzate siano, per me, quelle che si spingono troppo oltre in termini di sesso o violenza. Il che è ironico, dato che ho un passato da editor di Deadpool e che ho dato il via libera a quantità dell'una e dell'altra che altri editor avrebbero trovato eccessive. Ma, in generale, sono felice quando qualcuno mi propone un'idea folle, se poi mi spiega perché funzionerà. Di solito, porta a storie divertenti e grandi sorprese.

Rosenberg - La storia di Ciclope rimasto con un occhio solo riguarda l'inevitabilità del destino a confronto con le profezie auto-avveranti. Vedere dettagli provenienti da futuri alternativi e versioni differenti degli X-Men, vedere il ruolo che i personaggi giocano nella creazione di quei destini, sono cose con cui ho sempre voluto divertirmi. Quindi sì, avete visto un piccolo riferimento all'Era di Apocalisse, ma non soltanto.

White - Il confronto tra Ciclope e Steve Rogers è avvenuto. Entrambi son eroi, ma hanno approcci completamente differenti, diverse priorità. Alla fine, però, entrambi vogliono proteggere gli innocenti. Credo che, anche quando totalmente arrabbiati l'un con l'altro, sarebbero in grado di riconoscere questo fatto. Poco dopo la fine di AvX, al picco della loro distanza, ho lavorato a una storia con Gerry Duggan in cui erano ammanettati l'uno all'altro. Fu molto divertente.

X-Force #2, copertina di Pepe Larraz

Rosenberg - Steve e Scott sono due personaggi che amo e credo che abbiano vissuto insieme delle grandiose avventure negli ultimi dieci anni, che parlavano di due brave persone che faticano ad andare d'accordo. Credo che sia una dinamica sempre molto interessante per entrambi.

White - Credo che Cable sia stato reso, dagli autori ed editor che mi hanno preceduto, un custode della linea temporale, perché questa è una missione molto più fertile, per storie a lungo termine, rispetto all'obiettivo di cambiare l'ordine degli eventi. Cable oggi viaggia nel tempo per fermare qualcosa che porterebbe a conseguenze disastrose. Proteggere la linea temporale dagli assalti è qualcosa che puoi fare a lungo. Tra la missione di oggi e quella del passato c'è la stessa differenza che c'è fra un uomo ossessionato dalla soluzione di un singolo crimine e un poliziotto che affronta ogni delitto che si presenta. Comunque è vero che questo è un approccio molto diverso al personaggio rispetto a quelli passati.

Quel che più mi ha sorpreso di Age of X-Man è quanto bene gli autori sono entrati nella testa dei personaggi, trattandoli davvero con grande affetto e cogliendo ogni occasione dettata dalla bizzarria del mondo che hanno creato, per scavare in profondità nelle loro personalità. E credo che i lettori abbiano risposto alla grande a tutto questo.

Fonte: Adventures in Poor Taste

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