Lupita Nyong'o definisce i press junket come una "tecnica di tortura"

L'attrice premio Oscar Lupita Nyong'o non apprezza molto la ripetitività dei press junket promozionali...

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Lupita Nyong'o è la protagonista della nuova cover story del magazine Glamour con cui ha potuto ricordare la fama improvvisa arrivata dopo il suo debutto cinematografico avvenuto con 12 anni schiavo, la pellicola del 2013 di Steve McQueen che le è valsa anche l'Oscar come Miglior attrice non protagonista.

Un articolo, quello di Glamour, durante il quale Lupita Nyong'o ammette di non essere una grande fan dei press junket con cui Hollywood (e il mondo del cinema e della TV in genere) promuove le sue produzioni.

Parlando della celebrità arrivata repentinamente dopo 12 anni schiavo spiega:

Eravamo pronti a fare le comparse e le piccole guest star nelle produzioni televisive prima di avere la nostra possibilità di avere un ruolo di autentico peso nella cosa che amiamo fare per vivere. Ma non è comunque qualcosa che ti prepara al manifestarsi di un successo così improvviso. È un'esperienza travolgente.

Poi quando le viene chiesto cosa le dia fastidio delle varie cose correlate al suo mestiere, se i paparazzi o il gossip, afferma:

Le interviste. I press junket sono come una tecnica di tortura. Diverse persone che vengono traghettate dentro a una stanza dove ti ritrovi a rispondere alle stesse identiche domande. Devi dare a ciascuno di loro attenzione, concentrazione e una risposta articolata che hai appena dato alla persona prima. È irritante.

Vi ricordiamo che a fine giugno ritroveremo Lupita Nyong'o in A Quiet Place: giorno 1, l’atteso prequel della saga ideata da John Krasinski.

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FONTE: Glamour

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