Marvel, Legacy: Dan Slott parla del suo addio ad Amazing Spider-Man

Dan Slott commenta, forse per l'ultima volta, le trame in corso sulle pagine di Amazing Spider-Man

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Il ciclo di storie di Amazing Spider-Man di Dan Slott, durato più di un decennio, sta volgendo al termine. Si chiude un periodo lunghissimo della vita di Peter Parker, personaggio simbolo della Marvel, che ha dato vita a polemiche infuocatissime e a grandi successi di vendite, ad accuse di tradimento e a lamentele di ritorno allo status quo. Slott è destinato ad occuparsi di un altro personaggio molto importante, ma non c'è ancora il chiodo sulla bara della sua gestione ragnesca.

Quella che leggerete tra poco, nella nostra traduzione e selezione, potrebbe essere l'ultima delle sue interviste in qualità di sceneggiatore della serie, ed è proprio delle sue battute finali che trattano le dichiarazioni in questione.

Amazing Spider-Man #800, copertina di Alex Ross

Sapevo da tempo che il mio ultimo albo sarebbe stato il numero #801, perché quello prima è un'occasione da tutto o niente, o la va o la spacca, non si fanno prigionieri. E non volevo uscire di scena tra i fuochi d'artificio e le esplosioni, bensì al calare di un sipario, con una storia che avesse un cuore. Si tratterà del mio miglior tentativo di avvicinarmi a Il bambino che collezionava l'Uomo Ragno, di Roger Stern, in cui tenterò di raccontarvi tutto quel che il personaggio significa per me, invece che regalarvi pomposamente la più grande storia di Spider-Man di sempre.

Circa un paio di riunioni di autori fa, se non ricordo male, Brian Bendis mi ha raccontato una storia che avrebbe voluto raccontare su Miles Morales. Lo implorai di non scriverla e lui mi chiese come mai. Era terribilmente simile a quel che avevo in mente per il mio commiato dal personaggio, ormai da anni. L'ho scritta tempo fa e l'ho messa in un cassetto. Brian mi chiese cosa fosse e gli spiegai che era il mio piano per l'#801. Dopodiché, rientrammo alla riunione e mi fece raccontare a tutti quel che avevo in mente, facendomi guadagnare un piccolo scroscio di applausi.

Non ricordo precisamente quando ho chiesto a Marcos Martìn se l'avrebbe disegnata. Forse nel periodo in cui realizzammo Mysterioso, il nostro ultimo arco insieme di Amazing Spider-Man. Forse più tardi, quando mi ha dato una mano disegnando alcune pagine di Superior. Marcos è una delle persone con cui preferisco lavorare in assoluto, quindi gli ho chiesto, un sacco di tempo fa, se sarebbe stato disponibile quando fosse arrivato il momento della mia ultima storia di Spidey, presto o tardi che fosse. Mi ascoltò e si disse d'accordo a tornare per realizzarla. Ed eccoci al numero #801.

Arrivare fino a qui porta il computo dei miei albi della testata a centottanta. Se bariamo e consideriamo albetti speciali, rilanci, numeri #1 collaterali, uscite per il Free Comic Book Day, se ne aggiungono trentasei. Ma sono centottanta della testata principale. Dieci anni. E con il numero #800 a curriculum. Sono felice di salutare in questo modo. E se contiamo ogni fumetto che ho mai realizzato in ventisette anni, Amazing #797, che apre il mio ultimo ciclo di storie Go Down Swinging, è il cinquecentesimo della mia carriera. Gente come Peter David e Geoff Johns si metterebbe a ridere pensando che mi ci siano voluti ventisette anni per arrivare a questo traguardo. A loro ci vuole una settimana. E lo dico con enorme invidia.

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Slott ha quindi parlato dell'uso di Norman Osborn all'interno delle trame da lui congegnate. Per essere l'arcinemesi di Peter Parker, non si è certamente preso la scena in maniera bulimica. Lo sceneggiatore, dice di avere utilizzato il personaggio solo quando era necessario. Slott è consapevole di avere appena sfiorato il personaggio di Kraven, anche perché sapeva di non poter mai realizzare qualcosa di significativo con lui, che anche solo si avvicinasse a L'Ultima Caccia di Kraven di J.M. DeMatteis e Mike Zeck.

Amazing Spider-Man #799, variant cover di Ed McGuinness

Personalmente, avrei avuto Norman Osborn nelle mie storie ogni volta che potevo, ma spesso era intoccabile. Prima ce l'aveva Warren Ellis in Thunderbolts, poi era nei Dark Avengers di Bendis. Quando abbiamo realizzato Nuovi modi per morire, sapevamo di averlo soltanto in prestito. Non appena Brian non ne ebbe più bisogno, me lo accaparrai. Molti sostengono che io abbia fatto di Doc Ock il grande nemico di Spider-Man, durante i miei anni, ma era soprattutto perché non avevo Norman a disposizione.

E la stessa cosa è successa con Carnage. All'inizio della mia gestione di Amazing, avevo in mente una grande storia con lui e Venom, ma erano bloccati in miniserie varie. Il che va bene. Fa tutto parte del magico mondo delle major e degli universi condivisi. Dato che ho usato poco Norman e non avevo mai potuto toccare Carnage, quando si avvicinava il finale del mio lungo ciclo sapevo di voler prendere per me i due giocattoli più belli che non mi ero mai potuto concedere. L'incontro tra i due e le loro rispettive forme di follia doveva essere la mia esplosione finale.

E questa sarà la minaccia più grande per Peter. I suoi due peggiori nemici in assoluto uniti come un solo essere. Quando è semplicemente se stesso, Goblin ti ammazza la fidanzata. Quando è semplicemente se stesso, Carnage ammazza ogni innocente in circolazione a New York. Se metti il burro di noccioline sul cioccolato, il risultato non è niente di buono. Per nulla.

In conclusione, aspettiamoci un albo macedonia come 800° numero. Ci saranno infatti molti dei disegnatori che hanno segnato il ciclo di Slott, in questo speciale di ottanta pagine: Humberto Ramos, Giuseppe Camuncoli, Stuart Immonen, che ne firma ben venticinque, e alcune sorprese di cui lo sceneggiatore non fa menzione.

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Fonte: Comic Book Resource

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