LuccaCG15: Leo Ortolani presenta Codamozza e il professore

Leo Ortolani e Don Tommaso Danovaro hanno presentato a Lucca Comics 2015 il volume Codamozza e il professore in un interessante incontro a tema religioso...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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In un evento non incluso nel programma ufficiale di Lucca Comics & Games 2015, Leo Ortolani ha presentato il volume Codamozza e il professore, di cui ha realizzato la copertina e alcune illustrazioni, accompagnando il suo autore Don Tommaso Danovaro. Alla presenza di un ridotto numero di presenti, tra fan e curiosi, si è tenuto un interessante incontro nel quale si è anche riflettuto sul rapporto tra fumetto e religione. Vi presentiamo il nostro resoconto:

Leo Ortolani - Questo incontro è nato in pochissimo tempo, trovare uno spazio per presentare un libro a Lucca Comics organizzandosi con una settimana d'anticipo è già un miracolo...
Codamozza e il professore è un volume a cui Don Tommaso ha creduto moltissimo, e diversi giornali ne stanno parlando; non perché ci sia un ufficio stampa che lo spinga, ma in maniera spontanea dopo averlo letto. Perché, sì, vabbè, Ortolani ha fatto la copertina e due disegnetti, ma il libro è proprio bello.

Don Tommaso Danovaro - Codamozza è un apprendista diavolo, un liceale, che dialoga con il suo professore mentre cerca di apprendere i comandamenti al contrario, come "Disprezza il padre e la madre" o "Dì falsa testimonianza". Attraverso questi confronti tra allievo e insegnante si affrontano situazioni che possono accadere ai ragazzi di oggi; un lavoro simile l'aveva già fatto C.W. Lewis, l'autore de Le Cronache di Narnia, con il romanzo epistolare Le lettere di Berlicche, in cui il giovane diavolo Malacoda scrive allo zio per chiedere come tentare una persona che gli è stata affidata.

Il contenuto di questo libro mi sembrava qualcosa di necessario e importante da raccontare. Non è nato in forma teorica, ma dall'esperienza diretta con alcuni adolescenti; per loro è importante comunicare l'esperienza di un fallimento, mi succedeva già sul blog di interagire con loro in una sorta di confessionale telematico. Ho iniziato a pubblicare i racconti su Facebook, poi dai dialoghi coi ragazzi ne sono nati di nuovi.

Non trovate che di questi tempi ci sia la tendenza a trattare la religione soprattutto per sbeffeggiarla?

Ortolani - Bè, proprio qui a Lucca ci sono i Paguri, amici miei, che realizzano fumetti blasfemi. La cosa bella è che loro sono persone carinissime, forse si lasciano troppo influenzare da ciò che fa piacere al pubblico. Anche Don Alemanno, non è un fumettista, ma si è ritrovato ad avere un successo incredibile con il suo personaggio e così cavalca l'onda; in realtà sono studiosi di testi religiosi e utilizzano quello che leggono... Invece la mia religione è più ignorante, forse meno colta ma più empatica.

Danovaro - Sì, Leo riesce a scherzare sulla religione senza prenderla di mira. Così facendo avvicina anche un pubblico "diverso", come me, anche se forse non tutti se lo aspettano. Vi racconto questo episodio: qualche anno fa vado in edicola per comprare una raccolta di storie di Rat-Man, quella con Pamela Anderson in copertina. L'edicolante rimane perplesso, e mi chiede: "Padre, vuole un sacchetto?".

Don Tom e LeoOggi ammettere di essere cattolico praticante richiede di fare "outing", quasi ci si vergogna, perché la maggior parte delle persone non è credente o comunque ha un giudizio negativo sulla Chiesa, quando fino a qualche decina di anni fa era l'esatto contrario. Ci vuole coraggio a uscire allo scoperto, come ha fatto Leo utilizzando personaggi dichiaratamente cristiani e facendo riflessioni religiose... ma poi ci si rende conto che messaggi simili erano già presenti anche nelle altre storie di Rat-Man. In fondo molti fumetti di supereroi, o comunque libri e film, hanno una morale simile al credo cristiano; non trovate che siano come religioni differenti che però dicono la stessa cosa?

Ortolani - Bè, sì. La materia è umana, e io in quanto essere umano racconto ciò che sono, nel fumetto metto quello che per me è importante, quindi trova spazio anche l'aspetto religioso. Lo tratto in modo ironico, ci scherzo su come faccio con molte altre cose, senza attaccarle gratuitamente. Perché, come dicevamo prima, di questi tempi molti fanno satira aggressiva sulla religione cattolica, perché il fenomeno del prendere in giro ha sempre funzionato, però si guardano bene dal prendere di mira l'ISIS. È come prendersela col più debolino, che sai non reagirà mai per com'è il suo carattere e qual è la sua filosofia, non vanno a scherzare con l'Islam che è il bullo della scuola. Quando scrivi qualcosa, le vignette rimangano stampate, e questo le fa diventare anche proprietà d’altri, c’è un messaggio che ognuno fa diventare suo, è un aspetto da non sottovalutare.

Danovaro - Il discorso sulle storie "nerd" che possono essere considerate come una nuova religione è verissimo. Qualche settimana fa a catechismo stavo spiegando che il diavolo si nasconde nelle tentazioni, ti spinge a litigare; uno dei bambini mi ha risposto: "Bè, è come il lato oscuro della Forza!"

C'è il desiderio di realizzare un secondo volume di Codamozza, vista la buona accoglienza del primo libro?

Danovaro - Bè, i peccati sono tanti… (ride)

Leo, ti ha creato dei problemi esserti dichiarato cristiano nel mondo lavorativo?

Ortolani - Bè, no, a parte che le domeniche ci sono le fiere e non vado a messa…

Ci sono state critiche per qualcuno che ha trovato eccessivo l’umorismo sulla religione?

Ortolani - No, in realtà i cattolici non protestano minimamente per le mie battute sulla religione. Sono arrivate più lamentele dagli amanti dei gatti, per le scene in cui Rat-Man li maltratta...

Ci sono dei fumetti che leggevi da ragazzino nei quali trovavi un modo di affrontare la religione simile a quello poi adottato da te?

Ortolani - Dal ’77 al ’80 ho letto il Giornalino delle Edizioni Paoline, dove trovavi fumetti molto belli, ma erano storie divertenti e avventurose, non "La Vita di Don Bosco"! Erano fumetti con un nucleo cattolico, erano influenzate dalla religione ma non cercavano di indottrinarti. Lo stesso ho trovato anche sul Corriere dei Ragazzi. C'è poi da dire che ottimi fumettisti come Toninelli scrivevano sul Giornalino, ma anche per Squallor… Infatti so che le Edizioni Paoline gli hanno chiesto di rinunciare, perché comunque è normale dover mantenere un determinato comportamento se lavori per una certa casa editrice. Ho saputo che anche in Bonelli ci sono delle regole, quando me l'hanno detto incuriosito ho voluto leggere questo regolamento e semplicemente... bè, se vuoi lavorare per un'azienda, loro vogliono che ti comporti bene! Che strano! …poi però mi sono chiesto: "Allora perché Recchioni lavora in Bonelli?!" Forse non l’ha firmato…

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