Marvel, Guardians of Infinity: il rapper DMC scriverà una storia con Groot e la Cosa
DMC, uno dei rapper più importanti di sempre, scriverà una storia per Guardians of Infinity #3, con protagonisti Ben Grimm e Groot
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Darryl "DMC" McDaniels, uno dei due componenti, non è soltanto uno dei fondatori del rap, ma anche un grande appassionato di fumetti, tanto da creare, tempo fa, una propria etichetta chiamata Darryl Makes Comics. Dopo anni di autoproduzione di nicchia, sta per fare un'apparizione su uno dei palcoscenici più luminosi del mainstream, in casa Marvel. Una storia scritta da lui e dal suo socio Edgardo Miranda-Rodriguez apparirà su Guardians of Infinity #3. Protagonisti Groot e la Cosa, che promettono cazzotti da pesi massimi, ma anche molto altro. Ecco cos'hanno dichiarato i due co-autori al riguardo.
Miranda-Rodriguez - Eravamo con Axel Alonso, nel suo ufficio, e parlavamo delle idee che avevamo. Lui ha invitato Nick Lowe e gli ha chiesto di parlarci di Guardians of Infinity. Ci ha spiegato che sarebbe stata l'occasione di far incontrare tre generazioni di Guardiani e ci ha proposto di scegliere un paio dei personaggi coinvolti per raccontare una storia. Darryl non ha avuto dubbi. Ha spalancato gli occhi all'improvviso e ha detto: "Grimm e Groot".
DMC - Avevamo appena finito di parlare di quanto il film Guardiani della Galassia fosse stato efficace nella resa dei personaggi e di quanto Groot fosse figo. La settimana prima, invece, avevamo discusso di quanto sembrassero finti i Fantastici Quattro sul grande schermo e come sia possibile che non trovino giustizia al cinema.
Sembra che nessuno si renda conto di quanto sia strepitoso il personaggio di Benjamin Grimm, una combinazione di uno zio simpatico, il compagno di scuola preferito e il linebacker della tua squadra di football americano. Mi ricorda un sacco di rapper sin troppo sicuri di sé. Quindi la scelta è stata immediata. Groot è un figo anche se non dice altro che tre parole, ha un sacco di swag. Non ha bisogno di discorsi. Sono due personaggi esagerati!
L'idea di base della storia è un classico Marvel in fatto di team-up: I due si somigliano, non si sopportano, atterrano su un pianeta mentre litigano senza posa, scoprono che il luogo è minacciato da una calamità cosmica e sono costretti a collaborare per scongiurarla. Il pianeta in questione, con l'evolversi della discussione tra i creativi, è diventato la Terra.
Miranda-Rodriguez - Adoro il personaggio di Ben Grimm, perché parla proprio la lingua di New York. Il suo linguaggio e le sue espressioni sono poprio quelle di uno nato e cresciuto a Bushwick. Ecco perché ho proposto di ambientare la storia nel Lower East Side. Abbiamo sottoposto l'idea a Nick Lowe, che ci è stato di grande supporto. Avevamo un'idea per una storia molto lunga e lui ci ha aiutati a condensarla e renderla più divertente.
Metteremo in mostra il quartiere del Lower East Side, che oggi come oggi è uno dei più interessanti di New York. Ultimamente si è trasformato in una zona etnicamente molto variegata, con un sacco di culture e di persone da tutto il mondo che si incontrano. Si tratta di una delle poche zone della città che ha ancora le sue radici ben piantate a terra, a contatto con le origini di metropoli dei migranti.
