Mank: online le prime recensioni dell'atteso nuovo film di David Fincher
Sono arrivate online le prime recensioni di Mank, l'atteso nuovo film di David Fincher che debutterà su Netflix a dicembre
New York Magazine: Mank è un film sui cinegiornali pieni di fake news, sulla devastazione economica e su un'elezione in cui un candidato idealista socialista viene tacciato di comunismo dai ricchi e potenti che controllano la disinformazione. [...] Fincher è un regista troppo virtuosistico per fare qualcosa che non sia interessante da guardare, anche quando Mank sembra senza scopo, è comunque splendido da vedere, con la sua fotografia perlacea in bianco e nero.
AV Club: Per Fincher, questa Hollywood ormai perduta appare sia come una superficie simulata digitalmente, sia una festa in costume... a volte sembra una paginata di Vanity Fair, altre volte una cripta.
Observer: In realtà, qualsiasi cosa in un film di Fincher - dalla resurrezione della sceneggiatura di suo padre Jack alla ricostruzione perfetta di una Hollywood nel pieno dell'esplosione creativa che non avrebbe vissuto più per altri 30 anni - è una chiamata alle armi.
Entertainment Weekly: La storia, a un certo punto, diventa meno un resoconto forense di un capolavoro e più un'ode dolceamara a una certa fetta della vecchia Hollywood: in parte una lettera d'amore, in parte un monito, e ancora in qualche modo un mistero.
USA Today: Uno splendido ritorno al passato incentrato su una figura piena di difetti che affrontò un'era ostile a Hollywood con belle paroline e una certa insolenza.
The Hollywood Reporter: Tutto ciò è senza dubbio coinvolgente, ma se l'intenzione era quella di instillare pathos nell'esperienza di uno sceneggiatore che produce la sua opera migliore per un'industria che detesta e per un artista che non vuole condividere il merito, allora Mank è deficitario in tal senso.
Indiewire: Nonostante gli artifici presenti in ogni inquadratura, Mank affonda le sue radici nel realismo della prospettiva del suo protagonista, e Oldman sprigiona un'energia talmente forte in ogni scena da far pensare che possa esplodere attraverso l'obiettivo della cinepresa da un momento all'altro.
The Wrap: Recitazione memorabile, fotografia impressionante e un'esame provocatorio del nesso tra intrattenimento, media e politica. Tutto questo basta a rendere Mank un film necessario, se non davvero completo, per gli amanti del cinema.
Variety: Mank è un film splendidamente evocativo, dai dialoghi acuti, sempre avvincente.
Los Angeles Times: Questo è materiale ricco, affascinante e inevitabilmente doloroso da guardare nella nostra era di magnati dei media conservatori, retorica anti-socialista e, giusto per non dimenticarcene, caos elettorale.
The Guardian: Che dramma romantico avvincente è questo film, in grado di mescolare sentimentalismo con pura estasi.
Empire: Costruito su un'imponente interpretazione di Gary Oldman, Mank è intelligente, sofisticato, a tratti avvincente e difficile, e tra i migliori film di Fincher.
Devo dire che i sei anni trascorsi da Gone Girl, periodo in cui abbiamo atteso con trepidazione una nuova incursione del Sommo alla regia di un lungometraggio, si sono conclusi con l'arrivo una pellicola mastodontica che è un atto d’amore verso il cinema e le leggendarie (e, perché no, controverse) figure che hanno popolato Hollywood nell’epoca d'oro dello studio system, un’opera sentita visceralmente dal regista per ovvie motivazioni di tipo personale (l'ha scritta suo padre, morto qualche anno fa) che, oltre a intrattenere e a scorrere via che è una meraviglia, è anche un manuale di storia del cinema, di regia, di recitazione e di tanti altri "e di" che hanno a che fare con la settima arte.
L'algoritmo di Netflix mi ha dato il nulla osta, ergo posso parlare: ho visto Mank di David Fincher.Devo dire che i...
Posted by Andrea Bedeschi on Friday, November 6, 2020
MANK: I DETTAGLI DEL FILM
Mank è il biopic di Herman Mankiewicz, giornalista divenuto sceneggiatore noto per aver collaborato con Orson Welles in Quarto Potere ma anche per aver lavorato a film come Il Mago di Oz, L’idolo delle folle e Gli uomini preferiscono le bionde. Gary Oldman vestirà i panni di Herman Mankiewicz, Lily Collins sarà la segretaria Rita Alexander, Amanda Seyfried vestirà i panni dell’attrice Marion Davies mentre Tuppence Middleton sarà Sara Mankiewicz, moglie del protagonista.
Fincher sviluppò per la prima volta la storia del film nel 1997, su una sceneggiatura di suo padre Jack Fincher, a sua volta giornalista (e morto nel 2003). Alla produzione vi saranno Cean Chaffin e Doug Urbanski.
È dal 2014 (Gone Girl) che Fincher non dirige una pellicola. Nel frattempo però ha lavorato a serie come Mindhunter e Love, Death & Robots, entrambe per Netflix.
Cosa ne pensate di questi nuovi materiali e quanto attendete l’arrivo in streaming di Mank, il nuovo film diretto da David Fincher? Potete dircelo nello spazio dei commenti qua sotto all’articolo.