Mark Waid racconta Green Hornet
Mark Waid spiega i motivi del suo innamoramento per Green Hornet... e perché noi dovremmo innamorarcene...
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Non è un eroe, ma un antieroe, ci spiega Waid. La qual cosa non sarebbe necessariamente una novità. Ma Green Hornet non è Wolverine nè il Punitore. Finge, in qualche modo, di essere un criminale, per svolgere i compiti di un giustiziere, in un gioco di luci e ombre mai del tutto chiaro. Ragazzo ricco che decide di combattere il crimine (altro tema già visto in mille salse), che però non controlla del tutto il suo ego. Tutti e due i mondi lo attraggono, eccelle in entrambi. In molti sensi, Green Hornet è sia l'eroe principale della serie che il primo dei villain.
Ultima soddisfazione, l'ambientazione anni trenta. Il piacere di scrivere un personaggio vintage, delle ricerche costanti dello sceneggiatore per rendere credibile l'America post-depressione, il fascino della fantascienza retrò che permette a Green Hornet di combattere i mascalzoni. Non male, come menù, per il personaggio rilanciato nel 2010 da Kevin Smith per Dynamite, a cui auguriamo di continuare a godere della guida di grandi sceneggiatori.