Marvel: Chip Zdarsky parla delle atmosfere horror di Spider's Shadow
Lo sceneggiatore Chip Zdarsky parla del suo più recente lavoro per la Marvel, Spider's Shadow, una sorta di What if incentrato su Spider-Man
Tutto quello che è venuto in seguito, dai successivi ospiti del simbionte alla stessa invasione di King in Black, nasce essenzialmente da un punto di svolta cruciale, vale a dire la capacità di Peter Parker di resistere all’influsso malvagio del simbionte. Ma... se così non fosse stato?
Zdarsky - Anche in Spider’s Shadow il tema centrale rimane l’identificazione con il personaggio di Peter. Vuole disperatamente fare ciò che è meglio per i suoi amici e tutti quanti, ma facendosi carico del peso di tutto il mondo, diventa il peggior nemico di se stesso. Ero in trattative con la Marvel da un po’ di tempo per realizzare qualche progetto in stile What If? La mia necessità principale era quella di poter lavorare su più numeri, anziché sui classici one-shot. Volevo approfondire una storia, invece di dover impiegare metà numero a subissare il lettore di informazioni, capite?
Una volta accettato, ho capito che questa sarebbe stata la storia perfetta da raccontare. Il concetto era già stato usato come base di un What If? precedente, ma potevo svilupparla, arricchirla e colorarla con dei toni che i fumetti di Spidey usano molto raramente: tonalità oscure, atmosfere horror. Avendo lavorato di recente su Silver Coin per la Image e su Stillwater per la Skybound, ho scoperto di essere particolarmente attratto da questo genere di storie. E in realtà la saga del costume nero, in essenza è una storia horror.Nelle storie come questa è giusto scatenarsi, si tratta di occasioni in cui puoi fare qualunque cosa. Il trucco sta nel mantenere l'attenzione su Peter il più possibile per farne una storia personale, una lotta personale. Non c’è bisogno che il simbionte affronti la Russia della guerra fredda, o faccia saltare in aria il pianeta o cose del genere. Questa è una storia di Spider-Man in tutto e per tutto, ma in cui tutti sono sacrificabili. Diciamo solo che in questa fase il simbionte non ha alcun salubre rispetto per la vita umana.
Quanto ai disegni, Pasqual è il migliore! Ha una linea così fresca e riesce a fare recitare i personaggi in modo davvero sorprendente. Il suo Peter Parker, in particolare, è perfetto. La storia è essenzialmente ambientata negli anni 80, nel periodo in cui si svolgevano i numeri originali [della saga del costume alieno -NdR], e Pasqual ha la capacità di attingere alle atmosfere di quell'era fumettistica riproponendola in uno stile moderno. È davvero sorprendente. E poi, mio dio, c’è Matt Hollingsworth. Riuscire finalmente a lavorare con lui e vedere le sue sfumature di colori perfettamente studiate è davvero un momento culminante della mia carriera.
In conclusione, cosa vuole dirci questa storia su Peter? Essenzialmente che a prescindere dalla situazione e dalla linea temporale, lui è e sarà sempre Spider-Man.
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Fonte: Newsarama