Marvel: Erik Larsen ricorda Jack Kirby, Re dei Comics per sempre

Larsen, uno dei disegnatori simbolo dell'innovazione stilistica anni Novanta, si sente debitore di Jack Kirby

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Erik Larsen non è esattamente il primo nome che venga in mente se pensiamo a quali artisti del Fumetto americano possano aver avvertito maggiormente l'influsso di Jack Kirby. Ma i tentacoli del Re sono infiniti e giungono ad ispirare anche chi ha uno stile parecchio distante dal suo. Dopotutto, per essere dei sovversivi e degli innovatori, è fisiologico confrontarsi con l'autorità, partire dalla regola per costruire, o decostruire.

Ecco quindi l'omaggio di Larsen al più grande di tutti.

Boy Commandos #1 (gennaio 1943)

Mio padre leggeva fumetti quando ero piccolo e io sono cresciuto con la sua collezione. Decise di affidarli a noi quando eravamo ancora troppo piccoli, con il risultato che distruggemmo un sacco di suoi albi. Ma il mio primissimo incontro con il lavoro di Jack è stato con Boy Commandos.

All'epoca ero abbastanza grande da comprarmi da solo i fumetti, e Jack era nel pieno del suo incarico alla DC, con Kamandi, Demon, OMAC e Mister Miracle. Li divorai, innamorato della loro energia. E ogni volta che la Marvel ristampava qualcosa di suo, lo compravo.

C'era un sacco di roba da imparare da lui ed è stato un'influenza fondamentale. Il conflitto interno è cercare di ricreare parte della potenza delle sue immagini senza sembrare una specie di Kirby di seconda mano. Il suo stile è talmente seduttivo da produrre questo rischio. Ogni volta che guardo i suoi disegni, vorrei essere Kirby. E ci sono volte in cui certi suoi trucchi, come il suo classico pugno o i suo lampi di energia, fanno capolino nelle mie tavole.

L'ho incontrato qualche volta a San Diego, era un uomo sempre pronto a sostenerti e sempre pacato. Era davvero di incoraggiamento. Vorrei aver passato più tempo con lui.

savage dragonHo inchiostrato un paio di pagine sue per Phantom Force, che pubblicammo alla Image, e fu un'emozione fortissima. Mi spezzò il cuore. Cancellare le sue matite mi sembrava un crimine. Io ho cancellato delle matite di Jack Kirby. Come ho potuto?

Ho lavorato su sue creature, come Thor ed Hulk, e mi ha dato sempre un brivido. Il mio primo lavoro alla Marvel, in effetti, era un fill-in in cui Thor lottava contro il Golia Verde. Stan Lee lo scrisse e Vinnie Colletta lo inchiostrò. Era l'ultimo numero della serie su cui avrebbero lavorato assieme. Esordii sostituendo Jack in quel terzetto creativo classicissimo. Da lì in poi, fu un piano inclinato.

Fu di ispirazione anche per il mio passaggio al fumetto indipendente. Non c'è un singolo giorno in cui io non osservi qualcosa disegnato da Jack Kirby. Se non è un albo che capita tra le mie mani è qualcosa di suo appeso alle mie pareti. Non ho nemmeno un singolo disegno mio, appeso ai muri, ma ho quelli di Jack. Era e sarà sempre il Re dei Comics.

Fonte: Marvel

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