Luke Cage: ecco come nasce il primo show di Netflix con un supereroe di colore

Luke Cage è una sorta di western, imbevuto nella cultura hip-hop e avvolto in un mantello da supereroe

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Secondo lo showrunner di Luke CageCheo Hodari Coker, la serie che debutta oggi su Netflix, è una sorta di western, imbevuto nella cultura hip-hop e avvolto in un mantello da supereroe, definizione che la critica potrebbe spiegare sottolineando come lo show sia - oggi più che mai - socialmente rilevante, poiché analizza profondamente il cuore della cultura dei neri americani in un momento di tensione razziale davvero forte nel paese.

Secondo Coker, la serie avrà il difficile compito di navigare in questo complesso momento storico per gli Stati Uniti, cercando di trovare un modo appropriato per spiegare il rapporto della comunità di colore con l'uso della parola "negro" (in originale nigger, considerato un dispregiativo slang del termine "persona di colore".)

"Quella parola non viene mai usata nello show alla leggera, per quanto mi concerne, ogni volta che decidevamo di dirla, era perché c'era un motivo. Non è mai usata solo per dire. E sì, a volte sentirla può dare fastidio, ma è anche vero che questa non è una serie per bambini. Io ho sentito usare quella parola con profondo amore e per odio, la complessità stessa di quella parola ha una storia, non usarla quindi avrebbe reso meno completo lo show e, in quanto al fatto se la Marvel e Netflix fossero d'accordo nell'usarla, probabilmente la risposta è no, quindi sono preparato ad affrontare qualche critica."

In Luke Cage troveremo diversi personaggi, da Cottonmouth (Mahershala Ali), convinto che le minoranze americane possano davvero avere successo senza per questo diventare criminali, a Mariah Dillard (Alfre Woodard), che nonostante stia cercando di aiutare la città in maniera legittima, accetta sottobanco i finanziamenti del cugino che arrivano dal riciclaggio del denaro sporco. Pi, naturalmente, c'è Luke con la sua visione molto più definitiva su cosa sia giusto o sbagliato e il quartiere di Harlem che, in un certo senso, funziona quasi come un personaggio a sé nella narrativa dello show, motivo per cui il contesto storico in cui Harlem è stato ricostruito nella serie, è stato curato con particolare attenzione dallo showrunner, perché il mondo in cui il protagonista della serie vive deve dare la sensazione al pubblico che sia proprio come l'Harlem reale e non una sorta di grottesca ricostruzione cinematografica della realtà.
"Con un simile cast dovevamo costruire un'ambientazione realistica e palpabile, perché desse al pubblico l'opportunità di capire che stiamo facendo le cose sul serio, a volte accade infatti che gli adattamenti di un fumetto non siano presi seriamente, come il fatto che una storia sia tratta da una graphic novel la sminuisca di per se stessa, ma io volevo che questo show potesse competere con qualsiasi dramma che c'è al momento in televisione, non volevo che fosse secondo a nessuno."

L'importanza della cultura dei neri americani è anche tema principale della serie, ancora prima che il giocatore di football Colin Kaepernick conquistasse di recente gli onori della cronaca per la sua decisione di protestare nei confronti del trattamento che la comunità dei neri sta subendo nel paese ultimamente, decidendo di non alzarsi in piedi durante l'inno americano, Coker aveva scritto un monologo, che verrà pronunciato da Luke nel secondo episodio, in cui parlerà di Attucks, il primo nero americano che ha dato la vita per i diritti civili per aver affrontato i soldati inglesi dopo il massacro di Boston nel 1770.

"Volevo parlare della prima persona morta in una rivoluzione e di cosa questo significhi. Quando si guarda a ciò che è accaduto, Attucks avrebbe potuto tranquillamente evitare di rischiare la vita e tacere, ma si è fatto avanti. Abbiamo usato l'esempio di Crispus Attucks proprio per questo, perché molti giovani non sanno nemmeno chi lui sia e questo è il potere della musica, della televisione e dell'industria dell'intrattenimento: ti dà l'opportunità di raccontare delle storie che non vengono narrate da molto tempo educando le masse."

E a proposito di cultura dei neri americani, un altro elemento fondamentale per la serie non poteva che essere la musica che - come spiega lo showrunner - dà un impulso allo show, che ha fornito l'opportunità di parlare dell'origine di alcuni stili musicali profondamente radicati nella cultura dei neri americani. Coker, ha sottolineato: "dato che io sono di colore e questi personaggi sono di colore, potevo raccontare una storia sulle persone di colore, qualcosa che non si vede spesso in televisione." Tuttavia - ha proseguito lo showrunner - "non voglio che lo show piaccia solo ai neri, perché è stato concepito per un pubblico più ampio, se dovessi dargli una definizione direi che è uno show hip-hop, ma non è fatto a discapito di chi non si senta incluso dalla cultura che descrive."

Luke Cage, in sostanza, è tante cose: cerca di avere un peso storico e sociologico, cerca di parlare dell'origine di una cultura e cerca anche di educare, ma soprattutto, vuole divertire il pubblico, perché dopotutto è una serie che parla delle avventure di un grande supereroe.

Fonte: TV Guide

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