Marvel: Black Panther di Coates e Stelfreeze ci renderà cittadini del Wakanda

Ta-Nehisi Coates e Brian Stelfreeze parlano di Black Panther e promettono una serie Marvel diversa da ogni altra, profonda e capace di colpire i lettori

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Ta-Nehisi Coates, giornalista, romanziere, saggista e autorevole voce nelle battaglie per i diritti civili degli Stati Uniti e della coscienza afroamericana, è l'autore designato della nuova serie di Black Panter. La Marvel compie così un gesto coraggioso e chiude un accordo con uno dei personaggi di spicco della letteratura contemporanea targata USA. Dall'annuncio di qualche giorno fa, il battage mediatico sui social e sui canali di comunicazione tradizionali è stato comprensibilmente intenso. Ieri, la casa editrice ha intervistato il neo-sceneggiatore e il suo compagno di viaggio, il cartoonist Brian Stelfreeze.

Black Panther #1Coates - Tutto questo per me è quasi uno shock. Pazzesco il numero di persone che amano i comics senza che si sappia, gente con cui ho a che fare in tutt'altri contesti che mi dice: "Ehi, non vedo l'ora di leggere Black Panther!". E io penso: "Ma tu non eri un esperto di legislazioni condominiali di 42 anni?". Ma sbaglio io a sorprendermi. I fumetti hanno sempre avuto questa diffusione ampissima.

Stelfreeze - Il progetto mi ha preso fin da subito ed è una meraviglia vedere come i fan abbiano reagito alla notizia. I lettori di Pantera Nera tendono ad essere appassionatissimi, ma silenziosi. Ci vuole un annuncio di questa portata perché si facciano sentire. Persino mia madre mi ha chiamato per congratularsi. Non era mai successo.

Sono sempre un po' sulle spine quando professionisti di altri media si trovano a scrivere fumetti, perché si tratta di una forma di narrazione davvero peculiare e richiede talento, ma anche molto rispetto. Appena ho ricevuto il soggetto di Ta-Nehisi, però, mi sono rilassato. Era evidente che è un fan e un lettore con la voglia di esplorare la profondità del personaggio e del suo mondo. La sua inesperienza gli concederà più libertà creativa, paradossalmente.

Coates - A essere onesto, non vedo l'ora di imparare da Brian tutto ciò che posso. Non ho mai fatto lo sceneggiatore, anche se sono ovviamente uno scrittore. Ma raccontare vignetta dopo vignetta è un'altra storia. Ho accettato questo incarico soprattutto perché sono convinto che farà di me un autore migliore e non vedo l'ora di prendere appunti su questo da Brian, che da disegnatore sa benissimo cosa voglia dire narrare e comunicare per immagini.

Nella mia carriera racconto perlopiù storie non di fantasia, è vero, ma gli elementi che rendono affascinante una narrazione sono gli stessi nei due mondi. Inoltre credo di sapere meglio di altri quali pensieri dovrebbero occupare la mente di un personaggio nella posizione di T'Challa. Avendo studiato molto la Storia, ad esempio, mi sono fatto un'idea abbastanza precisa di quali siano le quotidiane sfide per un monarca. La chiave è tenere questo aspetto come punto di partenza e intanto assicurarsi che Pantera Nera abbia un buon numero di cattivi da prendere a cazzotti.

Coates ha parlato di una serie di sfide soprattutto personali per T'Challa che saranno immediatamente percepibili dal lettore, difficoltà imposte proprio dal suo ruolo e dalle condizioni in cui si trova. Stelfreeze ha fatto invece riferimento a quanto Black Panther abbia il potenziale per spiccare dal punto di vista narrativo: il ritmo della storia scritta da Coates è molto diverso da quello a cui siamo solitamente abituati e del tutto nuovo.

Stelfreeze - Mettere su carta le immagini proposte da Ta-Nehisi e riprodurre i tempi che ha in mente è per me una sfida, e le sfide sono ciò di cui si nutre la creatività di un disegnatore. Alcuni degli aspetti che conosco della Pantera e del Wakanda sono già definiti, mentre altri sono ancora da scoprire. Questa storia non è destinata a costruire un nuovo mondo, ma un nuovo ponte, per raggiungere luoghi nuovi di regioni già note.

Dopo aver riconosciuto come importante la diversità etnica tra autori e artisti nel campo del fumetto, Coates ha chiarito che, da sceneggiatore, la sua prospettiva sulla questione è pressoché irrilevante: la sua unica preoccupazione è scrivere la miglior storia possibile.

Coates - Se la serie dovesse essere terribile, cosa conterà il colore della pelle di chi l'ha scritta? Voglio raccontare una storia grandiosa. Lo standard deve sempre essere questo. Non è possibile raggiungerlo ogni volta, ma è l'obiettivo che abbiamo il dovere di perseguire.

Stelfreeze - C'è una grossa differenza tra incontrare una persona e conoscere una persona, come visitare un luogo e viverci sono cose molto diverse. Voglio che le persone sentano di aver colmato questa differenza alla fine della serie. La storia di Ta-Nehisi renderà i lettori cittadini del Wakanda.

Black Panther #1, variant cover 1

Fonte: Marvel

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