Marvel: Chris Claremont sull'esperienza di tornare a scrivere i Nuovi Mutanti
Chris Claremont racconta cos'ha rappresentato per lui, dopo trent'anni, tornare a scrivere alcuni dei suoi personaggi preferiti: i Nuovi Mutanti!
Dopo Sienkiewicz è Claremont a parlare: lo sceneggiatore britannico rivela sulle pagine del sito ufficiale della Casa delle Idee quale bussola ha seguito al momento di tornare a raccontare le gesta di alcuni dei suoi personaggi preferiti.
Claremont - L’obiettivo della Marvel era riunire me e Bill Sienkiewicz per un albo di trenta pagine, così ho risposto: "Diavolo, certo che sì!" In pratica, io e Bill abbiamo trattato questa storia come se fosse il numero successivo al nostro ultimo pubblicato, solo che ci abbiamo messo trent'anni anziché trenta giorni.
In termini di continuità, la storia dovrebbe svolgersi subito dopo Guerre ad Asgard, probabilmente attorno alla nascita di Nathan Summers, in quella porzione di tempo molto elastica nascosta tra le vignette precedentemente pubblicate. Tutta la storia si svolge tra vignette già pubblicate... La Marvel ha un rapporto molto elastico con il concetto di tempo. Sembra che buona parte dei progetti a cui sto lavorando in occasione dell’ottantesimo anniversario della Marvel sia ambientata durante il mio ciclo di storie sulle serie degli X-Men.La storia è incentrata su Warlock, sulle sue paure e sulle sue ansietà riguardo al padre, Magus, e a ciò che tutto questo significa per i suoi amici, i Nuovi Mutanti. Qual è il suo destino? Qual è il destino di tutti loro? C’è un modo per evitare quel che è sempre accaduto nella sua società? Oppure un finale tragico lo attende?
Ha a che fare con tutti i personaggi e con la loro visione: quella che Warlock ha del suo rapporto con i ragazzi, la visione che i ragazzi hanno di lui e qualche sorpresa inaspettata su chi risolverà la situazione e in che modo. Tutti devono affrontare degli elementi chiave del loro carattere: chi sono in quanto persone, chi sono come super esseri e chi sono come compagni di squadra. Ma soprattutto, conta il fatto che sono degli adolescenti. Non sono adulti, non sono persone pienamente sviluppate. Sono un progetto ancora in corso.
La trilogia del Demone Orso è stata spettacolare, un’esperienza meravigliosa, ma dal mio punto di vista rappresenta semplicemente quel che ha lanciato un altro intero anno di storie. Ha stimolato Bill, che si è divertito moltissimo a lavorarci, e lo stesso vale per me: nessuno di noi voleva che finisse, e così abbiamo proseguito, a volte in direzioni davvero strane! Chi avrebbe mai pensato che avremmo fatto un blocco di numeri con Cloak e Dagger? E che da quelli saremmo passati a Charlie e Dani che telepaticamente esplorano la mente di Legione?
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