Marvel: Brian M. Bendis mette Punisher sulla strada dei Defenders

Bendis parla dei Defenders e di Punisher, il cui rapporto con il gruppo sarà quantomeno conflittuale

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
Brian Michael Bendis risponde ad alcune domande del sito ufficiale della Marvel alla vigilia dell'uscita di Defenders #5, in cui fa capolino il volto poco rassicurante di Frank Castle, alias Punisher. Proprio dal Punitore, che combatte dalla stessa parte degli eroi, ma usa metodi per loro inaccettabili, partono le dichiarazioni dello sceneggiatore che vi riportiamo.

Defenders #5, copertina di David MarquezSono dalla stessa parte, ma Frank sembra sapere qualcosa in più di tutti gli altri. Sembra che abbia un'idea più precisa su chi sia a tirare le fila dietro il piano di Diamondback, mentre i Defenders paiono a malapena consapevoli del fatto che ci sia un mandante dietro i guai che stanno passando. Frank è impegnato a vedere le cose in prospettiva, mentre Luke e gli altri vogliono solo sistemare Diamondback. Del resto, Punisher è uno stratega di grande intelligenza. Ora che sa chi ha contro, potete aspettarvi che tenti di risolvere la questione secondo il suo stile.

Danny, Luke e Matt hanno con lui un rapporto molto simile tra loro. Hanno tutti pattugliato le strade per lo stesso tempo e si sono incontrati con lui un gran numero di volte. Il dibattito morale tra il Punitore e Daredevil è consegnato agli annali e non sarà mai risolto. Jessica Jones non si è mai trovata di fronte a lui, invece, e non è affatto impressionata. Frank non sta cercando di lavorare assieme alla squadra, ma di immobilizzarla, così che non si metta di mezzo mentre fa il suo lavoro. Non ha interesse a ferire Daredevil, per dire, ma gli interessa ancor meno che Daredevil possa agire come vorrebbe.

Tutti i personaggi di questa serie hanno molto chiaro in testa quale sia il loro obiettivo e tutti vogliono qualcosa. Ognuno ha uno scopo con cui il pubblico può immedesimarsi, a un certo livello. Quel che racconto in Defenders​ è basato, almeno in parte, su quel che so della mafia e del crimine organizzato del mondo reale, per averli studiati nel corso degli anni. Quel che raccontiamo in questa serie succede veramente, per quanto ne restituiamo una versione in chiave Marvel, ovviamente. Ma i fatti alla base di queste avventure hanno una qualche radice nelle storie che hanno costruito le fondamenta della criminalità organizzata negli Stati Uniti.

Il pensiero di scrivere queste storie all'indomani della serie Netflix è surreale. Ma l'aggettivo non rende ancora l'idea. Tante volte mi sono seduto alla scrivania da solo cercando di creare la dinamica di un gruppo di eroi esattamente come la volevo. Oggi lo faccio sapendo che milioni di persone li hanno visti in azione assieme.

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Fonte: Marvel

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