Marvel: Chelsea Cain e Marc Mohan riprendono il Visione di Tom King

Visione sta per godere di una nuova miniserie personale, scritta da Chelsea Cain e dal suo marito

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Tom King e Gabriel Hernandez Walta hanno influenzato in maniera importantissima, in un solo anno di storie, il personaggio di Visione, regalando all'Universo Marvel anche un parco di comprimari rinnovato dalla presenza di Viv, la figlia del sintezoide, divenuta super eroina in grado di camminare con le proprie gambe, parte del gruppo dei Champions.

I due personaggi stanno per tornare a vivere delle avventure personali, indipendenti da team di eroi, sulla nuova miniserie semplicemente intitolata Vision, scritta da Chelsea Cain e da suo marito, Marc Mohan. Gli sceneggiatori sono stati intervistati da Comic Book Resources ed eccovi le loro dichiarazioni più interessanti:

Vision #1, anteprima 01

Mohan - L'opportunità di scrivere per la Marvel, per me, è un sogno diventato realtà. Sono un fan da trentacinque anni e sarò sempre grato a mia moglie che mi trascina con sé e mi lascia darle una mano a raccontare un capitolo importante della vita di un personaggio così iconico. Ho scritto molto, sia nella mia carriera di critico cinematografico che, recentemente, come studente di giurisprudenza, ma mai un fumetto. Ed è sia una cosa eccitante che spaventosa esordire su un palcoscenico così prestigioso.

Visione e Viv mi hanno attratto in particolare per la possibilità di raccontare il rapporto padre-figlia e la sfida di aggiungere qualcosa di nostro all'archetipo dell'androide che vuole essere un uomo normale.

Cain - Il segreto di Marc è che anche lui è un androide che vuole essere un uomo normale. Quindi, lui e Visione hanno molto in comune. Marc capisce Visione in modo per me impossibile. Ed è un vero nerd esperto di comics, il che mi risparmia un sacco di ore su Marvel Wikia. Semplicemente, ne sa un sacco. Io e lui siamo entrambi grandi fan delle storie di King e Walta. Quei dodici numeri sono stati una rivelazione, il tipo di storie che leggi una volta ogni dieci anni.

Mohan - Il nostro fumetto non è necessariamente legato a doppio filo con la continuity, anche se certamente alcuni eventi significativi di altre serie potranno avere un effetto su Viv e Visione. Per quanto riguarda quel che sta succedendo a Viv nelle trame di Champions, lasceremo che sia Jim Zub a raccontare quella storia.

Cain - Abbiamo accettato questo lavoro due anni fa. Abbiamo consegnato le nostre sceneggiature e aspettato. Ovviamente, l'Universo Marvel è andato avanti e il tempo è passato. E adesso eccoci qui. La nostra storia si incastrerà con la continuity? No. Perché tutte le altre versioni dei nostri personaggi sono in realtà skrull. Spiace dovervelo dire così. Le storie di Jim Zub? Tutti skrull. Jim Zub? Anche lui è uno skrull.

Vision #1, anteprima 02

Mohan - Troveremo i due poco dopo la tragica fine delle storie di Tom e Gabriel. Viv e Visione investigano su degli eventi inquietanti accaduti a Manhattan. Quel che scoprono li spedisce all'avventura in giro per il mondo, alle prese con dottori pazzi, robot ribelli, crisi adolescenziali e confusione paterna. Vecchi amici compariranno, alcuni noti e altri meno. Forse non dovrei dirlo, ma i fan di Mimo e della sua serie vedranno riapparire il loro cane preferito. Emotivamente, padre e figlia hanno un sacco di irrisolti fra loro e dovranno farci i conti, tra un'azione da super eroi e un salvataggio del mondo.

Cain - Viv abita con suo padre sotto copertura in una casa scassatissima in Kansas. Va a scuola in Kansas e papà è iperprotettivo. Non la lascia nemmeno avere un account Instagram e la tratta come una bambina. Devono vestire degli appiccicosi travestimenti cutanei. Lei tenta di tenere a bada il suo risentimento, di essere una brava figlia e una brava eroina, con gli alti e bassi dovuti al fatto che è bloccata nell'età dell'adolescenza. Inoltre, la famiglia allargata di suo padre continua a cercare di ucciderli. Il che è fonte di stress.

Mohan - Uno degli obiettivi chiave di queste storie è certamente dare a Viv una voce tutta sua e il senso di un'identità che vada al di là di essere la figlia di Visione. La serie è raccontata più dalla prospettiva di lei che di lui. Forse, avremmo dovuto chiamarla "The Visions" o "Viv e un vecchio tizio". Probabilmente, è troppo tardi per cambiare il titolo.

Cain - Ho sempre visto la nostra come la storia di Viv. Mi interessa moltissimo studiare le possibilità di un narratore inaffidabile in un contesto a fumetti e sfuggire all'idea che ogni numero sia per forza nel canone degli eventi, perché quando è una voce maschile dominante a raccontare la voce di tutti quanti, nella convinzione che i fatti narrati siano la Verità, c'è un problema. Si sottovaluta il potere della prospettiva. Io scommetto che Sue Storm si ricorda le cose in maniera non sempre allineata a come le racconta il canone Marvel. In termini narrativi, noterete che Viv è l'unica che racconta, dei due. Saremo nella sua testa e la narratrice è lei. Vedremo tutto tramite i suoi occhi, anche quando non sarà presente.

Applausi della coppia di sceneggiatori alla disegnatrice, Aud Koch, definita come talentuosa e appassionata, in grado di adattare il proprio registro all'espressione piena di ogni emozione. Mohan e Cain hanno atteso che fosse libera per il progetto, perché volevano proprio lei, dotata di un particolare senso del ritmo della narrazione visiva. La miniserie, in sei parti, debutta a novembre negli U.S.A.

Vision #1, anteprima 03

Fonte: Comic Book Resources

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