Marvel - Jason Latour presenta Silver Surfer: The Best Defense
Jason Latour parla del capitolo dedicato a Silver Surfer di The Best Defense, la saga che riunisce i Difensori
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Jason Latour si è occupato della scrittura e dei disegni della parte di avventura che ha condotto Norrin Radd a questo raduno imprevisto e dettato dalla necessità. Ne ha parlato rispondendo alle domande del sito ufficiale della Marvel:
Continuo a dire, tra il serio e il faceto, che questo fumetto è un po' Cormac McCarthy che incontra Jack Kirby. Il che sopravvaluta in maniera importante i miei talenti. Ma alla base della definizione c'è la voglia di creare un paesaggio tanto ampio quanto immaginativo, il più possibile, per poi trascinare la storia nella polvere e confrontarsi con difficoltà molto terrene, con lo sforzo e la difficoltà morale di affrontare un'assurdità di enorme portata.
La premessa è che c'è un pericolo incombente più grande e minaccioso di Galactus stesso, qualcosa che sembra del tutto privo di morale, di mente, con cui è impossibile ragionare. The Train è un potente corpo celeste che viaggia per lo spazio consumando pianeti per natura. In questa storia, Galactus viene a conoscenza della sua esistenza e, per ragioni che apprenderete leggendo, decide di spingersi al suo interno e di distruggerlo, costruendo via via gli strumenti per farlo e nutrendosi dei pianeti morenti che trova durante il viaggio.Ma Galactus capisce anche che, per una serie di motivi, ha bisogno di migliorare la sua tumultuosa relazione con Silver Surfer, un tempo suo araldo. Ecco perché gli dà il compito di giudicare e salvare le vite che ritiene meritevoli su quei pianeti. Il che mette Surfer tra due fuochi: da un lato deve fare di tutto per fermare la forza della natura distruttrice che incombe, dall'altro deve sempre essere un passo avanti a Galactus e alla sua fame. Con questo dissidio apparentemente irrisolvibile, affronta la situazione.
Decisamente una scelta un po' masochista, quella di scrivere, disegnare, colorare e rivisitare un intero mondo. Un po' come quei maniaci che si danno al triathlon: la soddisfazione più grande è sopravvivere all'esperienza. Ma non avrei mai avuto il coraggio di affrontare questa prova se avessi dovuto tentare di cambiare o aggiustare quanto raccontato da Kirby, Lee, Moebius o, più recentemente, Slott e Allred. Sono andato all in, per la mia strada, anche un po' per vedere se fossi all'altezza. E alla fine della fiera spero che la gente percepirà un po' dell'entusiasmo che ho provato io realizzando questa storia, anche se so che non è che una nota a piè di pagina, rispetto a quelle che l'hanno preceduta.
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