Marvel: Anthony Oliveira sull'autenticità del coming out dell'Uomo Ghiaccio
Lo sceneggiatore Anthony Oliveira parla di Marvel's Voices: Pride, del coming out dell'Uomo Ghiaccio e della coppia Wiccan-Hulkling
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Questa l’analisi di Oliveira:
Oliveira - Ovviamente, il tema principale degli X-Men è molto importante per me: Charles ed Erik che usando forze letali si contendono l'anima della loro gente e continuano a volersi profondamente bene per tutto il tempo. I momenti migliori dell'era classica di Chris Claremont sono la Saga di Fenice Nera e Giorni di un futuro passato, ma anche la meticolosa cura con cui tratta personaggi come Rogue e la sua commovente incapacità di essere toccata, o il desiderio di Nightcrawler di essere amato per quello che è, o Magneto alle prese con il suo trauma e il suo disperato tentativo di assicurare un futuro al suo popolo. Poi l'enorme, roboante rinnovamento di Grant Morrison, l’utopia descritta in dettaglio di come potrebbe essere una cultura minoritaria come quella dei mutanti. Rictor e Shatterstar che scoprono insieme e disordinatamente chi sono, e l'Uomo Ghiaccio che se ne rende conto in silenzio, in solitudine.
La prima cosa di cui ero certo era voler onorare la lunghissima storia nascosta di Bobby (gli scrittori lo sceneggiano come gay praticamente dal 1985, ma non sono mai stati in grado di premere il grilletto), quindi la mia idea iniziale era di tornare a tutti quei momenti in cui ha quasi fatto coming out nei vecchi numeri (a Jean in quel reparto di Barnes & Noble, a Emma su quel tetto, a Cloud, a Northstar eccetera...).Mentre lavoravo a quella storia ho scoperto che uno dei primi momenti queer di Bobby era il migliore: in X-Men #14, quando Bobby aiuta Warren a legarsi le ali, gli chiede gentilmente se sarebbe così brutto se la gente sapesse la verità. E la risposta di Warren deve essere suonata molto crudele a un ragazzo che si nascondeva (negli anni 60!) per sopravvivere. La conversazione di Bobby con Magneto è più o meno la trascrizione del mio primo coming out, che è avvenuto a sua volta con una figura autoritaria più anziana con cui avevo, diciamo, un rapporto classicamente contraddittorio, e in cui ho trovato una gentilezza che non mi aspettavo.
Bobby e io abbiamo biografie e traumi molto simili. È qualcosa di molto diverso, per esempio, da Wiccan e Hulkling, che si sono incontrati presto nella vita e sono stati accettati dalla famiglia e dagli amici. Wiccan e Hulkling affrontano l'omofobia, ma per loro è una minaccia esterna. Bobby ne è stato avvelenato dalle persone che amava. Quella di Bobby è stata una strada più solitaria e più spinosa: prima è cresciuto con dei genitori crudeli e poi sotto la politica di rispettabilità di Charles Xavier, nell'incoraggiamento a nascondere la differenza, quindi il suo rapporto con la sua identità è più tormentato. Provo una forte solidarietà per lui.
Penso che il grande non detto di Bobby sia sempre stato un ostacolo per gli sceneggiatori, ma che abbia avuto anche un effetto stranamente creativo. In parte era dovuto a un semplice mandato editoriale: prima che Brian Michael Bendis rendesse canonico lo status queer di Bobby, tanti, tanti scrittori ci avevano provato. La storia di Marjorie Liu parla chiaramente di un uomo che cerca di elaborare il trauma di dover tenere nascosta la sua natura. Mike Carey usa la sua relazione con Mystica per mostrare (e aggravare) la sua grande paura del sesso. Chuck Austen lo fa punzecchiare da Northstar al riguardo, e prima ancora Emma cerca di aiutarlo ad affrontare "quello che lo trattiene". Bobby riesce quasi a fare coming out con Jean prima della crisi di Onslaught, e va nel panico quando Cloud rivela il suo status di genere. La storia di Bobby viene messa a fuoco solo retroattivamente, ma penso che questi tentativi lunghi e diluiti nel tempo la rendano molto autentica.
Penso che l'Uomo Ghiaccio a volte possa essere una sfida per gli scrittori eterosessuali perché stranamente la nostra cultura dominante ha difficoltà a capire quale sia la storia di un uomo gay adulto. E questo, per me, è in realtà quello che dovrebbe essere la storia di Bobby, perché non sono sicuro che nemmeno lui lo sappia: ha tenuto la testa bassa per così tanti anni, ha lavorato così duramente per creare un mondo che lo accettasse, e ora in molti modi, Krakoa rappresenta la realizzazione di quella missione. E adesso? Che effetto fa camminare in un mondo portandosi addosso cicatrici che i giovani per cui hai combattuto molto spesso non capiscono nemmeno? Che effetto fa tirare finalmente un sospiro di sollievo e conoscere se stessi? Questa è la storia che racconterei.
Nel caso di Hulkling e Wiccan, le cose sono diverse. Erano un modello esemplare. Davvero. Quando ero ragazzo, non riuscivo a credere a quello che stava succedendo leggendo quei fumetti: credevo che me lo stessi inventando, che fosse un pio desiderio. Due rampolli dei pilastri dell'Universo Marvel (i figli di Scarlet e Capitan Marvel in persona! Un erede di due imperi e del retaggio degli Avengers) al centro delle storie di quell’universo, sfacciatamente innamorati! Un rapporto veramente tridimensionale, con chimica e affetto a non finire. Era magico. Lo è ancora. Penso soprattutto alla loro pazienza e gentilezza reciproca. Sono la persona preferita l'uno dell'altro e sono infinitamente affascinati e deliziati dalle stranezze, dalle strane svolte, dalle passioni, dalle frustrazioni e dalle paure l'uno dell'altro. Sono due dolci nerd che si sono trovati, contro ogni previsione, e poi hanno anche scoperto di avere dei super poteri. Questo è un dono raro, non è qualcosa che ricevono tutti.
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Fonte: AIPT