Marvel: Jim Zub sull'eredità di Jack Kirby e il coraggio di innovare

Jim Zub partecipa alla serie di omaggi che fumettisti Marvel e non stanno offrendo alla figura di Jack Kirby

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Può lo scrittore di una testata dedicata agli Avengers esimersi dal confrontarsi con Jack Kirby, che dei Vendicatori è genitore e ispiratore di alcune delle più grandi storie di sempre? Non può. E certo non svicola dalla questione Jim Zub, sceneggiatore di Uncanny Avengers, che risponde presente alla chiamata rappresentata dal centenario della nascita del Re dei Comics, appena scattato.

Captain America #193, copertina di Jack KirbyCome successo a molti lettori di comics, il mio amore per lui è iniziato come amore per i suoi personaggi, che mi ha portato a scavare alla ricerca di specifici artisti quando ho capito che storie diverse mi emozionavano in maniera diversa, visivamente o narrativamente. Ho iniziato a collezionare fumetti Marvel nei primi anni Ottanta, quindi la sua eredità come maestro e figura chiave dell'immaginario era già saldamente stabilita. Quando ero ragazzino, il suo lavoro era già un classico della Marvel, il fondamento su cui tutto fu costruito.

I disegni di Kirby mi hanno sempre dato l'idea di riuscire appena ad essere contenuti dalla pagina. Le forme dinamiche, muscolose e potenti sembravano volersi liberare dalle vignette e colpirti in faccia. Grandioso, coraggioso, mai statico. Mi ricordo di aver letto il ciclo originale degli Eterni e di essere rimasto sorpreso dalla potenza e dall'ampiezza della sua visione. Jack non era uno che si tirava indietro e, anche da ragazzino, mi rendevo conto che si trattava di qualcosa di dirompente, una specie di turbine cosmico creativo.

Prima di iniziare Thunderbolts, ho letto una marea di vecchie storie di Captain America e Bucky per ragioni di ricerca, incluso Captain America Annual #1, con le origini di Bucky, disegnato da Jack. Mi ha fatto venir voglia di flashback e di scene della Seconda Guerra Mondiale, come quelli che ho raccontato nel numero #11. Adoro il misto di azione e pathos che Jack portava in ogni pagina. Anche se le origini erano passate attraverso vari cambiamenti negli anni, ho pensato che fosse importante riconnettersi direttamente alla scintilla kirbyana.

Il Barone Zemo è un uomo guidato da emozioni intense, il che è sempre stato vero sin dalla nascita della minaccia col cappuccio creata da Kirby. Jack ha posto le basi, con Zemo e con dozzine di altri eroi e criminali della Marvel. Aggiungere nuovi strati a personaggi così ben definiti e leggendari è sempre un'emozione.

Zub, commentando anche il suo lavoro collaterale a Secret Empire, ha ricordato il coraggio di Jack Kirby, che non aveva paura di cambiare lo status quo e di incorporare nuovi stili nel suo. L'unica via per creare qualcosa di entusiasmante è correre rischi. In questo senso, mettere Capitan America nel tritacarne è stato un modo per mettere alla prova la sua icona e la sua leggenda.

Fonte: Marvel

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