Marvel, Hercules: Dan Abnett e la modernizzazione del Principe della Forza
Dan Abnett alle prese con Hercules, la storia di un dio ubriacone che vuole restare sobrio e non farsi soppiantare dai nuovi miti del mondo moderno
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Siamo tutti abituati a vedere Erc vedersela con figure monolitiche prese di peso dal mito. Ma qui vogliamo fare qualcosa di molto diverso con quel topos narrativo tramite questi personaggi così iconici: dare una svolta alla carriera del semidio greco dando una chiave di lettura molto moderna ai suoi nemici. Soprattutto i tre di Uprising Storm sono un diverso tipo di avversari, per quanto i loro poteri e i loro scopi siano di grado planetario come sempre.
Vogliono molto più che liberarsi delle creature più famose del mito. Sono parecchio pericolosi dal punto di vista fisico, ma solo uno di loro fa il lavoro di muscoli. Gli altri due sono soprattutto una minaccia intellettuale. Sono i loro piani e le loro ambizioni ad essere minacciosi e si dimostreranno molto interessanti. Ercole non è che un guerriero e non è abituato a vedersela con questo genere di cose. Dovrà cambiare sensibilmente se vole affrontare persone che operano a un livello a cui non è avvezzo.
Non è solo un contrasto tra etereo e materiale, ma anche tra passato e moderno. Uprising Storm è un prodotto della contemporaneità, sono i miti della nostra epoca e del domani. Corrispondono, in questo, a Ercole e agli Olimpici, ma con implicazioni simboliche e identità completamente diverse. Ed Ercole dovrà adattarsi ad esse.
Un tempo, quando incontrava una divinità dei vulcani per esempio, sapeva benissimo cosa aspettarsi, perché sapeva cosa fosse un vulcano e che esisteva un dio a rappresentarli. Ora le cose sono più complicate, perché per lui è difficile comprendere cosa venga divinizzato dalle persone del mondo moderno. Ercole e le altre creature del mito si trovano obsoleti, superati da morali, tecnologie, costumi e mode che vorrebbero soppiantarli.
Gil è rassegnato, ma anche molto tranquilo e zen negli atteggiamenti. Sa di essere un pesce fuor d'acqua e di vivere in un'epoca che non è la sua. Non sa bene come affrontare la cosa, quindi non lo fa. Ovviamente è un riflesso di Ercole, è quel che il nostro eroe diventerebbe se mollasse la sua lotta. I due sono lo specchio l'uno dell'altro. Sono vecchi amici e compagni, quindi Ercole lo tiene con sé a casa propria, nella speranza che si scuota, che faccia qualcosa di buono della sua vita.
Grandi complimenti di Abnett a Luke Ross. Il veterano si è trovato a proprio agio con le molte creature mitologiche che popolano la serie e, soprattutto, ha dato prova di essere uno dei migliori disegnatori in circolazione da anni nel rappresentare in maniera espressiva i personaggi e nel dar loro un'immediata connotazione, spesso imprevedibile.
Adoro i suoi centauri, per esempio, Sono assolutamente riconoscibili, ma hanno un aspetto leggermente differente da quello classico, che li rende molto sinistri e impossibili da considerare una pantomima comica. Immediatamente ti paiono mortalmente pericolosi. Se ricordate qualcosa della mitologia greca, saprete che Ercole non ci va molto d'accordo.
Abnett promette una rapida escalation degli eventi, per quanto riguarda la storyline con Uprising Storm e, molto presto, alcuni eroi ospiti direttamente dal passato di Ercole. Non comparsate, ma presenze importanti per la trama, dato che lo sceneggiatore mal sopporta i team-up messi in piedi soltanto per solleticare la curiosità dei lettori.
Uno dei temi fondamentali della serie è l'enorme difficoltà interiore del protagonista con la sua nuova condotta di vita. Vuole davvero rigare dritto, evitare di ricadere negli errori del suo passato di bevitore. Ma è dura. Vedremo questo aspetto prendere sempre più spazio, con il tempo. Ha un potere, una forza, una fiducia e un coraggio enormi, ma non sono che un velo per mascherare le sue incertezze, come la sua personalità solare. Non può mostrarsi per quello che è a chi è in difficoltà, come Gilgamesh che si deprime sul suo divano. E, d'altra parte, ha bisogno di amici. Forse non sapranno benissimo come comportarsi, ma alcuni di loro stanno per bussare alla sua porta.
La scelta della sobrietà di Ercole, idea narrativa che sfrutta una sua proverbiale abitudine nel mondo Marvel, di solito usata in versione macchiettistica, per rappresentare un diverso aspetto del personaggio, è parallela alle difficoltà con l'accettazione del mondo moderno, che il protagonista non rifiuta per principio, ma semplicemente non riesce ad accogliere nella propria vita, dopo tremila e passa anni spesi ad essere un certo tipo di persona.
Una possibile apparizione nella serie è quella di Amadeus Cho, l'attuale Hulk, che di Ercole è un amico personale e che, come lui, è impegnato in una crociata da "cacciatore di mostri".
La cosa più banale sarebbe farli incontrare come due pesi massimi qualunque che danno cazzotti alla stessa creatura gigantesca, non è lì che vorrei andare a parare. Penso che sarebbe molto più interessante trovare il modo di rappresentare le connessioni più intime che ci sono sempre state tra i due personaggi.
La cosa curiosa, a prescindere dall'identità degli incontri che lo aspettano, è che tutti quanti saranno probabilmente convinti di trovarsi di fronte il solito, caro, vecchio Erc, avranno un normale pregiudizio nei suoi confronti. Sono destinati ad essere smentiti.
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