Marvel: il profilo psicologico del Dottor Destino secondo Christopher Cantwell
Lo sceneggiatore Christopher Cantwell parla del suo amore per il personaggio del Dottor Destino, di cui ha scritto la serie fino a poco fa
Uno dei pochi convinti di riuscirci è lo sceneggiatore Christopher Cantwell, che assieme a Salvador Larroca ha narrato le ultime avventure di Destino nella sua serie personale, Doctor Doom. La pubblicazione chiuderà i battenti con il numero #10 il prossimo dicembre, ma Cantwell coglie l’occasione per dissertare a lungo su uno dei personaggi più complessi e intriganti dell’Universo Marvel, analizzandolo a fondo, ipotizzando un suo ruolo al Cinema e rivelandoci quale sarebbe stato il futuro arco narrativo della serie che non leggeremo mai.
Cantwell - Destino non è uno psicopatico. Non è un assassino implacabile. Ha un cuore e un'anima, anche se distorti. Ha la capacità di amare gli altri. E credo che abbia grosse difficoltà a lasciarsi amare. Questo fa di lui un personaggio che può legarsi a molte persone, ma che può anche respingere o spezzare questi legami a causa dei suoi molti problemi.
Forse mi sbaglio, ma penso che ci siano dei limiti alla malvagità di Destino. Non credo che Destino commetterebbe alla leggera un genocidio. Pensiamo a quando Thanos trasformò sua figlia Nebula in una specie di orribile zombi in Infinity Gauntlet e si mise a ridere di lei mentre arrancava intorno al suo trono: una scena spaventosa e inquietante. Non so se Destino farebbe mai una cosa del genere. Destino è anche pittoresco è divertente. A volte ha una mancanza di autocoscienza che lo rende un piacere da guardare.Questo non significa che non sia un cattivo. Lo è, e ogni tanto può fare qualcosa che ce lo ricorda in modo agghiacciante. Può esiliare il suo primo amore all'Inferno e lasciarla nelle grinfie dei demoni. Penso che lo spettro del personaggio sia così ampio che sia possibile raccontare un’infinità di storie su di lui.
Inoltre, strano a dirsi, è un leader nato. Non se la cava affatto male. Quando è stato spodestato in Latveria, i Fantastici Quattro lo hanno effettivamente aiutato a riconquistare il trono perché le cose andavano molto peggio senza di lui. Esatto, i Fantastici Quattro contribuito alla costruzione di una piccola nazione. In Trionfo e tormento, Destino emerge come secondo stregone più potente dopo Strange, ma in quella storia è anche un leader al suo pari, ecco perché lavorano bene insieme. Nelle grandi crisi dei crossover, la sua opinione viene solitamente consultata ed è quasi sempre preziosa.
Insomma, è sia un eroe che un cattivo, a volte contemporaneamente. E questa duplicità è precisamente ciò che lo rende così affascinante. È il tipo di personaggio che può avere un obiettivo virtuoso e fare cose davvero contorte per raggiungerlo, senza che le sue scelte disturbino troppo la sua coscienza. Ma ha una coscienza. Sono sicuro che vorrebbe non averla, ma ce l’ha.
Per me la sua maschera è il volto della malvagità che sente di dover proiettare nel mondo esterno. Non può permettersi di apparire vulnerabile, perché in realtà credo sia profondamente vulnerabile a livello emotivo. Si vergogna di quella vulnerabilità, che è rappresentata dal suo volto sfregiato. Penso che Destino abbia dei seri problemi di autostima. È vanitoso e ha bisogno di essere visto in un certo modo per poter esistere e funzionare. La maschera rafforza i lati tossici della sua personalità, lo spinge a compiere azioni malvagie e amplifica le sue qualità sinistre.
Esistono molte versioni differenti della maschera. C'è una versione in cui la fonde letteralmente al suo volto con l'aiuto dei monaci. Sembra che la Marvel si sia allontanata da quella versione negli anni successivi, ma per me quella versione rappresenta la convinzione e lo zelo di Destino nei confronti della sua verità. Crede con una tale forza nel proprio destino che è pronto ad alterare per sempre il suo corpo affinché si compia.
Poi esistono versioni della maschera a testa intera, e per me quelle nascondono parte dell'umanità di Destino. Quelle versioni non lasciano trasparire nemmeno un frammento di pelle, ad eccezione di quella avvizzita attorno ai suoi occhi. Questo Destino si nasconde interamente al mondo. È la versione in cui sembra che preferisca non apparire umano.
Poi ci sono altre maschere che coprono solo il suo volto e lasciano vedere i suoi capelli. Abbiamo scelto questa versione per la nostra serie, perché per me è la più interessante. È una maschera che suggerisce un volto fugace, che può scivolare via, scomparire e tornare in un attimo. C'è una sorta di dualità in quella maschera, qualcosa che lo avvicina al Fantasma dell'Opera. Quel tipo di maschera per me lo rende immediatamente più vulnerabile.
Di solito non mi piace quando la sua faccia è risanata, come in Secret Wars. Immagino che con un volto sano potrebbe diventare uno psicopatico. Ma soprattutto è difficile guardare agli scrittori che cercano una strada alla Final Destination per tornare a un volto sfregiato, come se per Destino essere sfigurato fosse qualcosa di inevitabile.