DMC - La storia è un po' una lettera d'amore per NYC, quella in cui siamo vissuti noi due e che tutti conoscono, ma anche quella che i fumetti Marvel hanno sempre presentato al mondo in modo strepitoso. Volevamo celebrare i paesaggi che ci hanno cresciuti e che abbiamo rivisto nelle pagine dei comics da ragazzini, rappresentare tutta la forza della cultura newyorkese.Ci saranno i bus, le comunità latine, il Parco e poi Ben Grimm nel quartiere e la gente che lo ama, perché lui rappresenta tutti quanti loro. Nelle sue tante avventure, impegnato a combattere il crimine, i malvagi e le minacce dello spazio, non ha mai dimenticato le sue origini, la città a cui appartiene, il suo quartiere, solo perché era diventato un supereroe strafigo.
I due co-sceneggiatori ammettono il contrasto dovuto al fatto di ambientare una storia di fantascienza a casa propria, ma avvertono: tutti quanti, a New York, sono degli alieni da un altro pianeta. Altro grande piacere legato alla scrittura di un fumetto Marvel? I monologhi dei cattivi.
Miranda-Rodriguez - Non se ne vedono più molti, ma io ne volevo assolutamente scrivere uno, quindi mi sono creato l'opportunità. Onestamente, è stata la cosa in assoluto più divertente. In passato sono stato un attivista sociale e un organizzatore di eventi di comunità, quindi ho lavorato in ambiti in cui devi tenere un sacco di discorsi. Il nostro villain, Plant Man, tiene un monologo sugli open space e sul verde cittadino. Sembra pazzesco, dato che è un criminale, ma quel che dice ha un senso.
Miranda Rodriguez riconosce che spesso i cattivi più interessanti sono quelli che hanno degli argomenti assolutamente sensati, come Magneto che, per quanto sia il più delle volte un terrorista, lotta per i diritti sacrosanti della minoranza mutante.
DMC - Alla fine della lettura, vogliamo che voi abbiate pensieri positivi sulla comunità in cui vivete. Non si tratta solo di Groot e Ben Grimm, ma la storia parla dei Newyorkesi, della bontà che c'è dentro ognuno di noi e di quanto essa sia la risorsa necessaria per sconfiggere le paure di tutti i giorni, che cercano di limitarci, la forza che ci serve per superare le difficoltà. Che i nostri eroi siano Grimm e Groot oppure la nostra famiglia o i nostri amici, è qui che troviamo le forze per combattere la battaglia tra il bene e il male.
Una forza incarnata nella storia da un personaggio creato per l'occasione: Abuela Estela. Si tratta di un'anziana signora che, lungo la vicenda, dimostrerà di avere il cuore di un eroe anche se non veste maschera e mantello.
DMC - New York è sempre stata una grande protagonista dei fumetti Marvel. Per questo hanno così grande popolarità nel mondo dell'hip hop. La DC è ok, ma Gotham e Metropolis non esistono. Quando apri un fumetto Marvel, da ragazzino, i supereroi sono nelle tue strade, nell'East Side, a Hells Kitchen, a Times Square. Per me stava qui la loro bellezza. Non potevo lasciare nemmeno il mio condominio, perché il quartiere era un casino, ma vedevo la città nelle pagine dei fumetti.
Luoghi che stavano nella mia città e che non avevo mai visto mi venivano mostrati dai supereroi. La prima volta che sono passato per la Cinquantanovesima, la prima volta che ho visto dal vivo Roosevelt Island, sono andato in iperventilazione e mia madre si è spaventata perché quasi smettevo di respirare. L'emozione era fortissima, perché le avevo riconosciute dalle pagine di Spider-Man. Scoprivo solo allora che era tutto vero e questo, per me, è ciò che rende così forti i fumetti della Marvel.
Se sei in cerca di una connessione con l'hip hop, non devi guardare lontano. I writer hanno spesso usato i personaggi Marvel come riferimento. Quanti Spider-Man ci sono sui muri di NY? Quante volte vedi in giro lo scudo di Cap? La nostra immaginazione era imbevuta di quelle icone, i graffiti usavano gli stessi colori che avevamo visto nei fumetti con cui siamo cresciuti, con cui sono cresciuti migliaia e migliaia di Newyorkesi.
Fonte: Comic Book Resources