Marvel: Brian Bendis, il finale di Spider-Men II e un piccolo testamento spirituale
Brian Bendis parla di quanto sia sentito il finale di Spider-Men II alla vigilia del suo passaggio in DC
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Miles Morales e Peter Parker hanno unito le forze perché il mercenario noto come Taskmaster ha causato un sacco di problemi, sfruttando un portale verso un'altra dimensione. All'inizio non sappiamo cosa voglia, nella storia, o cosa stia succedendo, ma presto scopriamo che è al servizio di qualcuno di nome Miles Morales. Cerca notizie di qualche genere. Ma non si tratta, ovviamente, del nostro Miles. Cosa vuole, questo omonimo di Morales? E perché? E qual è il suo rapporto con il nostro eroe?
Sappiamo, da quel che è stato rivelato nel terzo e nel quarto numero, che questo nuovo Miles è diventato un amico strettissimo del giovane Wilson Fisk, che poi sarebbe asceso al rango di Kingpin. Sappiamo che il nuovo Miles non ha la stessa sete di sangue e il potere di Wilson, il quale ha fatto in modo che il suo amico potesse scomparire e vivere la sua vita in pace, con la donna che ama. Ecco perché nessuno ha mai sentito parlare di lui. Finora.
Il nostro Miles non ha la minima idea di essere incappato nella missione dell'altro per cercare il suo amore perduto, la moglie morta per una terribile malattia. Perduto l'amore della sua vita, è disperato e abbattuto. Al funerale ha stretto nuovamente i rapporti con Fisk, che gli ha detto che in altre dimensioni e altri mondi esistono versioni diverse delle persone del nostro. Il che ha spinto l'altro Miles alla ricerca. Il nostro, è ignaro di tutto questo.Spesso si parla dell'eredità di Spider-Man. ma è davvero un'eredità o è solo il destino di un uomo, un individuo? Peter non ha mai pensato che il suo nome avrebbe creato un movimento, che sarebbe stato una bandiera, una mitologia ispiratrice. Era solo il suo vessillo contro il crimine, il peso che doveva portare. Ma ora Miles e altri hanno portato nuove responsabilità nel nome di Spider-Man e nessuno ha mai chiesto a Peter cosa ne pensasse. In quest'ultimo numero, lo scopriremo. Entrambi i personaggi sono impegnati in un viaggio di scoperta di se stessi che dura da una vita intera. Questa non è certa la fine, ma è un passo importantissimo per entrambi. E non lo dico a cuor leggero.
Quando si sono incontrati per la prima volta, Miles era un ragazzino e Peter uno scienziato in difficoltà. Ora Miles sta per finire il liceo e Peter è... un miliardario che è scivolato molto in basso. Entrambi hanno subito una crescita personale importantissima, da allora e il loro rapporto è cambiato, evoluto. Meno mentore-studente e più Butch Cassidy e Sundance Kid. Sono entrambi bravissimi nel loro lavoro, ma uno ha più esperienza.
Il comportamento del Miles criminale in quest'ultimo numero sarà una sorpresa per chiunque abbia letto i miei fumetti negli ultimi due anni. Sapevamo da sempre che avremmo dato a Spider-Men un seguito. Volevo che questa nuova miniserie fosse all'altezza della precedente, che è entrata nel cuore di moltissimi. Il destino di questo nuovo Miles e le sue scelte sono davvero sorprendenti, anche per me che le ho scritte e pensate.La pubblicazione di questo numero cade nel diciottesimo anniversario della mia carriera di scrittore di Spider-Man. Negli ultimi diciotto anni non c'è stato un solo mese in cui non sia uscito un albo scritto da me che riguardasse una versione del personaggio. Spider-Men, alla sua uscita, era la mia dichiarazione definitiva sul Ragno, era pensata per esserlo. Ci ho pensato a lungo. Il numero diciotto è importantissimo nella numerologia ebraica. Ed io ho voluto che questa serie fosse significativa e importante per tutte queste ragioni, che esprimesse quanto io ci tenga in modo elegante e con stile.
Fonti: Marvel | Comic Book Resources