Credo che il rapporto tra Reed e Victor sia affascinante, anche se per me è esasperante. So che potrà sembrare strano, ma per me sono identici a Betty e Veronica. Si rispettano l'un l'altro? Vogliono solo uccidersi a vicenda? Non credo che sia così chiaro, dato che Reed è l'eroe magnanimo e Destino è il cattivo spregevole. Reed è certamente una persona molto buona e Destino è sicuramente molto cattivo per la maggior parte del tempo. Ma sono soprattutto le loro due menti a entrare in competizione.
Credo che Reed possa torturare psicologicamente Victor in modi di cui potrebbe anche non rendersi conto. Reed è e sarà sempre il tallone d'Achille di Destino. Reed sarà sempre nella sua testa. E Reed è abbastanza intelligente da saperlo, quindi la domanda diventa ovvia: perché Reed non fa di più per correggere quella dinamica? Forse sa di essere un punto fisso nella testa di Victor ed è felice di rimanerlo e di tormentarlo in quel modo.
Probabilmente Reed pensa a Victor una volta alla settimana. Credo che Victor, invece, si svegli al mattino e l’immagine di Reed sia la prima cosa che vede nella sua mente. Al funerale di Victor, Reed probabilmente si dimostrerebbe stoico e direbbe qualcosa come: "La sua era una mente straordinaria", punto e basta. Al funerale di Reed, Victor singhiozzerebbe e si getterebbe sulla bara. Piangerebbe più di Sue, per l’amor di dio!
È come quando il mostro piange per Victor Frankenstein e Robert Walton commenta: "Piantala con questa sceneggiata, se fosse ancora vivo gli daresti la caccia, lo tormenteresti e malediresti il suo nome, sei una primadonna".
Inoltre, Destino è indelebile. Credo che, a questo punto, il suo tratto più distintivo nell'Universo Marvel sia la sua immutabilità. Quante armature ha avuto Iron Man? Quanti costumi ha avuto Spider-Man? Gli X-Men cambiano i loro costumi e il loro modus operandi ogni cinque secondi. I Fantastici Quattro hanno sempre qualche guest star o qualche membro sostitutivi. Ora hanno perfino i bambini.
So che Victor di recente è diventato il Famigerato Iron Man, ma se ci pensate bene stava solo trasformando Destino in Iron Man. In pratica aveva l’aspetto di Destino e faceva certe cose che potevano essere vagamente simili a ciò che faceva Iron Man. Quando il Dottor Octopus è diventato Spider-Man, ci ha provato davvero.
Anche Capitan America è indelebile, ma è capitato spesso che qualcun altro lo sostituisse. Cap è eterno per lo più a livello di simbolo. Sam Wilson, Bucky Barnes e John Walker possono essere Capitan America. Destino è Destino e soltanto Destino.
Nell’Universo Cinematografico Marvel, non so se può sostituire Thanos come cattivo principale. Non dico che non sia capace di quel livello di malvagità, penso solo che il personaggio sia molto più complesso e meriti più di un semplice ruolo di antagonista.
La trama degli Arcani potrebbe non essere male, però. In realtà credo che un buon paragone sia il Loki dell'Universo Cinematografico Marvel. Si fa di Destino il grande cattivo di un film, poi si fa ricomparire successivamente seminando il caos, e poi verso la fine combatte al fianco degli eroi. A livello di toni dovrebbe essere completamente diverso da Loki, ma questo tipo di struttura è interessante.
Quanto alla mia serie, sfortunatamente mancano solo due numeri, il nono e il decimo, e li ho scritti molto tempo fa, a causa della pandemia. Doctor Doom #9 è interamente una danza tra Reed e Victor, un'interpretazione della patologia di Victor dal punto di vista di Reed. È l'unico numero della serie in cui mi occupo del loro rapporto, e sono davvero soddisfatto del risultato. Penso che il numero #10 sia una buona conclusione per la nostra storia e ci mostri che, in ultima analisi, nonostante tutte le sue complessità e le sue intenzioni, Destino rientra tra i cattivi.
Mi sarebbe piaciuto molto lavorare a un secondo arco narrativo. Dico sul serio, la mia idea per un secondo arco era: Destino ha un ictus nel primo numero e diventa disabile per qualche tempo, lasciando di nuovo vulnerabile il suo regno.
Ma anche se Destino è costretto a meditare sulla sua mortalità, poco prima stava per assumere/rapire la più grande compositore musicale latveriana vivente per costringerla a scrivere un'opera che avrebbe decantato la gloria di Latveria (e quindi la sua). Ma man mano che l’opera viene scritta, Destino inizia a riflettere su cose (vere) che ha fatto in passato e che non erano poi così gloriose. Quindi a volte riscrive i pezzi per apparire migliore, mentre altre volte si mette a nudo.
La storia sarebbe stata raccontata interamente dal punto di vista della compositrice. È una struttura a cui ho pensato vedendo il film Amadeus, dove Salieri cerca disperatamente cercando di tenere il passo con un Mozart morente mentre scrive il Requiem.
Fonte: Newsarama