Marvel Comics #1000: censurato il Capitan America di Mark Waid

La Marvel ha censurato una tavola di Marvel Comics #1000 in cui Capitan America era particolarmente critico nei confronti del sistema statunitense

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Sono passate solo due settimane da quando è stato resa nota la censura di un testo in cui Art Spiegelman paragonava Donald Trump al Teschio Rosso, ma la Marvel si è già resa protagonista di un nuovo caso analogo, volto ad alleggerire il contenuto politico di un suo fumetto, il più importante del 2019: Marvel Comics #1000.

Arriva oggi sugli scaffali delle fumetterie americane lo speciale celebrativo in cui ognuna delle ottanta pagine è realizzata da un differente team creativo: un'iniziativa ambiziosa volta a celebrare i primi otto decenni della Casa delle Idee, curata dall'editor Tom Brevoort e progettata dallo sceneggiatore di Immortal Hulk, Al Ewing.

L'esordio, però, è macchiato dal nuovo episodio di censura riportato dall'Hollywood Reporter.

Sembra infatti che una delle tavole di Marvel Comics #1000 sia stata modificata poco prima di andare in stampa. La versione definitiva dell'albo presenta una storia scritta da Mark Waid (Kingdom Come, Daredevil) con un testo ben diverso rispetto a quello presente nelle copie non ufficiali, inviate un paio di mesi fa ai negozianti per incentivare gli ordini.

Questo l'estratto dalla versione originale:

Il sistema non funziona. Abbiamo trattato alcuni nostri simili in modo abominevole. Ancora peggio, abbiamo perpetuato il mito secondo cui ogni americano può diventare qualunque cosa, può ottenere tutto attraverso la pura forza di volontà. E questo non è sempre vero. Questa non è la terra delle opportunità per tutti. Gli ideali americani non sono sempre condivisi equamente. Eppure senza di loro non abbiamo nulla.

Il sistema americano è imperfetto, ma è l'unico meccanismo attraverso il quale possiamo porre rimedio alla disuguaglianza in modo significativo. Sì, è un lavoro duro e faticoso. Ma la storia ci ha dimostrato che possiamo, a poco a poco, aggiustare questo sistema quando abbastanza persone si arrabbiano. Quando abbastanza persone scendono in piazza e costringono quelli al potere ad ascoltare. Quando abbastanza persone chiedono la rivoluzione e dicono "l'ingiustizia non continuerà".

Questo testo accompagnava un'illustrazione a tutta pagina disegnata da John Cassaday (Astonishing X-Men, Planetary) raffigurante Capitan America. La versione finale del testo si concentra sul super eroe, ricordando che la sua maschera non rappresenta delle persone ma un ideale:

È un impegno a combattere quotidianamente per la giustizia, l'accettazione, l'uguaglianza e i diritti di chiunque in questa nazione. Quando mostra il meglio di sé, questo è un buon Paese, pieno di persone che riconoscono i veri valori del patriottismo, non l'odio, il bigottismo e l'esclusione.

La Marvel non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale a riguardo, ma un dipendente avrebbe rivelato che le modifiche sono state effettuate per rendere tutto più adatto alle atmosfere del progetto. È infatti noto che l'editore di New York abbia deciso di "abbassare i toni", da quando ha sostituito il precedente Editor-In-Chief Axel Alonso con l'attuale, C.B. Cebulski, che poco dopo aver ricevuto l'incarico si è premurato di dire la Casa delle Idee non fa politica:

Una delle cose di cui voglio assicurarmi è che le storie che raccontiamo rimangano soprattutto intrattenimento. Se vogliamo vedere il vero mondo reale, possiamo accendere la TV sulla CNN, possiamo aprire un quotidiano e vedere cosa succede in giro. E certamente è nostra responsabilità, in quanto editori di comics, specialmente alla Marvel, con la storia che abbiamo alle spalle, essere un riflesso del mondo. Ma dobbiamo comunque divertirvi. Le storie devono essere di fantasia e rimanere uno svago. Non possiamo immergerci troppo a fondo nelle questioni politiche. I personaggi possono benissimo prendere posizione, scegliersi una parte, diventare cattivi e tornare buoni, ma sempre intrattenendo

Va detto che è la seconda volta che Mark Waid si vede censurare un lavoro imperniato su Capitan America: la prima volta è accaduto ai tempi del suo secondo ciclo di storie (targato Il ritorno degli eroi), quando insieme ad Andy Kubert aveva dedicato un racconto alla giovinezza del Teschio Rosso.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

Fonte: Hollywood Reporter

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