Marvel, Immortal Hulk: Al Ewing prende spunto da Il Commissario Spada
Immortal Hulk #3 mostrerà come la gente possa avere idee molto diverse su chi sia davvero il Golia Verde
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
L'albo, in uscita il 18 luglio negli Stati Uniti, contiene diversi flashback, relativi a incontri passati con Hulk, disegnati da altrettanti disegnatori: Leonardo Romero, Paul Hornschemeier, Marguerite Sauvage e Garry Brown; tutti coerentemente raccolti dalla cornice narrativa immortalata dalle matite dell'artista regolare Joe Bennett.
Sin dall'inizio, ho pensato l'albo disegnato da diversi artisti. Sembrava un modo molto intelligente per dare un po' di fiato a Joe proprio nel bel mezzo del primo arco narrativo, per assicurarsi che avesse le forze necessarie per le cose grandiose che deve disegnare nei numeri #4 e #5. Conosco la reputazione dei numeri con gli artisti ospiti presso i lettori, quindi volevo che questo fosse speciale, qualcosa che attirasse l'attenzione positivamente.
Ecco perché ho avuto l'idea di una storia in stile Rashomon di Kurosawa. Ora che abbiamo introdotto il nuovo Hulk nel primo numero e dato spazio a Bruce Banner nel secondo, ha perfettamente senso che questo terzo mostri le prospettive della gente sul Golia Verde. Super eroe? Bestia irrazionale? Orribile minaccia? O solo Bruce Banner, un tizio che non dà nell'occhio?Volevo che una parte dell'albo fosse in classico stile supereroistico e che un'altra avesse un aspetto horror, in modo che le due atmosfere classiche del personaggio fossero coperte. E poi volevo che un'altra porzione fosse più indy di quel che di solito vediamo nei fumetti Marvel, qualcosa che ricordasse certe cose che leggevo negli anni Novanta. L'ultima casella da riempire ci tenevo che accogliesse qualcosa di completamente diverso e, dato che al centro della storia c'è un amore impossibile, qualcosa in stile fumetto romantico era perfetto.
Un poliziotto di paese, grande fan degli Avengers, un barista burbero e irascibile, una signora anziana che vede del buono anche nei malvagi, un prete con una sindrome post traumatica davvero importante: questi sono i narratori delle quattro storie sul passato di Hulk, portatori di sfaccettature diverse del personaggio. Ed ecco la sorprendente fonte di ispirazione di Al Ewing nel dar forma alle loro vicende:
C'è un episodio di un fumetto italiano intitolato Il Commissario Spada, di Gianluigi Gonano e Gianni De Luca, credo, che mostrava il poliziotto protagonista inseguire uno scippatore e chiedere di lui ai testimoni. Ognuno lo descriveva in maniera differente, e da ognuno di loro emergeva un identikit disegnato in maniera diversa. L'aspetto del criminale era completamente differente da tutti, ovviamente. Avevo in testa questa storia, quando scrivevo questo numero, perché vediamo un Hulk molto diverso in ognuno dei miei segmenti. Se non ci fossero le scene di Joe Bennett a tenere tutto assieme, i lettori non dovrebbero fidarsi di nulla di quel che leggono.
Un altro avvistamento di Hulk è quindi accaduto, il che ci porta sempre più vicini a rendere di dominio pubblico il ritorno di Bruce. Rivedremo Jackie McGee, sempre a fiutare le tracce di Hulk e inizieremo a capire che c'è qualcos'altro in attesa nel buio, in sottofondo... Qualcuno che sta sotto a tutto quanto, se vogliamo. E poi c'è un'apparizione fugace di un certo canadese con gli artigli... ma non chi pensate... che sarà piuttosto importante per la serie.
Come sappiamo, Ewing si riferisce a Sasquatch, cari lettori. Non andate vanamente in solluchero per una nuova versione del classico scontro tra Wolverine e Hulk. Per quello dovrete aspettare ancora un po'.
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