Marvel, Fabian Nicieza dietro le quinte di Deadpool & Cable: Split Second
Fabian Nicieza ci parla di Split Second, la storia pubblicata in digitale da Marvel che vede la reunion della coppia Deadpool e Cable
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
La Marvel mi ha chiesto di realizzare una storia di rottura della continuity, confusa, ultracomplicata, da sturbo e ipertecnologica per portare Cable dal limbo narativo in cui si trovava a quella in cui la casa editrice lo voleva traghettare. Ed è quel che ho fatto.
Questo risparmia agli attuali scrittori di Uncanny Avengers [in cui Cable ha fatto la sua nuova apparizione, come dovreste sapere - NdR] di affrontare una situazione complessa e dà modo ad editor e lettori di incolpare me per una storia di rottura della continuity, confusa, ultracomplicata, da sturbo e ipertecnologica.
Abbiamo iniziato Deadpool & Cable: Split Second oltre un anno fa e a quel tempo i piani di ricollocazione di Cable non erano ancora del tutto definiti. So che si discutevano varie possibilità. Dato che non sono una di quelle persone che devono essere informate di tutto, ho scoperto che il personaggio sarebbe apparso più o meno nello stesso periodo della mia storia, qualche settimana fa.
Interrogato sulla sua tecnica per mantenere coerenti gli avvenimenti in una storia basata sui viaggi temporali, Nicieza ha risposto molto onestamente di non proverci nemmeno e di trovare sempre delle scuse e dei trucchi per fare in modo che non ce ne sia bisogno o che la coerenza degli eventi non sia al centro dell'attenzione. Prossimo argomento: Deadpool e la sua boccaccia.
Il mio approccio al senso dell'umorismo di Deadpool è sempre stato una combinazione di argomenti. Attualità, politica, religione, cultura pop e battute sui fumetti sono sempre ottima carne da cannone, ma altrettanto vale per spunti anacronistici. Ad esempio, so di fare una battuta su Happy Days che molti lettori non coglieranno e che a Deadpool stesso dovrebbe essere oscura, ma la faccio lo stesso perché funziona per la particolare follia del personaggio.
Molto di quel che scrivo per Deadpool è flusso di coscienza, in cui vale un po' tutto e niente. E non mi preoccupo mai di fare in modo che proprio ogni lettore capisca ogni battuta, perché non è così che deve andare. Non voglio che lo facciate! Spesso butto lì una gag che secondo me non più di cinque lettori riusciranno mai a decifrare. Tutta la storia sul chimichanga, diventata da antologia, era uno scherzo del tutto personale fra me e un amico che è venuto a mancare proprio all'uscita di quella storia. Ed era Mark Gruenwald, che avrebbe apprezzato molto l'ironia.
Poteva funzionare solo su un fumetto digitale, con la possibilità di far scorrere la pagina verso l'alto e verso il basso. Dal punto di vista teorico, mi è suonata da subito come un'idea geniale. O forse erano le troppe birre, quando me l'ha proposta. Da realizzare è stata più complessa del previsto e ci ha obbligati a un lungo lavoro di scrittura per fare in modo che funzionasse.
Rispondendo a una domanda successiva, l'autore ha avvertito che questo aspetto non è l'unico che andrà perso nella versione cartacea della storia e che molti altri aspetti di Split Second sono stati realizzati, sia dal punto di vista narrativo che grafico, appositamente per una lettura digitale.
Infine, un lettore ha chiesto se, da autore di successo, Nicieza si mantenga aggiornato sui personaggi che ha scritto e a cui vuole più bene.
Sarò onesto con te e ti dirò che non seguo quasi mai le serie dei personaggi che ho scritto. Mi sembra di non aver nulla da guadagnarci. Se sono buone, sono invidioso e arrabbiato; se fanno schifo, sono rancoroso e arrabbiato. Ma, se mi chiedono di tornare sopra uno dei miei personaggi, mi aggiorno su tutto quel che posso.
[gallery columns="1" size="medium" ids="91769,91770,91771,91772,91773"]
Fonte: Comic Book Resouces