Marvel: Chris Claremont parla del suo passato e del suo futuro con gli X-Men | NYCC 2019

Chris Claremont interviene al New York Comic Con per chiacchierare con i lettori e con C.B. Cebulski della propria carriera passata, presente e futura

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Sono cinquant'anni che Chris Claremont scrive per la Marvel. Non certamente ininterrotti, dato che la collaborazione è ripresa da pochissimo, ma si tratta comunque di un traguardo importante quello in qualche modo celebrato al New York Comic Con 2019 insieme all'Editor-in-Chief, C.B. Cebulski.

I due hanno parlato della carriera del leggendario sceneggiatore degli X-Men e di tante altre testate mutanti.

Claremont ha parlato di una passione per il Fumetto nata con la serie britannica Eagle e con Dan Dare. Fu Fantastic Four #48, con l'arrivo di Galactus, a farlo diventare un fan dei comics. Seguirono un tentativo di lavorare per MAD Magazine e un incontro con Stan Lee organizzato dall'amico di famiglia Al Jaffe.

Chris entrò alla Marvel solo per uno stage del college, da studente di scienze politiche. Quasi per caso ebbe inizio una delle più folgoranti carriere di sempre: un giorno, Claremont fece notare un'incongruenza nelle storie di Nick Fury, e Stan gli diede ordine di sistemare le cose. Inizio così a lavorare come scrittore per l'editore di New York, prendendo davvero il volo quando Len Wein lasciò l'incarico di Editor-in-Chief.

Quando Len e Dave Cockrum stavano mettendo assieme Giant-Size X-Men #1, io continuavo a entrare e uscire dal loro ufficio, perché era divertentissimo stare ad ascoltarli.

Fu proprio Claremont a proporre al duo come il gruppo avrebbe potuto sconfiggere Krakoa. Un problema non da poco. Claremont ha ricordato con gioia il numero speciale di Marvel Team-Up che vide John Belushi come ospite, nei panni del suo sketch comico in stile samurai. Un'idea di X-Chris stesso, che ebbe l'incarico di scrivere quell'albo. Belushi poi avrebbe accettato l'invito a visitare gli uffici della Marvel, rendendo impossibile decidere chi fosse il fan più sfegatato: se l'attore della Casa delle Idee o gli autori ed editor di Belushi, che aveva apprezzato molto la storia.

Claremont ha anche applaudito John Byrne come il vero creatore di Kitty Pryde. Byrne si era accorto che nessuno della seconda squadra degli X-Men aveva l'età per andare alla scuola di Xavier, quindi si decise di creare un membro adatto:

Decidemmo di coinvolgere una ragazzina, una studentessa che sarebbe risultata problematica per tutti quanti. L'idea era che una tredicenne scoprisse all'improvviso di essere una mutante, che fosse totalmente spaventata dalla cosa e che donne statuarie ed energumeni in costume si mettessero dal nulla sulle sue tracce. Oggi sarebbe una storia un po' spinosa, ma erano gli anni Settanta. Kitty divenne il punto di vista perfetto per i nuovi lettori.

Infine, Chris Claremont ha ricordato il suo piccolo ma fondamentale contributo alla scrittura del primo film degli X-Men, in un periodo in cui la produzione lamentava di non trovare la chiave giusta per il lungometraggio:

Scrissi un messaggio che diceva semplicemente che la storia parla di reietti, che se avessero ricordato questo sarebbero stati a posto. Chiaramente la cosa fece una certa impressione, perché ricevetti un messaggio dalla Fox entro settantadue ore, in cui mi ringraziavano e mi assicuravano di aver trovato una soluzione.

C'è da dire che avevano a disposizione il miglior cast possibile. Patrick Stuart, Ian McKellen e un tizio che veniva dal Musival, un certo Hugh Jackman. Spettacolare. Se X-Men avesse fallito, avremmo visto gli Spider-Man di Sam Raimi? Avremmo visto Robert Downey Jr. nei panni di Iron Man? Sono convinto che quel film abbia dato inizio a tutto quanto.

Chris Claremont, durante le giornate del New York Comic Con, ha anche rivelato di essere in trattative per un progetto assieme a Salvador Larroca, con cui ha lavorato su Fantastic Four, a fine anni Novanta, e al lancio di X-Treme X-Men, nel 2001.

Il problema è che quando ti innamori di questi maledetti personaggi, ovvero gli X-Men, diventa impossibile voltare loro le spalle, anche se ci si prova.

Non è ancora chiara la natura di questo progetto. Per ora è un mistero persino per Claremont, che ha definito la trattativa una splendida possibilità e di non veder l'ora di scoprire lui stesso di che cosa si tratti.

Fonti: Comic Book Resources | Comicbook.com

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