Marvel: Ed Brisson ci guida attraverso follia e lucidità di Bullseye

Bullseye è tornato sulla scena con una serie a lui dedicata e la voglia di fare più male possibile a chiunque gli capiti a tiro

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Vi abbiamo già dato conto in passato delle dichiarazioni di Ed Brisson su Bullseye. Lo sceneggiatore è alle redini della serie dedicata alla nemesi di Daredevil, ormai alla vigilia del quarto numero. Ed ecco come ha aggiornato i lettori sulla trama.

Bullseye #4, copertina di Dave Johnson

Il Black Knife Cartel è un cartello della droga colombiano e importa gran parte degli stupefacenti della Costa Est. Stanno cercando di installarsi a New York, il che ha creato della tensione. Teodor Zarco, il leader del cartello, è un tizio malato e distorto che guida l'organizzazione tramite la paura e la tortura. Si comporta come un personaggio delle leggende sudamericane, ma è annoiato. Quindi, quando scopre che Bullseye è sulle sue tracce, è entusiasta. Finalmente, una sfida.

Conosce bene le abilità dell'assassino, per aver googlato il suo nome, e non vede l'ora di incontrare questo americano armato di coltello. Teodor lo vede come una sfida, ma non esattamente come una vera minaccia. Per lui, Bullseye non è che una pausa dalla noia della sua vita quotidiana di boss della droga.

Bullseye, invece, vede Teodor come carne morta. Non che sappia molto di lui. Ha accettato il lavoro perché gli è stato ordinato di far fuori quanti più uomini del cartello fosse possibile. Bullseye è stato in panchina per un po' e sente il bisogno di grattare via un po' di ruggine. Non vede l'ora di seppellire più gente possibile. Probabilmente potrebbe recuperare il suo obiettivo con meno vittime, ma ha bisogno di fare pratica.

Davvero ha bisogno di questo lavoro e di confrontarsi con il cartello? Non direi. Eppure lo farà comunque. Faremo un tuffo nella personalità malata e corrotta di Bullseye, nella sua follia, senza perdere di vista quanto sia lucido, intelligente e calcolatore. Se le sue azioni sono, quasi sempre, eccessive, sono anche invariabilmente efficaci nell'ottenere il risultato prefissato.

Sinora, inoltre, non ha la minima idea di essere anche lui inseguito da qualcuno: un agente federale con una morale discutibile. Ora come ora, l'agente Joy ha stretto alleanza con Shotgun e Bullet, due dei miei cattivi preferiti degli anni Ottanta, e i tre sono sulle sue tracce. Credo che possano rappresentare un serio problema, soprattutto finché lui non ha la minima idea del fatto che siano là fuori. L'effetto sorpresa è dalla loro parte.

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Fonte: Marvel

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