#LuccaBAD Rocco Siffredi shock: "Nel porno la trama è indispensabile"

Nell'incontro con Rocco Tanica per il film Rocco, Siffredi ha raccontato del diavolo, dell'isola dei famosi e spiegato il senso della trama nei porno

Critico e giornalista cinematografico


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La prima notizia dell’incontro Rocco vs Rocco, è che Rocco Tanica degli Elio e Le Storie Tese e Rocco Siffredi sono grandi amici. Da più di 20 anni. Non sarà una sorpresa per i fan del gruppo (che già incrociò Siffredi nel video Rocco E Le Storie Tese) ma lo è per gli altri.
A Lucca il primo ha intervistato il secondo sul palco in occasione del documentario Rocco, distribuito in sala da BIM, e tutto girato lungo 2 anni nella vita del pornodivo. Due anni in cui ha fatto un bilancio, ha cambiato stile di vita, ha girato il suo ultimo porno ed è andato sull’Isola dei Famosi per trovare se stesso (e l’ha trovato!).

Come sempre la cosa più incredibile è la personalità di Rocco Siffredi, la lucidità, la chiarezza espositiva e, si concordi o meno con quel che dice, l’onestà con la quale esprime i propri pensieri. Contrariamente a qualsiasi figura pubblica, che bilancia un po’ di sincerità con un po’ di convenienza, Rocco Siffredi non sa fingere e quando lo fa (i necessari momenti promozionali del film) è incredibilmente evidente.
Sarà proprio questa l’ultima cosa che dirà Rocco Tanica alla fine dell’incontro, quanto si veda quando Rocco finge, e lo dirà citando un’esilarante battuta da lui pronunciata proprio con tono finto in Rocco e Le Storie Tese.

Riportare tutta la lunga conversazione non avrebbe senso, meglio proporre alcuni estratti dell’evento.

Di fare un film simile me l’avevano chiesto già quando avevo 40 anni ma non avevo nulla da dire e rifiutai. Già sui 45 anni avevo iniziato a pensarci ma il punto era che non mi fidavo degli italiani. La mia idea è che un italiano non può capire la mia vita, per via del problema che tutti abbiamo con il sesso. A me ad Ortona, 30 anni fa, mi dissero che il sesso si fa con la donna che che sposerai e con cui farai dei figli e basta. Peccato che LUI si sia svegliato prima del matrimonio e mi abbia assalito come un diavolo. Così avevo a che fare con una natura che mi portava in luoghi incomprensibili per le persone che mi erano intorno”.

Rocco Tanica: “Nel film dici che sognavi il diavolo, dialogavi con il diavolo….”

Sembra inventato ma non lo è, è un sogno che faccio spesso. Quando a 6 anni vedi tuo fratello che muore, una mamma che soffre perché ha perso tutto e sta per diventare pazza è proprio dura. Ecco perché sognavo il diavolo, in un sogno dissi al diavolo che gli avrei dato l’anima se mi avesse concesso di far smettere di soffrire mia madre. E l’ho fatto, con il cazzo! Le ho dato benessere e tranquillità.
Quel che accadeva è che ogni 5-6 anni, con una certa regolarità lo sognavo di nuovo, sogni in cui dicevo che non gli avrei dato l’anima. E mi svegliavo sudatissimo. L’ultima volta che l’ho avuto è stato 10 anni fa”.

Volevo inserire nel film la mia ultima scena porno, la volevo negli Stati Uniti e con la mia musa Kelly Stafford. Poi però ho deciso di fare L’Isola Dei Famosi, per isolarmi perché avevo bisogno di tirare tutto fuori, tirare i nodi della matassa, tanto che ad un certo punto sull’isola sono scoppiato e sono uscite le mie visioni. Rocco, sull’isola da solo, nudo. Mi sono visto la notte ho avuto degli incubi surreali, sembrava di vedere la mia vita finita solo con nessuno intorno a me. Mi sono detto che dovevo cambiare, che mi dovevo rilassare”.

Mi sono formato su Supersesso, il giornaletto porno in bianco e nero di fine anni ‘70 inizio anni ‘80. Era un fotoromanzo su un alieno che scopava tutte le donne che incontrava. I camionisti lo buttavano per strada e io camminavo sul lungomare cercandolo nei buchi delle strade. Camminavo, cercavo e sapevo che l’avrei trovato, li trovavo sempre integri ma con le pagine incollate tra di loro. Le pagine libere le strappavo e me le portavo a casa, le posizionavo in cantina. Erano le mie fidanzate, facevo l’amore con una poi salivo a casa, poi scendevo di nuovo un’ora dopo e lo facevo con un’altra, poi salivo e dopo un’altra ora scendevo e lo facevo con un’altra, questo anche 8 o 9 volte ore al giorno. Sono finito all’ospedale di Lanciano con un’uretrite pazzesca. Due settimane ricoverato e dopo tutti gli esami l’urologo davanti a mia madre mi disse “La devi smettere di farti le seghe!”.
Ma io vedevo Gabri Pontello, il pornoattore di quel giornaletto, il protagonista di Supersesso che in una pagina scopava una bionda, in un’altra una mora, in un’altra una rossa e in un’altra ancora con tutte e tre. Lì ho capito che sarebbe stato il mio lavoro”.

Tanica: “Nel film porno serve la trama o basta un contesto, un luogo ben arredato? Per me non serve a nulla, annoia e basta perché la gente fa avanti veloce, ma serve?”

Il contesto aiuta gli attori, se tu prendi una ragazza che arriva da un casting e fino a ieri era barista o segretaria o quel che sia, la devi aiutare. Se la trucchi, la vesti e le metti una parrucca allora nel suo cervello la fai diventare qualcos’altro, si rilassa e si apre come un fiore, ti dà tutto, perché non è più se stessa. Quello è molto importante. Non puoi guardare due che si spogliano, lui e lei che scopano e basta, per me è antierotico, ci vuole un motivo, magari anche di sguardo. Attenzione io non parlo di emozioni, noi quelle non le produciamo, ma di sensazioni”.

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