Marvel: Jay Edidin e l'avvento dei Fantastici Quattro dal punto di vista di Ciclope
Nella sua storia di Marvels Snapshot, Jay Edidin racconta l'avvento degli FQ dal punto di vista di un ragazzo come tanti... il futuro Ciclope!
Edidin racconta sia il suo passato come appassionato e curatore del podcast sia il suo approccio alla sceneggiatura dell'appuntamento di Snapshots dedicato a Slim:
Edidin - Jay & Miles X-Plain the X-Men è essenzialmente ciò che dice il titolo: ci facciamo strada cronologicamente tra gli albi esaminando i pro, i contro, le rettifiche, i cloni e i viaggi nel tempo. Inoltre teniamo d’occhio la storia dei team creativi, le vicende editoriali della serie e il suo contesto strutturale. Lo facciamo conversando, ma in modo strutturato: non seguiamo un copione, ma prepariamo una struttura ben precisa, e puntiamo all’obiettivo di rendere questa narrativa enormemente complessa accessibile ai nuovi arrivati e ai fan più casuali; cerchiamo di fornire un modello per celebrare e allo stesso tempo esaminare criticamente i media che amiamo.
Mi è stato offerto di lavorare su Marvels Snapshots, ed è stato un onore immenso. Kurt Busiek è un veterano, abbiamo lavorato assieme in vari periodi negli anni passati, e in quelle occasioni parlavamo spesso degli X-Men. È stata sua la decisione di coinvolgermi nel progetto.Che ci trovano i lettori in Ciclope? Per rispondere a una domanda come questa devo premettere una clausola: uno degli aspetti migliori o peggiori dei personaggi di un franchise così longevo è il fatto che è possibile scegliere certi momenti della continuity a supporto di qualunque interpretazione. A prescindere da ciò che dirò, ci sarà sempre almeno un irriducibile fan di Ciclope che resterà esterrefatto dal fatto che qualcuno possa fraintendere il suo personaggio preferito in modo così sfacciato.
Detto questo, gli X-Men tendono ad attirare molta gente che è o si considera emarginata, e penso che Ciclope finisca per toccare le corde di un gruppo specifico di quei fan, specialmente quelli che si sentono soli nei gruppi o nelle famiglie, e che tendono anche a essere le persone che in quelle dinamiche diventano, letteralmente o metaforicamente, l’adulto nella stanza, la persona che prende le decisioni impopolari che nessuno vuole prendere.
In molti aspetti, è il fratello maggiore per eccellenza, sia rispetto al suo fratello vero e proprio, sia rispetto agli altri X-Men. Inoltre è pesantemente codificato come neurodivergente ed è testualmente danneggiato in un modo relativamente raro tra i super eroi, che vengono presentati, almeno in una certa misura, come figure ispiratrici; per chi viene da situazioni analoghe, Ciclope offre una rara e preziosa immagine speculare su carta in cui riconoscersi.
Quasi tutte le storie di Scott relative al suo periodo in orfanotrofio (anzi, all’intero periodo che va dalla morte dei suoi genitori al comando degli X-Men) parlano di cose che gli succedono. È stato Kurt a suggerire di raccontare una storia su Scott che reagisce all’avvento dei super eroi; ma parte di quello che mi ha entusiasmato di questa proposta è stata l’opportunità di raccontare una storia in cui è Scott a prendere l’iniziativa (il risultato è stato uno sviluppo quasi metanarrativo: la storia in cui riesce a prendere l’iniziativa come adolescente è la storia di come riesce a prendere tale iniziativa).
Un dettaglio minuscolo ma divertente che ho voluto inserire nella storia? Mi sono sempre immaginato Ciclope come un individuo che "prende appunti" in modo incredibilmente dettagliato e ossessivo. Si adatta al suo carattere puntiglioso e alla sua pianificazione di riserva. Inoltre, la sua mente è stata scombussolata da così tanti telepati che è facile immaginarlo mentre fissa in modo fisico un momento che segna un punto di svolta davvero importante per lui.
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