Marvel, Acker e Blacker: Deadpool v Gambit mostrerà i due giustizieri nelle vesti di truffatori
Ben Blacker e Ben Acker tornano a parlare di Deadpool v Gambit e delle tante ricerche (quasi inutili) svolte in preparazione della storia
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Blacker - Entrambi hanno trasceso le loro origini anni Novanta. Deadpool e Gambit sono personaggi abbastanza superficiali, a prima vista. Ma negli anni, grazie ad alcuni grandi autori, hanno assunto spessore. Quel che trovo interessante è che tutti e due sono edonisti, in cerca di divertimento, narcisisti, ma sotto sotto nascondono un lato oscuro, sia dal punto di vista della loro dubbia moralità che per quanto riguarda le loro origini.
L'esperienza ci dice che Deadpool sinora ha dato il meglio di sé come personaggio quando è accanto a qualcuno che non gli somiglia per niente in termini di carattere. Questa volta, invece, sarà interessante metterlo in coppia con uno con cui ha molto in comune.
Acker - Sono d'accordo. Gambit e Deadpool mi danno l'idea di avere sempre delle motivazioni del tutto personali in ciò che fanno, non ispirate dalla consueta massima "da un grande potere derivano grandi responsabilità".Blacker - Come sempre, non vogliamo essere troppo invischiati nella continuity Marvel. Per noi è importante che questa sia una storia indipendente e accessibile a tutti. Ecco perché ha luogo in un indeterminato e recente passato. Ci sono allusioni a certi eventi della storia di uno dei nostri antagonisti, ma al di là di questo non ci siamo preoccupati molto di collocare la vicenda in un'epoca precisa.
Acker - Abbiamo una prospettiva su questa miniserie non diversa da quella di Matt Fraction su Occhio di Falco. Raccontiamo un giorno di pausa di entrambi i personaggi. Gambit è lontano da questioni mutanti, Deadpool è in vacanza dai Thunderbolt. La truffa in cui sono coinvolti è per loro una specie di partitella a basket al parchetto, solo che porta via più tempo, va pianificata e ha un obiettivo preciso. E forse ha qualche piccola implicazione morale in più, rispetto a una partitella di basket. Non che sia un problema, per Gambit e Deadpool.Blacker - La storia ha una struttura narrativa piuttosto complicata. Il genere delle truffe è difficile da scrivere. Diciamo che si tratta di una grande truffa che raccoglie momenti e atmosfere da svariate altre piccole truffe. Forse, però, sto dicendo troppo.
I due hanno sottolineato, come già nella precedente intervista che vi abbiamo proposto, i problemi di fiducia che la strana coppia dovrà affrontare. I protagonisti non sono affidabili e in una truffa questo è un gigantesco problema.
Blacker - Per prepararci, ci siamo riguardati alcuni dei migliori film di sempre sull'argomento, da Oceans Eleven a Lady Eva, fino ovviamente a La Stangata. Ma in definitiva ci siamo accorti del fatto che una truffa nell'Universo Marvel è molto diversa da una nel mondo reale in cui sono ambientati questi film. Quindi abbiamo cercato di coniugare i tratti di una truffa classica con quelli del genere supereroistico, attraverso il tema della fiducia.
Acker - Abbiamo fatto un sacco di ricerche e abbiamo passato un giorno intero a studiare i Cajun. Un sacco di roba interessante che abbiamo scoperto e che alla fine abbiamo deciso di non inserire nel fumetto.
I due protagonisti sono destinati a viaggiare, partendo dalla New Orleans di Gambit e raggiungendo un paio di luoghi su cui gli autori mantengono il riserbo. Ci sarà anche un po' di cara, vecchia New York, nella trama, che rimane fortemente incentrata sui due personaggi e sul loro rapporto quantomeno bizzarro. Per saperne di più, non resta che aspettare di leggere Deadpool v Gambit, in uscita a giugno negli Stati Uniti.
Fonte: Comic Book Resources