LuccaCG18, Planet Manga: incontro con Mikio Ikemoto, tra Boruto e il rapporto con Kishimoto
Ikemoto parla di Boruto e del suo lavoro di giovane mangaka alle dipendenze del maestro Kishimoto
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Il maestro Ikemoto si dimostra un giovane mangaka di grande timidezza. Una caratteristica, dice lui, che riverbera anche nel suo lavoro; infatti ha affermato di sentire moltissimo la pressione che deriva dalle aspettative del pubblico, nonostante segua pochissimo i social media e solo da poco si sia reso conto che c'è chi lo conosce bene e segue la sua carriera. In effetti, Lucca Comics & Games è la prima manifestazione fumettistica in generale a cui sia stato inviato in quanto Mikio Ikemoto.
Gli abbiamo chiesto se Boruto, che racconta una nuova generazione di ninja di Konoha, sia ispirato alla prima parte di Naruto, quella pre-Shippuden, in cui la dimensione di gruppo era molto forte e si seguivano non solo le gesta dei protagonisti principali, ma la crescita di una cucciolata intera di genin. Generalmente, è considerata la parte migliore del manga, mentre nella seconda quella componente generazionale si diluisce moltissimo. Anche a Ikemoto mancava, tanto che non teme di definire Shippuden meno interessante rispetto ai primi cicli narrativi. La scelta è stata quella di tornare a mostrare un processo di crescita, ed è quindi normale che ci siano delle somiglianze.
Kishimoto gli ha lasciato carta bianca sul design dei personaggi, ecco perché alcuni hanno tratti più morbidi e sono leggermente diversi per quanto riguarda alcuni particolari, nella sua versione e realizzazione. Semplicemente, a volte il papà di Naruto gli ha fatto notare che si è lasciato andare un po’ troppo, soprattutto sul personaggio di Sarada.